DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOVITA' EDITORIALI
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felice.alloggio
Vittorio E. Polito
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"PAROLE AL VENTO" di GAETANO MELE (Ed. Arti Grafiche Favia)
Fresco di stampa il volume di Gaetano Mele "Parole al vento". Silloge in dialetto barese con tavole di Paolo Manzari. Pagine 82, € 13,00.
CE SE MANGE IÒSCE? MADONNE CE CCRÒSCE! di VITO SIGNORILE - ED. GELSOROSSO
LE TRADIZIONI GASTRONOMICHE BARESI RACCONTATE DA VITO SIGNORILE
COLLANA CAPRIFOGLI - GELSOROSSO EDITORE
PAGINE 16O - € 20,00
NU TRÈNE SPÈCIÀLE DI ETTORE DE NOBILI – WIP EDIZIONI
NU TRÈNE SPÈCIÀLE DI ETTORE DE NOBILI – WIP EDIZIONI,
PAGG. 152, € 10,00.
POESIE IN DIALETTO BARESE... E ALTRO
PAGG. 152, € 10,00.
POESIE IN DIALETTO BARESE... E ALTRO
ANNA SCIACOVELLI - BARESISMI BABY - WIP EDIZIONI
USI, COSTUMI, DETTI, INDOVINELLI, PREGHIERE, SCHERZI, PREGIUDIZI, NINNE NANNE, GIOCHI, POESIE IN DIALETTO BARESE E ITALIANO PER BAMBINI
RE: PEGORARI: LES BARISIENS
HO DATO UNO SGUARDO AL LIBRO "LES BARISIENS" DI CUI SOPRA, IN PARTICOLARE HO PRIVILEGIATO LA "LETTERATURA DIALETTALE A BARI E DINTORNI", MERAVIGLIANDOMI PER L'ASSENZA DI MOLTI POETI CHE HANNO DATO LUSTRO AL NOSTRO DIALETTO ED ALLA BARESITÀ. IO STESSO HO RIPORTATO IN DUE MIEI RECENTI LIBRI “BARESITÀ E… MARESITÀ” (PREFAZIONE DI VITO MAUROGIOVANNI), E “BARESITÀ CURIOSITÀ E…” (PREFAZIONE DI CORRADO PETROCELLI, MAGNIFICO RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DI BARI), CON LE COLLABORAZIONI DI FELICE ALLOGGIO, LINDA CASCELLA, FRANZ FALANGA, LORENZO GENTILE, E GIOVANNI PANZA), QUASI 200 POESIE DI AUTORI DIALETTALI, MA NELLA BIBLIOGRAFIA DEL VOLUME DI PEGORARI NON VI È ALCUN CENNO.
MANCANO, INOLTRE, LE CITAZIONI DI DUE ILLUSTRI AUTORI DI DIZIONARI: GIUSEPPE ROMITO - DIZIONARIO DELLA LINGUA BARESE - E QUELLO DI ENRICA E LORENZO GENTILE - NUOVO DIZIONARIO DEI BARESI - ED ALTRI POETI. FORSE NON MERITEVOLI?, MENTRE SONO CITATE ANTOLOGIE DI NESSUN VALORE LETTERARIO. CIÒ MERAVIGLIA NON POCO, CONSIDERANDO CHE L’AUTORE DEL VOLUME DI CHE TRATTASI È DOCENTE UNIVERSITARIO PRESSO IL DIPARTIMENTO DI ITALIANISTICA DEL NOSTRO ATENEO.
I VOLUMI CITATI SONO DELLA LEVANTE EDITORI
Vittorio PolitoMANCANO, INOLTRE, LE CITAZIONI DI DUE ILLUSTRI AUTORI DI DIZIONARI: GIUSEPPE ROMITO - DIZIONARIO DELLA LINGUA BARESE - E QUELLO DI ENRICA E LORENZO GENTILE - NUOVO DIZIONARIO DEI BARESI - ED ALTRI POETI. FORSE NON MERITEVOLI?, MENTRE SONO CITATE ANTOLOGIE DI NESSUN VALORE LETTERARIO. CIÒ MERAVIGLIA NON POCO, CONSIDERANDO CHE L’AUTORE DEL VOLUME DI CHE TRATTASI È DOCENTE UNIVERSITARIO PRESSO IL DIPARTIMENTO DI ITALIANISTICA DEL NOSTRO ATENEO.
I VOLUMI CITATI SONO DELLA LEVANTE EDITORI
PEGORARI: LES BARISIENS
Talvolta il mondo accademico è chiuso in se stesso e non considera la produzione di molti autori che non appartengono al mondo universitario.
Peccato!!
Ciao Felice
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Ciao Felice
felice.alloggio- Messaggi : 139
Data d'iscrizione : 21.02.08
Località : Bari
TERRAE - BARI SOLE & CERASE
L'Associazione Culturale TERRAE ha pubblicato e presentato al Fortino di Bari un Audio-libro con i versi di Mario Piergiovanni, pittore, scultore e poeta, la voce narrante di Riccardo Cucciolla e Rocco Capri Chiumarulo. Musiche di Gianni Giannotti. Una chicca per i cultori della baresità e del dialetto. Nell'audiolibro sono riportate le registrazioni originali di uno storico vinile pubblicato trent'anni fa, musicate da Pino e Nando Di Modugno ed attualmente si affiancano quattro nuove tracce con gli interventi di Paolo Mastronardi e Massimo La Zazzera.
Il volume disponibile nelle librerie cittadine costa 10 Euro
DA "GELSOROSSO EDITORE" "VOCI DEL TEMPO - LA PUGLIA DEI POETI DIALETTALI"
Elegante edizione di Gelsorosso a cura di Sergio D'Amaro con note linguistiche di Francesco Granatiero.
Al volume è allegato un CD mp3 con tutte le poesie presentate.
ABATESCIANNI - U' Malevèrme - Progedit Editore
Un volume di poesie e racconti ipoteticamente scritto in dialetto barese. In realtà è un misto di dialetto barese condito con strafalcioni nella scrittura di vocaboli, nelle accentazioni nell'uso abnorme di vocali. Alcuni vocaboli sono ripetuti ma scritti in maniera diversa, altri scritti in un dialetto che certamente non è barese. L’autrice nella prefazione scrive che ha ricercato “pubblicazioni dei più noti autorevoli vernacolisti baresi, da F. Saverio Abbrescia, Vito Barracano, Vito Maurogiovanni, Michele (?) Panza ad altri, proprio per la voglia di esprimermi in maniera corretta”. Tanto per cominciare Michele Panza non esiste, semmai si tratta di Giovanni Panza.
A solo titolo esemplificativo riporto alcuni vocaboli scritti da Abatescianni nel suo volumetto: Aqquanne (quando) Pèesce (peggio); Arragionà (ragionare); Allanùte (nudo); Veciarì (macelleria o beccheria); Appundammènde (appundamento); Terese (Teresa); Arrunàte (rovinato); Nùuve (nuovo); Sòope (sopra); Amiscìzie (amicizia); Gobbètte (gobbo); Bbaàre, Bbàre (Bari); Nonòonne (nonna); Nòore, nòra (nuora); Sròche, sròoche, sròka (suocera). Quest’ultimo vocabolo è scritto in tre modi diversi (?). Siamo proprio all’assurdo. Evidente che l’autrice non ha consultato proprio alcun dizionario relativo al dialetto barese. Ha scritto proprio “a modo suo”.
Va sottolineato che la maggior parte dei dialetti sono “parlate” e non lingue, per cui, anche per il dialetto barese, una cosa è parlare ed altra cosa è scrivere, soprattutto correttamente.
A solo titolo esemplificativo riporto alcuni vocaboli scritti da Abatescianni nel suo volumetto: Aqquanne (quando) Pèesce (peggio); Arragionà (ragionare); Allanùte (nudo); Veciarì (macelleria o beccheria); Appundammènde (appundamento); Terese (Teresa); Arrunàte (rovinato); Nùuve (nuovo); Sòope (sopra); Amiscìzie (amicizia); Gobbètte (gobbo); Bbaàre, Bbàre (Bari); Nonòonne (nonna); Nòore, nòra (nuora); Sròche, sròoche, sròka (suocera). Quest’ultimo vocabolo è scritto in tre modi diversi (?). Siamo proprio all’assurdo. Evidente che l’autrice non ha consultato proprio alcun dizionario relativo al dialetto barese. Ha scritto proprio “a modo suo”.
Va sottolineato che la maggior parte dei dialetti sono “parlate” e non lingue, per cui, anche per il dialetto barese, una cosa è parlare ed altra cosa è scrivere, soprattutto correttamente.
DE NOBILI - STÀDEME A SENDÌ, CE AVÌTE PIACÈRE - WIP EDIZIONI
Poesie in dialetto barese con testo italiano a fronte.
"Pregáme a la barése" di Vittorio Polito e Rosa Lettini Triggiani (Levante Editori)
Le comuni preghiere del cristiano tradotte in dialetto barese
da Vittorio Polito e Rosa Lettini Triggiani.
COMUNICATO-STAMPA
TITOLO: Pregáme a la barése (Preghiamo in dialetto barese)
AUTORI: Vittorio Polito e Rosa Lettini Triggiani
Editore: Levante, Bari (Pagine 96 - € 10)
È notorio che la preghiera è un atto di fede con cui il cristiano si mette in intimo rapporto con Dio, con la Madonna e con i Santi e poiché la preghiera sgorga dal cuore si può esprimere in vari modi: a voce alta, nel proprio intimo ed anche in dialetto, poiché più facilmente si trovano le giuste espressioni.
Vittorio Polito, giornalista e scrittore, e Rosa Lettini Triggiani, scrittrice ed interprete in lingua ed in dialetto barese di varie commedie di Domenico Triggiani, hanno avuto una brillante idea, quella di tradurre in dialetto barese alcune delle principali preghiere del cristiano.
La pubblicazione, una novità nel campo del dialetto barese, presenta, come detto, le più comuni preghiere del credente, liberamente tradotte in dialetto barese con traduzione a fronte: dal Segno della Croce (U sègne de la Crósce), al “Padre Nostro” (Padre nèste), al “Gloria a Dio nell’alto dei Cieli” (Glòrie a Dì ngíle), al “Credo” (Créde), al Santo Rosario (U Sande Resàrie), ecc., ed arricchito con alcune preghiere dedicate alla Madonna Odegitria, a Sant’Antonio, San Nicola, San Pio, ed alla Beata Elia.
Il pocket si completa con “I dieci Comandamenti” (Le désce Comandaménde) ed “Il Cantico delle creature” (U càndeche de le criatúre) di San Francesco. Gli autori hanno aggiunto anche alcuni componimenti dialettali a soggetto religioso dei poeti Peppino Franco, Giuseppe Gioia e Giovanni Panza.
Il volume si avvale della presentazione di padre Lorenzo Lorusso, Priore della Basilica di San Nicola, il quale scrive, tra l’altro, che si può pregare in diverse lingue ed anche in dialetto barese.
Il volume è arricchito con scatti di immagini sacre e del centro storico barese.
TOMMASO DELL'ERA
Anche se i libri di Tommaso Dell'Era non rappresentano una novità editoriale essendo stati pubblicati rispettivamente nel 1971 e 1992, ho ritenuto segnalarli in questo Topic perchè al momento i suoi due libri sui Baresi e su San Nicola, non sono presenti nella Bibliografia di questo Forum. Si tratta di:
1) I cari baresi, Nunzio Schena Editore, Fasano 1971
2) I cavalieri di san Nicola, Schena Editore, Fasano 1992.
I due testi in questione, il primo sicuramente esaurito si possono comunque consultare presso la Biblioteca Gaetano Ricchetti, via Sparano a Bari. Di questo scrittore, fratello di Domenico Dell'Era, ingiustamente poco considerato dalla critica, tanto che nel 2003 è stato tenuto un Convegno in quel di Trani dal titolo "Un provinciale d'Europa - Vita e opere di Tommaso Dell'Era" (partecipanti. C.Petrocelli, M.Scotti, D.Giancane, A.Dell'Era, P.Guaragnella, G.DeMatteis) i cui lavori e relazioni sono stati pubblicati sull'omonimo testo edito da Progedit, presento due brevissimi brani, da me trascritti in dialetto.
Da: I cari baresi
-La pancia
...La panze no iè come a la vènde. La vènde iè na cavetà de u cuèrpe d'anemàle addò se iacchiene le vìscere; la panze nvèsce (pronungia sdrùccele, slettànde, musecàle, cadenzàte da le vocàle “a”) iè la cellètte de u tembie umàne, u sanda sandorùmme addò le sìnze si riuniscene in meditaziòne...
...Ce jìnde a nu restorànde la purèzze estèteche tène na macchiolìne de vanetà o de furbìzie, triònfe nderre a la lanze in tutte l'immacolàte candòre.
Nderre a la lanze, na strisce de cale ndrà l'assolàte cammenàte, abbellìte da le rèzze e da u vìnde. Stonne in mostre repiàne de sècce, dàttere de mare, calamarìdde, ciuffe de cozze ca se spèngene ndrà lore e lore, pelòse rambecànde, rizze apìrte ca pàrene medagghie; chembagnì de luzze tutte nfìle, angìlle jìnde a le vaschètte de sckuma bianghe. Pesciùdde da mangià crute, vònghele da secchià che nu schizze de lemòne, pulpe luccecànne da mezzecuà ndrà le dinde: pulpe sbattùte violendemènne sope a la pete addò a ogni colpe se sende u rembòmbe come jìnde a le valle, ogni cìrre pare a vedè nu mevemènde de coràlle.
Frutta vèrgene scambàte a u nquinamènde de u mare: mange, arcàica reconoscènze de l'acque marine pe le preghìre e pe l'offèrte de tutte le navegànde barìse.
Ce l'Oceanìne pòrtene l'acqua a regogliùse giardini, ce Tritòne verse le primìzie da u cuèrne de na conghiglie, ce le Nerèide che le cavallùce marine fascene la scorte a Tretòne mendre Nettùne achiute n'ecchie sotte a na parrucche fatte d'alghe marine, pure Sanda Necole, nonostànne tutte, tène u prestige su' jìnde a la corte marine.
Da: I cari baresi
- Tìmbe libere (le Barìse)
U Barese vole bene a la megghière, la iegne de gendelèzze e confòrte, ma no pòte sacrefecàrse a na sola fèmmene. Pedènne, pure ce la botte so' da' buène mìrre, va' pezzechèsce jìnde a la vigna de l'àlde e, pure ce so' buène recendàte e sorvegliàte, jìnde a le vigne addò nu squìlle de telèfene avàste ad'aprì u cancìdde, iè prònde a pegghiàsse u gràppele proibìte. Ma non è nu stallòne ca s'ammène sope a tutte le pulèdre, o nu cicisbè ca vole agnì u quadèrne su' de conguìste, vole sole esaltà u derìtte de u masque a la conguìste, conguìste ca nge riesce abbastànze fàcele, no tande percè so' fàcele e lascìve le costùme, quanne percè sape esercetà u fàscene sope a u core de le fèmmene.
U Barese non è nu vere meredionàle. Tène de l'avetànde de u sud le reflìsse pronde, la vocc'apèrte a la resàte e le palde pronde a u devertemènne; tène u culte de l'amecìzie, de la famìgghie, de le muèrte; ma no tène la fiacchèzze de certe conderrànie de u sud, u caràttere sanguigne e delerùse. Tène però la ndraprendènze de chidde de u nord, la voglie d'arrevà, la vesiòne de la realdà de la vite; no tène la freddèzze de chidde de u nord jìnde a le rapporte umàne.
Iè progressìste e conzervatòre a u tìmbe stesse, e sta' a metà strate ndrà la pratecetà occedendàle e la saggèzze oriendàle.
de I Cavalieri di San Nicola, mia brevissima nota.
Le cavallìre de sanda Necòle, iàlde non evene ca le 62 marenàre ca facèrene u furte de le sacre reliquie de u Sande. U screttòre le chiame cavallìre percè s'avvenduròrene jìnde a n'imbrèsa diffìgele e reschiòse come chidde'imbrèse ca de solete facèvene le cavallìre pe defènne onòre e amòre. E, come a tande cavallìre vengèrene la congorrènze de le Veneziàne ca, come a le Barìse pure lore penzòrene d'arrebbà le reliquie de sanda Necòle pure ce tenèvene già nu sande, ossì san Marche. Cusse libre scritte da Dell'Ere, se pòte fagelmènde rappresendà teatralmènde, nfatte Dell'Era fasce parlà pure Sanda Necòle e nge fasce disce ca jìdde passànne da Bare, decìse ca chessa cettà avèv'ospetà l'òssere so' e, San Sabbìne già Sande Patrùne de Bare non'avèva iesse cacciàte ma avèva reposà tranguìlle jìnde a la Cattedràle, o secònne poste dope de jìdde.
Tommaso Dell'Era sul libro I cari baresi, dice la sua sulla città di Bari che egli strutturalmente divide in tre parti: la seconda parte, ossia il Borgo Murattiano così lo definisce: "b) Cettà nove, nata u 1813 da G. Murat e immaturamènne departìte stretolàte da le buldozèrre."
Le barise po' le classifeche che na sigle: (P A F) e allàsse a ognune de nu' la traduzione de la lettera P e de la lettera F, mentre la lèttera A pe jìdde tène sembe u stesse segnefecate, ossì Affariste. E allore le barise pe Dell'Era pòdene iesse: (Panze Affàre Famigghie); (Peniùse Affariste Fafellùse ) – (Pecciùse Affariste Fafuèche ) – (Pagghiùse Affarìste Farènue) o come nge vène ngape, avàste sfoglià u vocabolàrie de le sendemìnde umàne.
FELIX
1) I cari baresi, Nunzio Schena Editore, Fasano 1971
2) I cavalieri di san Nicola, Schena Editore, Fasano 1992.
I due testi in questione, il primo sicuramente esaurito si possono comunque consultare presso la Biblioteca Gaetano Ricchetti, via Sparano a Bari. Di questo scrittore, fratello di Domenico Dell'Era, ingiustamente poco considerato dalla critica, tanto che nel 2003 è stato tenuto un Convegno in quel di Trani dal titolo "Un provinciale d'Europa - Vita e opere di Tommaso Dell'Era" (partecipanti. C.Petrocelli, M.Scotti, D.Giancane, A.Dell'Era, P.Guaragnella, G.DeMatteis) i cui lavori e relazioni sono stati pubblicati sull'omonimo testo edito da Progedit, presento due brevissimi brani, da me trascritti in dialetto.
Da: I cari baresi
-La pancia
...La panze no iè come a la vènde. La vènde iè na cavetà de u cuèrpe d'anemàle addò se iacchiene le vìscere; la panze nvèsce (pronungia sdrùccele, slettànde, musecàle, cadenzàte da le vocàle “a”) iè la cellètte de u tembie umàne, u sanda sandorùmme addò le sìnze si riuniscene in meditaziòne...
...Ce jìnde a nu restorànde la purèzze estèteche tène na macchiolìne de vanetà o de furbìzie, triònfe nderre a la lanze in tutte l'immacolàte candòre.
Nderre a la lanze, na strisce de cale ndrà l'assolàte cammenàte, abbellìte da le rèzze e da u vìnde. Stonne in mostre repiàne de sècce, dàttere de mare, calamarìdde, ciuffe de cozze ca se spèngene ndrà lore e lore, pelòse rambecànde, rizze apìrte ca pàrene medagghie; chembagnì de luzze tutte nfìle, angìlle jìnde a le vaschètte de sckuma bianghe. Pesciùdde da mangià crute, vònghele da secchià che nu schizze de lemòne, pulpe luccecànne da mezzecuà ndrà le dinde: pulpe sbattùte violendemènne sope a la pete addò a ogni colpe se sende u rembòmbe come jìnde a le valle, ogni cìrre pare a vedè nu mevemènde de coràlle.
Frutta vèrgene scambàte a u nquinamènde de u mare: mange, arcàica reconoscènze de l'acque marine pe le preghìre e pe l'offèrte de tutte le navegànde barìse.
Ce l'Oceanìne pòrtene l'acqua a regogliùse giardini, ce Tritòne verse le primìzie da u cuèrne de na conghiglie, ce le Nerèide che le cavallùce marine fascene la scorte a Tretòne mendre Nettùne achiute n'ecchie sotte a na parrucche fatte d'alghe marine, pure Sanda Necole, nonostànne tutte, tène u prestige su' jìnde a la corte marine.
Da: I cari baresi
- Tìmbe libere (le Barìse)
U Barese vole bene a la megghière, la iegne de gendelèzze e confòrte, ma no pòte sacrefecàrse a na sola fèmmene. Pedènne, pure ce la botte so' da' buène mìrre, va' pezzechèsce jìnde a la vigna de l'àlde e, pure ce so' buène recendàte e sorvegliàte, jìnde a le vigne addò nu squìlle de telèfene avàste ad'aprì u cancìdde, iè prònde a pegghiàsse u gràppele proibìte. Ma non è nu stallòne ca s'ammène sope a tutte le pulèdre, o nu cicisbè ca vole agnì u quadèrne su' de conguìste, vole sole esaltà u derìtte de u masque a la conguìste, conguìste ca nge riesce abbastànze fàcele, no tande percè so' fàcele e lascìve le costùme, quanne percè sape esercetà u fàscene sope a u core de le fèmmene.
U Barese non è nu vere meredionàle. Tène de l'avetànde de u sud le reflìsse pronde, la vocc'apèrte a la resàte e le palde pronde a u devertemènne; tène u culte de l'amecìzie, de la famìgghie, de le muèrte; ma no tène la fiacchèzze de certe conderrànie de u sud, u caràttere sanguigne e delerùse. Tène però la ndraprendènze de chidde de u nord, la voglie d'arrevà, la vesiòne de la realdà de la vite; no tène la freddèzze de chidde de u nord jìnde a le rapporte umàne.
Iè progressìste e conzervatòre a u tìmbe stesse, e sta' a metà strate ndrà la pratecetà occedendàle e la saggèzze oriendàle.
de I Cavalieri di San Nicola, mia brevissima nota.
Le cavallìre de sanda Necòle, iàlde non evene ca le 62 marenàre ca facèrene u furte de le sacre reliquie de u Sande. U screttòre le chiame cavallìre percè s'avvenduròrene jìnde a n'imbrèsa diffìgele e reschiòse come chidde'imbrèse ca de solete facèvene le cavallìre pe defènne onòre e amòre. E, come a tande cavallìre vengèrene la congorrènze de le Veneziàne ca, come a le Barìse pure lore penzòrene d'arrebbà le reliquie de sanda Necòle pure ce tenèvene già nu sande, ossì san Marche. Cusse libre scritte da Dell'Ere, se pòte fagelmènde rappresendà teatralmènde, nfatte Dell'Era fasce parlà pure Sanda Necòle e nge fasce disce ca jìdde passànne da Bare, decìse ca chessa cettà avèv'ospetà l'òssere so' e, San Sabbìne già Sande Patrùne de Bare non'avèva iesse cacciàte ma avèva reposà tranguìlle jìnde a la Cattedràle, o secònne poste dope de jìdde.
Tommaso Dell'Era sul libro I cari baresi, dice la sua sulla città di Bari che egli strutturalmente divide in tre parti: la seconda parte, ossia il Borgo Murattiano così lo definisce: "b) Cettà nove, nata u 1813 da G. Murat e immaturamènne departìte stretolàte da le buldozèrre."
Le barise po' le classifeche che na sigle: (P A F) e allàsse a ognune de nu' la traduzione de la lettera P e de la lettera F, mentre la lèttera A pe jìdde tène sembe u stesse segnefecate, ossì Affariste. E allore le barise pe Dell'Era pòdene iesse: (Panze Affàre Famigghie); (Peniùse Affariste Fafellùse ) – (Pecciùse Affariste Fafuèche ) – (Pagghiùse Affarìste Farènue) o come nge vène ngape, avàste sfoglià u vocabolàrie de le sendemìnde umàne.
FELIX
felice.alloggio- Messaggi : 139
Data d'iscrizione : 21.02.08
Località : Bari
Tommaso Dell'Era
Trovo davvero sconcertante che utenti che nel Forum abbiano scritto tanto sul dialetto e sugli scrittori e poeti dialettali baresi , ivi compreso l'Admin, ideatore di COMANACOSAELLALDE, non conoscessero Tommaso Dell'Era che, a detta dell'utente felice.alloggio è uno scrittore a cui illustri uomini di cultura barese, fra cui il Magnifico Rettore prof.Corrado Petrocelli, gli abbiano dedicato un Convegno nel 2003. E' il caso di chiedere ai saccenti del Forum del perchè di questa grave dimenticanza, e cosa si aspetta ad inserire nella Bibliografia del Forum questo autore barese.
alisce fritte
alisce fritte
alisce fritte- Messaggi : 10
Data d'iscrizione : 08.08.12
SCONCERTANTE
Ogni frutto dà il succo che ha. Nel caso mio personale, gentile alisce fritte, le dirò di più, personalmente riconosco di avere delle lacune enormi nella mia ignoranza, più di quel che dò non mi riesce di dare. Definire sconcertanti concetti e azioni di persone di cui non si conosce neanche il modo di camminare, quello sì che è sconcertante. Apprezzo la sua forza polemica, se si è iscritta a questo modestissimo forum solo e soltanto per polemizzare lo faccia come e quando vuole. Possibilmente però non polemizzando sulla cultura delle altre persone. Se vorrà polemizzare sulla cultura delle altre persone, sappia che per quanto mi riguarda io non polemizzo mai su culture altre da me. Per quanto poi riguarda la bibliografia di Vittorio Polito inserita sul forum, lo dice la parola stessa, quella è l'elenco dei libri che Vittorio Polito ha nella sua biblioteca, bibliografia che ha messo a disposizione del Forum. Aggiungere un titolo e non il libro nella biblioteca di un altro non mi pare ortodosso. Ben venga il titolo, ma insieme al libro e quindi inseribile nella biblioteca personale di qualcun altro. La critica va sempre bene, ma suvvia, si può fare con un filino più di calma e utilizzando aggettivi meno aggressivi. Si ricordi che oltre alle puntuali puntualizzazioni che lei fa può anche inserire sul forum post di varia cultura e di varia umanità, saranno in ogni caso benvenuti. admin
NOVITA' EDITORIALE DELLA LEVANTE EDITORI DI BARI - A CURA DI FRANCESCO DE MARTINO
In questo ponderoso libro, a cura del prof. Francesco De Martino, (pagine 1310 - € 98), si parla, anche di opere in dialetto. Tra l'altro, della farsa quasi mitologica "La Capasedde" di Giovanni Panza (edizione critica basata sulla copia d'autore messa a disposizione da Emanuele Panza - a cura di Vittorio Polito, Rosa Lettini Triggiani e Giuseppe Gioia -).
Di Giovanni Panza è presente anche "La Uerre di Troia", sempre con il commento di De Martino.
Nella sezione "Narrativa" Francesco De Martino presenta e commenta il romanzo storico satirico in dialetto barese "Da Adàme ad Andriòtte" di Domenico Triggiani e Rosa Lettini.
Inoltre nella sezione "Letteratura" al capitolo "Cantari mitologici di Pino Gioia" sono presenti tre composizioni in dialetto barese "Giudizio di Paride", "Hera e Afrodite" e "Cassandra", con traduzione in lingua e commento dello stesso De Martino.
Di Giovanni Panza è presente anche "La Uerre di Troia", sempre con il commento di De Martino.
Nella sezione "Narrativa" Francesco De Martino presenta e commenta il romanzo storico satirico in dialetto barese "Da Adàme ad Andriòtte" di Domenico Triggiani e Rosa Lettini.
Inoltre nella sezione "Letteratura" al capitolo "Cantari mitologici di Pino Gioia" sono presenti tre composizioni in dialetto barese "Giudizio di Paride", "Hera e Afrodite" e "Cassandra", con traduzione in lingua e commento dello stesso De Martino.
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