COMANACOSAELLALDE
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO

+8
armando santoro
Nico Lomuto
GIUSEPPE GIOIA
Antonella Romano
Admin
santa vetturi
felice.alloggio
Vittorio E. Polito
12 partecipanti

Pagina 11 di 22 Precedente  1 ... 7 ... 10, 11, 12 ... 16 ... 22  Successivo

Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty MIE MANIPOLAZIONI DELLA PARLATA BARESE

Messaggio  Admin Ven Set 02, 2011 4:45 pm

Mi sono procurato il piacere di inserire qui un paio di pagine prese di peso dal mio libro O DADO' O DADA' edito da ADDA editore in Bari.

Quando molti anni fa, per ragioni di lavoro, e non solo di lavoro, andai via da Bari, negli anni seguenti mi ritrovai fra le mani un bel problemino/rovello da risolvere. Il quesito che mi ponevano amici baresi e non, e che alle volte mi ponevo anch’io, era se avessi o non avessi nostalgia del mio luogo di nascita, se, insomma, avessi contezza delle mie radici e se caso mai qualche volta fossi stato morso dalla nostalgia per la mia terra d’origine. Che poi era d’origine fino ad un certo punto, visto che per metà sono napoletano. Ma non divaghiamo, la maggior parte del mio tempo l’ho trascorsa a Bari ed è quindi di Bari che mi preme parlare, almeno per ora. Al quesito sopra esposto ho sempre dunque risposto di no, che non soffrivo di nostalgia, che le radici mie tutt’al più erano di tipo culturale e che quindi erano molto più individuabili nel Veneto, dove mi ero laureato architetto, anziché in Puglia, per l’esattezza a Bari. Nel Veneto si era formata la mia mentalità, visto che avevo avuto il privilegio di mescolare fra loro due ingredienti molto intriganti, la mentalità barese e quella veneziana prima e quella veneta in seguito.
A questa mia condizione si aggiungeva il fatto che i miei rapporti con la città della Fiera del Levante erano sempre stati di indifferenza se non addirittura di reciproca insopportabilità per tutta una serie di motivi che si possono tranquillamente incasellare nella categoria “qualità della vita”. La qualità della vita barese non mi piaceva né mi stimolava. Sto qui parlando degli anni ottanta. Va subito detto che miei rapporti con la città non interessano nessuno, ma sono costretto a evidenziarli perché sono strumentali alla comprensione di quanto sto per scrivere. Tutto questo tran tran si è sgomitolato nel corso degli ultimi decenni del secolo scorso, finchè un giorno di qualche anno fa, per ragioni musicali, mi capitò di tornarmene per una settimana a Bari per partecipare a una jam session con un gruppo di ragazzacci con i quali non avevo mai perso i contatti. Il pomeriggio del mio arrivo a Bari, come primo atto, fu dedicato per una ventina di minuti ad una sosta presso un noto panificio barese per divorare, è la parola esatta, una mezza ruota di focaccia.
Fu in quel momento che mi accorsi che la focaccia era una delle componenti gagliarde delle mie radici, che, stranamente, iniziarono da allora a venire allo scoperto. Nei giorni seguenti mi accorsi che la qualità della vita verso la quale avevo formulato dei giudizi pesanti negli anni precedenti, la osservavo con altri occhi. Dall’odio ero passato alla tenerezza. E contemporaneamente mi andavo accorgendo che parlavo in dialetto non solo con i miei amici, ma anche durante gli incontri occasionali al bar, con il giornalaio, con i commessi e le commesse dei negozi che ebbi occasione di frequentare, e che, soprattutto, pensavo in dialetto. Alla fine dei giochi, tornandomene a risciacquare i panni in laguna, mi accorsi che la focaccia, il dialetto, Bari vecchio e la follia della baresità avevano sempre fatto parte di me, malgrado il loro letargo pluridecennale. Fu così che mi venne in mente di dare una spallata alle mie ubbìe e di cercare di mettere ordine, si fa per dire, nel mio patrimonio linguistico barese. Cosa che ho cercato di fare con il massimo delle mie capacità di ricerca, di razionalità, di curiosità, di tenerezza, e, sopra ogni cosa, di senso dell’umorismo, senza l’aiuto del quale, non avrei potuto scrivere neanche una paginetta.
Mi resta perciò il sottile piacere di ringraziare una mezza ruota di focaccia divorata diversi anni fa in una panetteria del centro murattiano. Non mi pare cosa da poco.

Giunti a questo punto, visto che amo la vita pericolosa, proverò ad avventurarmi in una traduzione dall’italiano al dialetto utilizzando criteri per nulla scientifici, criteri che poi non sono altro che quelli che ho cercato di costruirmi con molta pazienza. Per iniziare ho provato a tradurre in due maniere diverse la prima parte del Capitolo 1 Strane radici in agguato con risultati che forse potranno interessare soltanto me. Ciò nonostante vi sottopongo lo stesso queste traduzioni, confidando nella vostra curiosità e con l’avvertenza che sono assolutamente consapevole che si potrebbe fare molto meglio. Ma, miei cari amici, bisognerà pur cominciare ed è quello che ho fatto. Spiego subito perché ritengo interessante questo mio tentativo. Dopo aver fissato momentaneamente (per me) alcune regole di scrittura, ho provato a verificarle sul campo per controllarne l’eventuale fattibilità. Ho fatto due volte questa traduzione utilizzando due modi di scrivere il dialetto barese. Nel primo ho lasciato al loro posto tutte le “e” mute, nel secondo ho evitato di scriverle quando mi parevano eliminabili e non le ho sostituite con l’accento. Inoltre ho decisamente “abusato” nella formazione delle parole composte, fatto questo che mi pare (sottolineo il mi pare) aiuti discretamente chi legge, per fargli comprendere, quanto meno visivamente, il significato. Come si potrà agevolmente notare, sono spesso entrato in collisione/contraddizione con me stesso, con le mie regole assolutamente artificiali. Se mi sono esposto a questo rischio è perchè penso che costruendo e decostruendo le regole, procedendo per tentativi, forse si potrà arrivare ad una accettabile se non definitiva sistematizzazione del nostro dialetto e della sua relativa grafia. Ma ecco qui finalmente le due traduzioni. A voi giudicare quale sia la più comprensibile, tenendo presente che per la relativa comprensione/chiarezza è necessario comprendere oltre che il significato intrinseco delle parole anche il loro suono e la loro forma grafica sulla carta.
Traduzione numero 1
Quànne tand’ànne fà, per ragioni di fatica e non zoldàndo di fatica, me ne scièbbe dabbàre, l’ànne dopo m’acchiàbbe nu bèlle probblèma mmènzo alle mane. I miei amici, quelli baresi e quelli nòne, m’addomannàvano spesso se mi veniva mai la nostalgia della terra mia. Ka pò, fino a un certo punto era la mia, visto che papà era nato a Nàbbue.
Ma jè nùdile perdere tempo, la mègghia parte de la vita mè la sò passata abbàre e debbàre vògghjìe parlà.
Attuttechìde ka m’addemànnano della nostalgia mè, nge pòzze dìsce ka, tutto sommato, ngòcche richiame me pòde venì cchiù do Venete (addò tand’ànne fà me laureàbbarchitètte) ka dabbàre.
Eppò, ea dìsce ca non zò mà avùte bèdde rappòrte kecùssepajìse. Ammè nommè mà piasciùte come se cambabbàre, pettùttenasèrie de fàtte. Comùngue, na sèra de duotrè annefà, scièbbe abbàre pessenà chellamìsce mi, nabèlla màneche de malacàrne. Appenarrevàbbe però, sènza sapè né lèsce e né scrìve, me ne scjìebbe de fòdde ànnu panifìgge e me frecàbbe na mènza ròta de fecàzze.
Indaccùde momènde asàtte penzàbbe kavèvacchiate na radìscia mè. La fecàzze uagnùne! Chède ière la radiscia prengipàle. La fecàzze.
La dìa dòppe m’addunàbbe ka la qualetà de la vìte ka indallànne passàte non me piascève, stavòlde la uardàve senzòddjie. La uardàve, còme se pòte addìsce, la uardàve cu sorrìse sòpa alla vòcche. E contemboraneamènde me n’avvertève ka chellamìsce mì parlàve u barèse, còme pùre parlàve u barèse obbàr, o giornalà, ma sopogneccòse penzàve cu dialètte mì.
Aqquànne me ne tornàbbe a sciacquà le pànne jìnde alla lagùne, mavvertjìebbe ka la fecàzze, u dialètte, Bbàre vècchie e ucervjièdde sdraittàte dellebarìse avèvene sèmbe fàtte pàrte de me, malgràde ière dacchiù dedesciànne camedermèvene jindòcòre. Fu acchessì ka penzàbbe de mannà affangùle tuttuvècchie gebellère ka tenève ngàpe e cercàbbe darreggettà la recchèzza mè dudialètte barèse. Còse ka sò cercàte de fà cu massimembègne e, sobattùtte, cu piascère de rìde. Sènze u piascère de rìde non avèsse petùte scrìve mànghe na pagenètte.
Peccùsse me rèste u piascère criùse di rengrazià na mènza ròte de fecàzze ka me frecàbbe ngocchejànne fà jìnde ànnu panefìggjie du cèndre murattiàne. Me pàre nabbèllacòse.
A questa traduzione ora farò seguire un’altra, sempre dello stesso testo, traduzione alla quale ho soltanto tolto le “e” finali e al posto delle quali NON ho messo l’apostrofo. Alcune “e” finali sono però restate, come noterete. Sono restate lì perché togliendole avrei snaturato la pronuncia del termine scritto. Questo dimostra che non tutte le “e” sono eliminabili. Esempio: “quànne” è ben leggibile anche se si scrive “quànn”. Invece “nge” è discretamente ben leggibile così come è scritta con la “e” mentre riesce molto più ostica da leggere e conseguentemente da comprendere se dovessi scriverla “ng”. Questo variabilità nello scrivere o nel non scrivere la “e” dimostra che il problema della “e” muta è tutt’altro che risolto. L’artifizio che più mi ha aiutato fin’ora, stranamente è stato quello della costruzione delle parole composte. Questa strada (le parole composte) potrebbe essere facilmente praticabile, da parte di chi vorrà cimentarsi con la scrittura in dialetto barese. Pratica che, secondo me conserva e conserverà per moltissimo tempo ancora una buona dose di soggettività in se stessa. Forse una regola definitiva non esiste, basterà mettere insieme le parole, caso per caso, tenendo presente come unica regola il limite della lunghezza. Ma ecco ora la seconda traduzione.
Traduzione numero 2
Quànn tand’ànn fà, per ragioni di fatica e non zoldàndo di fatica, me ne scièbb daBbàr, l’ànn dopo m’acchiàbb nu bell probblèma mmènz all mane. I miei amici, quelli baresi e quelli nòne, m’addomannàvano spesso se mi veniva mai la nostalgia della terra mia. Ka pò fino a un certo punto era la mia, visto che papà era nato a Nàbbue.
Ma jè nùdele perdere tempo, la mègghia part d la vita mè la sò passata abbàr e debbàr vògghjie parlà.
Attuttechìde ka m’addemànnano della nostalgia mè, nge pòzz dìsce ka, tutto sommato, ngokk richiamo m pòde venì cchiù d’ò Veneto addò tand’ànne fà m laureàbbarchitètt kadabbàre.
Eppò, èa dìsce ca non zò mà avùt bèdd rappòrt kecùss paìse. Ammè nommè mà piasciùte come se cambabbàre, pettùttenasèrie d fàtte. Comùngue, na sère d duotrè annefà, me ne scjièbb aBbàre pessenà chellamìsce mi, nabèlla màneche d malacàrn. Appenarrevàbb però, sènza sapè né lèsce e né scrìve, me ne scjìebb de fòdd annupanifìgge e m frecàbb na mènza ròta de fecàzz.
Indaccùde momèndasàtt penzàbb kavèvacchiàt na radìscia mè. La fecazz uagnùne! Chède ière la radìsciaprengipàle. La fecàzz.
La dia dopp m’addunabb ka la qualità de la vite ka indallann passate non me piasceve, stavold la uardàv senzòddjie. La uardàv, còme se pòte addìsce, la uardàv cu sorrìse sòpallavòcc. E contemboraneamènd m n’avvertève ka chell’amìsce mì parlàve u barèse, còme pùre parlàve u barèse obbàr, o giornalà, ma sopogneccòse penzàve cu dialètt mì.
Aqquànn m n tornàbb a sciacquà l pànn jìnd alla lagùne, mavvertjìebb ka la fecàzz, u dialètt, Bbàre vècchie e ucervjìedd sdraittàt dellebarìse avèvene sèmb fàtt pàrt d me, malgràde ière dacchiù dedesciànn camedermèvene jindòcòre. Fu acchessì ka penzàbb de mannàffangùle tuttuvècchie gebellère ka tenève ngàpe e cercàbb darreggettà la recchèzza mè dudialèttebbarèse. Còse ka sò cercàte de fà cu màssimembègn e, sobattùtt, cu piascère de rìde. Sènzupiascère de rìde non avèss petùte scrìve mànghe na pagenètt.
Peccùss m rèst u piascère criùse derengrazià na mènza ròte de fecàzz ka m frecàbb ngocchejànn fà jìnde ànnu panefìggjie du cèndre murattiàne. Me pàre nabbèllacòse.

Barese e veneto. Barèneto o venetèse ?
Ma complichiamoci ancora di più la vita, nel senso che a questo punto del mio percorso mi sono accorto che quando penso, spesso e volentieri penso in barese, ma in più, nei miei pensieri, uso anche qualche termine veneto. Per cui certe volte i miei meccanismi mentali usano una specie di dialetto meticcio che potrei tranquillamente chiamare barèneto o venetèse, un po’ come accadeva agli operai inglesi e francesi mentre costruivano il tunnel sotto la Manica. In quel mescolìo di lingue iniziarono a parlare in “franglais” prendendo in prestito termini dal lessico francese e da quello inglese. Un po’ come la “greytude” dei giovani americani di origine africana. E allora perdonatemi questo altro tentativo, proverò a tradurre lo stesso brano tradotto dianzi, anche in barèneto. Ho cercato anche di eliminare molti accenti. Qui ho avuto meno regole da seguire, ho scritto così come le parole mi venivano a galla. E vediamo un po’ i risultati.
Traduzione numero 3
Quanno molti anni fa, per ragioni di fatica e non soltanto per questa, me ne andai via dabbari, gli anni dopo mi trovai in mano un bel problema. Quello che mi addomannavano gli amici pugliesi ennò, e che qualche volta mi chiedevo anca mì, era se avessi nostalgia, se sentissi la presenza delle mie radici, della terra mia doriggine.
Chè poi era doriggine fino ad un certo punto, visto che per metà mì sarìa napoitàn.
Ma non divaghiamo, la maggior parte del mio tempo l’ho trascorsa abbari ed è quindi debbari che gavarìa caro parlàr.
A tutti chissi kamaddomannàvano sò sempre rispinnuto che non soffrivo de nostalgia, che le mie radici stvano cchiù a Venezia dove me gavevo laureà architetto, più che a Bari, in Puglia insomma.
A tutto questo gran gibillero si aggiungeva il fatto che i miei rapporti con la città della Fiera del Levante erano sempre stati di indifferenza se non addirittura di insopportabilità per tutta una serie di motivi che si possono tranquillamente incasellare nella categoria “quaità dea vita”. Ea quaità dea vita barese non me ga mai piasest nè me ga mai stimoeà. Tutto questo tran tran si è struzzulato nel corso degli anni, finchè, nadì di qualche anno fa, per ragioni musicali, mi capitò di scì per qualcheddì abbari peffà na jam session ke nu gruppe de malamende con i quali non avevo mai perso i contatti. Ladì karrevabbe abbare, sciebbe subbete per una vendina di minuti affarme nacamenata a un noto panificio barese per strafocarmi, è la parola asatta, na menza roda de fecazz.
Fu tanne che mi accorsi che la fecazz era una delle componenti gagliarde delle mie radici, che guarda ea combinasiòn, iniziarono da allora a venire allo scoperto. Nei giorni seguenti mi accorsi che ea quaità dea vita verso la quale avevo formulà dei giudizi pesanti negli anni precedenti, la osservavo stavolta con altri occhi, nel senso che dall’odio era passato alla tenerezza. E contemporaneamente mi avvertivo che parlavo soltanto in dialetto collamisci, con gli incontri occasionali òbbar, ò giornalaio, e che sopogneccòse penzavo in dialetto. Quanne me ne venièbbe ndrète, tornandomene a risciacquare i panni in laguna, me ne avvertii che la fecazz, u dialetto, Bbari vecchio e la follia de la baresità avevano sempre fatto parte di me, malgrado il loro letargo detandànne. Fu acchessì che mi venne in mente di mandare in mona le mie ubbìe e di cercare di mettere ordine, si fa per dire, nel mio patrimonio linguistico barese. Cosa che ho cercato di fare con il massimo delle mie capacità di ricerca, di razionalità, di curiosità, di tenerezza, e, sopra ogni cosa, di senso dell’umorismo, senza l’aiuto del quale, no gavarìa scritto manco na mesa paginetta.
Mi resta perciò il sottile piacere di rengrazzià na menza rota de fecazz ka me strafequàbb diversi anni fa in una panetteria del centro murattiano. Gò proprio caro.

* * *
Sono soltanto tre esempi di traduzione dall’italiano tutto sommato abbastanza elementari e grossolani. Il fatto importante è che possono funzionare da innesco sia in me che in qualche eventuale amico lettore. Già di per sé un fatto del genere riveste una sua rapinosità.
E’ chiaro a chiunque che la manipolazione della forma parlata e scritta può procedere all’infinito. Come in tutti i processi creativi la difficoltà più inquietante e più subdola consiste nel decidere quando fermarsi con la manipolazione di cui sto parlando. Fermarsi significa, e non è cosa da poco, decidere che i meccanismi utilizzati nell’operazione sono ormai venuti tutti allo scoperto, sono ben oleati e, soprattutto, hanno in sé una certa qual ineluttabilità. Decidere cioè che meglio di così non si può fare. Questa “ineluttabilità” ha in sé una contraddizione fondamentale che è quella che la stessa ineluttabilità di cui sto parlando, può essere comunque sempre spostata in avanti nel tempo e nello spazio. Se questo è vero, come è vero, o come a me appare vero, vuol dire che il cammino è appena appena iniziato, seppure in maniera molto elementare e ancora molto approssimativa. L’importante però, per quello che mi riguarda, è aver dato la prima spinta, quanto meno a me stesso.
franz falanga
Admin
Admin
Admin

Messaggi : 267
Data d'iscrizione : 16.02.08
Località : Provincia di Treviso

http://www.franzfalanga.it

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty AGGIORNO ME STESSO

Messaggio  Admin Ven Set 02, 2011 6:16 pm

A distanza di un anno e mezzo riscriverei la traduzione numero 1 con qualche modifica. Eccovi qui dunque la prima traduzione con le nuove modifiche.

Quànne tandànne fà, pè quistiòne de fatìche e non soldànde de fatìche, me ne scjièbbe dabbàre, l’ànne dope m’acchjiàbbe nu bèlle probblème mmènzallemane. L’amìsce mì, chide barìse e chide frastjìere, m’addemannàvane sembe ce me venève mà la nostalgìe dellaterramè. Ka pò, fine a nu certe punte iere la mè, percè attàneme iere nate a Nàbbue.
Ma jè nùdle a pèrde tjìembe, la mègghjia parte de la vita mè la sò passata abbàre e debbàre ve vògghjìe parlà.
Attuttechìde ka m’addemànnene della nostalgia mè, nge pòzzeaddìsce ka, tutto sommato, ngòcche rechiàme me pòte venì cchiù do Vènete (addò tand’ànne fà me laureàbbarchitètte) ka dabbàre.
Eppò, ea dìsce ca non sò mà avùte bèdde rappòrte kecùssepajìse. Ammè nommammà piasciùte come se cambabbàre, pettùttenasèrie de fàtte. Comùngue, na sèra de duotrè annefà, scjièbbe abbàre pessenà chellamìsce mi, nabèlla màneche de malacàrne. Appenarrevàbbe però, sènza sapè né lèsce e né scrìve, me ne scjìebbe de fòdde ànnu panefìgge e me frecàbbe na mènza ròta de fecàzze.
Indaccùde momènde asàtte penzàbbe kavèvacchiate na radìsciamè. La fecàzze uagnùne! Chède ière la radiscia prengepàle. La fecàzze!
La dìa dòppe me n’avvertjièbbe ka la qualetà de la vìte ka jìndallànne passàte non me piascève, stavòlde la uardàve senzòddjie. La uardàve, còme se pòte addìsce, la uardàve cu sorrìse sòpa alla vòcche. E contemboraneamènde me n’avvertève ka kelamìsce mì parlàve u barèse, còme pùre parlàve u barèse obbàr, o giornalà, ma sopogneccòse penzàve cu dialètte mì.
Aqquànne me ne venjìebbe arrète a sciacquà le pànne jìnde alla lagùne, mavvertjìebbe ka la fecàzze, u dialètte, Bbàre vècchie e ucervjièdde sdraittàte delle barìse avèvene sèmbe fàtte pàrte de mè, malgràde ière dacchiù dedesciànne ka me dermèvene jindòcòre. Fu acchessì ka penzàbbe de mannà affangùle tutte u vècchie gebellère ka tenève ngàpe e cercàbbe darreggettà la recchèzza mè dudialètte barèse. Còse ka sò cercàte de fà cu massimembègne e, sobattùtte, cu piascère de rìde. Sènze u piascère de rìde non avèsse petùte scrìve mànghe na pagenètte.
Peccùsse me rèste u piascère criùse di rengrazià na mènza ròte de fecàzze ka me frecàbbe ngocchejànne fà jìnde ànnu panefìggjie du cèndre murattiàne. Me pàre nabbèllacòse.
franz falanga


Ultima modifica di Admin il Sab Set 03, 2011 4:05 pm - modificato 1 volta.
Admin
Admin
Admin

Messaggi : 267
Data d'iscrizione : 16.02.08
Località : Provincia di Treviso

http://www.franzfalanga.it

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty MIE MANIPOLAZIONI SUL DIALETTO

Messaggio  felice.alloggio Sab Set 03, 2011 6:11 am

Ce casìne Falànghe!!!
Però bisogna anche dire che talvota dal caos nascono buone cose.
Ciao Felix
felice.alloggio
felice.alloggio

Messaggi : 139
Data d'iscrizione : 21.02.08
Località : Bari

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty PER L'AMICO FELIX

Messaggio  Admin Sab Set 03, 2011 7:35 am

Beh! Lusinghiero il tuo giudizio del quale ti ringrazio. Non c'è dubbio che se dovessi riscriverlo oggi, a differenza di quello scritto ieri, lo riscriverei ancora in altra maniera. E così via di seguito. E non certamente perchè non ho le idee chiare, sfido chiunque ad avere le idee graniticamente chiare, ma perchè il dialetto mi mette in condizioni di sperimentare, sperimentare, sperimentare, sperimentare. Ciò detto ti chiedo una cortesia, fai per me un salto nel tuo negozio di focacce preferito, accàttete na menza rote de fecàzze e mangiatìlle alla saluta mè. Sentirò da qui la frangraza di quel cibo degli dei. Stammi bene Felix, fraterni saluti, e ancora grazie. franz falanga
Admin
Admin
Admin

Messaggi : 267
Data d'iscrizione : 16.02.08
Località : Provincia di Treviso

http://www.franzfalanga.it

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty Focaccia barese

Messaggio  felice.alloggio Sab Set 03, 2011 3:28 pm

Caro Franz,
a proposito di focaccia devi sapere che qualche giorno fa, ahimè, è deceduto Mimmo Fiore, titolare dell'omonimo panificio Fiore sito in Palazzo di Città in Bari vecchia. La Gazzetta del Mezzogiorno lo ha ricordato con un bell'articolo, io ho scritto una lettere al Direttore, ricordando Mimmo Fiore e la focaccia barese.
Forse sarai al corrente che in quel di Altamura un esercizio MacDonald che aveva aperto un punto vendita proprio di fronte ad un panificio, è fallito per la tenacia ed onesta concorrenza della nostra focaccia che ha resistito ai fastfood macdonaldiani. Evviva il nostro triangolo di focaccia dunque che, come sai, cotta in contenitori rigorosamente di forma rotonda, va mangiata prima dalla sua punta morbida per terminare triturando i suoi bordi croccanti e leggermente bruciacchiati. E, mi raccomando se ti dovesse capitare, di consigliare soprattutto i bambini, dicendo loro che "le pemedùre scazzate" vanno mangiati e non buttati per terra.
Ciao Franz e buona fine settimana.
Felix
felice.alloggio
felice.alloggio

Messaggi : 139
Data d'iscrizione : 21.02.08
Località : Bari

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty DIALETTO BARESE: DIALOGO VIA MAIL TRA UN PRESUNTUOSO ED UN GIORNALISTA

Messaggio  Vittorio E. Polito Mer Set 07, 2011 4:54 pm

DIALOGO VIA MAIL TRA UN PRESUNTUOSO ED UN GIORNALISTA


Presuntuoso:
«Ho letto il tuo interessante articolo (…). Una bella recensione che merita il nuovo libro di… Peccato che c’è una nota stonata a proposito del titolo di uno spettacolo in dialetto che hai scritto erroneamente: «Jarche vasce».
Se ricordi bene, ne abbiamo discusso più volte che la corretta ortografia dialettale del titolo in questione è: “Iàrche vassce”. Ma se hai letto attentamente i cenni grammaticali inclusi nel mio (…), avrai sicuramente notato come si scrive correttamente Iàrche vassce.
Scusami questa puntualizzazione, ma come ben sai: «Il dialetto barese è una cosa seria!» e, anche tu, come altri appassionati del dialetto, non hai colpa perché da più di trent’anni si continua a scrivere sbagliato il titolo del summenzionato spettacolo dove purtroppo nessuno è intervenuto con decisione. Non credi che è giunta l’ora di mettere un po’ d’ordine nel nostro genuino e nobile dialetto? Io ci sto tentando, con molto successo, nei vari incontri culturali dove mi è possibile essere presente.»


Giornalista:
«Mi spiace del tuo appunto. Quando si richiamano opere o titoli di pubblicazioni altrui si è tenuti a riportare quanto è scritto nell’originale documento. Nessuno può arrogarsi il diritto di apportare modifiche e correzioni. Per esempio il titolo del libro di (…) “…” anche se è palese che non è corretto va indicato esattamente come è scritto. Non siamo tenuti ad apportare alcuna correzione. Pertanto non è proprio il caso che ricordi a me che “Il dialetto barese è una cosa seria”. Ne abbiamo già parlato più volte anche in occasione della pubblicazione del libro dell’ (…) “…”. Forse hai dimenticato che volevi correggere le poesie e qualcuno ti ha detto che dovevi lasciarle in originale? È d’obbligo rispettare i titoli originali. Quindi è inutile ogni polemica.»


Presuntuoso:
«Mi dispiace che ti sei dispiaciuto del mio appunto, ma è qui il nocciolo della questione. Uno studioso del dialetto, come uno studioso della lingua italiana e di altre materie, deve essere molto attento alle distrazioni nonché agli errori degli altri non per correggere, sia ben chiaro, ma per migliorare sempre più quello che ci hanno lasciato, grandi e piccoli autori della letteratura e della poesia dialettale barese.
A proposito del “…” è evidente che c’è stato un errore di grafia perché, scusami la puntualizzazione, nell’ortografia barese, come il Barese, non ha mai pronunciato e scritto “…”, ma “…”. Questa è una regola grammaticale documentata. E se non ricordo male anche tu l’hai rispettata nell’articolo pubblicato su “…” , proprio parlando dei libri di (…). Dirò di più a tale riguardo che proprio il bravo e umile (…) ha corretto “…” nel suo articolo pubblicato su (…), sia nel titolo, sia all’interno del testo. Ecco dove si distinguono i grandi giornalisti, scrittori e drammaturghi non solo nel dialetto di Bari.
Per quanto concerne le poesie che volevo correggere nel volume dell’(…), le ho lasciate volutamente in originale, per far notare, e quindi, evidenziarle, a chi ha letto il libro che non c’è “la grafia” del dialetto barese, ma diverse, per ciascun poeta.
Credimi, dopo, autorevoli studiosi ed esperti del dialetto me l’hanno fatto notare. Quindi nessuno mi ha convinto.
Sono d’accordo con te che è inutile ogni polemica al riguardo, ma queste cose vanno precisate e puntualizzate per la salvaguardia, la difesa, la valorizzazione, la divulgazione e il rispetto della nostra lingua madre!»


Giornalista:
«Ripeto che stai facendo una inutile ed esagerata polemica. C’è modo e modo di dire le cose e non certamente come hai fatto tu con le mail che mi hai inviato. Io non sono un dialettologo, non sono un poeta e non sono uno scrittore, riporto le cose come sono in originale e posso anche sbagliare, come tutti, ma tu non avresti dovuto scrivermi con il tono del maestro (?). Io scrivo in italiano e non in dialetto per cui non sono affatto tenuto a conoscere il dialetto ed a scriverlo correttamente come tu vorresti.»


Presuntuoso:
«Non pretendo che tu debba scrivere in dialetto per tenermi contento. Capisco perfettamente che studiare la lingua barese è più difficile della lingua italiana. Credimi, non volevo con le mie mail fare una inutile ed esagerata polemica, non era nel mio intento.
La prima lettera era semplicemente uno scambio di opinione, amichevole e costruttiva, tutto qui. Forse ho esagerato nella “nota stonata?” è un modo di dire.
Mi spiace veramente che ti sia offeso. Se sono stato più severo nella seconda mail, è solo per rispondere alla tua, ma l’ho fatto, credimi veramente, sempre per una discussione amichevole e costruttiva.
Comunque se credi che io abbia esagerato ti chiedo scusa, dichiarando fin d’ora che non ci sarà più occasione di discutere sul dialetto scritto e parlato. Non è nella mia indole litigare, né voglio sembrare un perfezionista. Sono solo un innamorato della mia città nel bene e nel male dove molto spesso pago amaramente per questo amore sviscerato che ho per Bari e, soprattutto, per il dialetto.»


SIAMO NELL’ANNO 2005 E FU COSÌ CHE MENTRE IL GIORNALISTA, PRIMA DI QUESTO DIALOGO, SCRISSE MOLTE NOTE A FAVORE DEL PRESUNTUOSO INTERLOCUTORE, DOPO QUESTA INSULSA CONVERSAZIONE, OGNUNO PRESE LA SUA STRADA E COSÌ IL PRESUNTUOSO È STATO DA QUEL DÌ IGNORATO. OGGI È ANCORA OGGETTO DI SCARSA CREDIBILITÀ DA PARTE DI POETI E SCRITTORI DIALETTALI. INSOMMA LUI SE LA SUONA E LUI SE LA CANTA.

N.B.: Eventuali errori presenti nei testi sono da imputare agli stessi dialoganti.


Ultima modifica di Vittorio E. Polito il Mar Ott 04, 2011 9:10 am - modificato 1 volta.
Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty DATEGLI UN'OCCHIATA

Messaggio  Admin Mar Ott 04, 2011 8:38 am

Date un'occhiata al sito di Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Dialetti_della_Puglia
potrebbe interessare.
franz falanga
Admin
Admin
Admin

Messaggi : 267
Data d'iscrizione : 16.02.08
Località : Provincia di Treviso

http://www.franzfalanga.it

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty LA LETTERA J NEI DIALETTI

Messaggio  Vittorio E. Polito Mer Ott 05, 2011 5:36 am

ANCORA UNA SMENTITA A COLORO CHE SOSTENGONO CHE LA J NON FA PARTE DELL'ALFABETO ITALIANO E QUINDI NON DOVREBBE ESSERE USATA NEANCHE NEL DIALETTO BARESE. SOLO SCIOCCHEZZE.

DIALETTI SVIZZERO-ITALIANI E DEL NORDITALIA
ABCC' DEF GIJLMNOPQ R STUVZ


J - Pronunciare come la j in francese (journal). Altri rendono questa consonante con sg, che io trovo poco pratico perché complica la lettura.
Janéi - Gennaio. A Dalpe jénéi. - (janei, sgianei, jenei, sgenei)
Janòt, Gianòt - Costantino Gianotti, o Genotti (26.11.1831-1.6.1878), "ultimo brigante del Ceneri", il cui nome è evocato ancora oggi dai vecchi nei comuni di Airolo e Quinto. Patrizio di Quinto ma nato a Brugnasco e domiciliato a Madrano, sposato due volte, tre volte padre, Gianotti/Genotti fu protagonista nella notte del 12-13 ottobre 1864 dell'ultimo fatto di sangue sulla strada allora malfamata del Monte Ceneri, quando alla testa di una banda di briganti assaltò la diligenza federale che collegava Flüelen (Uri) a Como-Camerlata. Nell'assalto rimase ferito mortalmente un 25enne negoziante milanese. Sei dei briganti furono arrestati poco dopo, Gianotti il 19 ottobre, dopo che si era rifugiato a Milano da una sorella. Tradotto in Svizzera, fu processato a Bellinzona e condannato a morte il 22.11.1866. La pena capitale fu commutata in reclusione a vita dal Gran Consiglio il 1.3.1867. Gianotti morì nel penitenziario di Lugano di "enterite lenta" il 1.1.1878. Bibliografia: Su di lui si veda il capitolo "Il mandriano brigante" in Plinio Grossi, "Ticino nero", Fontana Ed., Pregassona, 2008, pp. 40-47, con riproduzione di documenti d'epoca. Lo stesso Grossi gli aveva già dedicato due pagine (166-167) nel libro "Il Ticino del primo '800", Fontana Ed., 2000, e un articolo su "Azione" del 1.5.1980, citato da Beffa alla voce Sgianòtt (p. 275). A Gianotti (ma chiamandolo Cinotti) accenna (p. 67) anche Paul Hugger, in "Rebelles et hors-la-loi en Suisse", Lausanne, 1976 (orig. ted, Zürich, 1976), citando in part. il Bollettino storico della Svizzera italiana, 16, 1894, p. 120. Nel capitolo "Bandits tessinois" (pp. 65-89) Hugger dedica tutta la sua attenzione a Luigi Pagani detto Mattirolo (1813-1902), "bandito sociale del Mendrisiotto". Nota: nei documenti d'epoca si trova per lo più il cognome Genotti. Nell'Ottocento si trova però spesso scritto "e" per "ia", come Genella per Gianella e Gennini per Giannini. Altre info alla pagina COGNOMI. - (Janott, Sgianott, Gianott)
Jarè - Gelare. Ind. pres.: i jèri, ti jèrat, u jèra, i jèrum, i jarì, i jèran. - (sgiarè)
Jaróla - Fibre collagene (?) = fibre del tessuto connettivo responsabili della resistenza alla trazione dei tessuti di cui fanno parte. La mamma, da cui ho sentito usare la parola, mi ha indicato che la jaróla è una materia gelatinosa che si trova a volte anche nella carne a tavola. Dopo essersi rotta una spalla, mi ha spiegato che questa "specie di gelatina" si forma prima del "callo osseo". - (jarola, sgiarola)
Jè, ajè - Già.
Jént (s. masch) - Persona (di sesso maschile, non si usa al femminile): um bràu jént = una brava persona, un brav'uomo; um brüt jént, un gram jént = un tipaccio; l'é mia um brüt jént = non è un brutto tipo. La jént (s. fem. collettivo) = la gente. Cumé la jént, 'mé la jént = in modo educato, "come si deve": "cumpòrtat 'mé la jént" = "comportati da persona educata", "mèngia 'mé la jént" = "mangia da persona educata". - (jent, sgent)

Jèrla - Gerla a bacchette distanziate, per trasportare fieno, fatte di betulla secondo quanto ha indicato un anziano bleniese che le faceva, Guido Togni, alla rivista Tre Valli (maggio 2008, p. 23). Diversa dal sciüéi: v. a questa voce. Fig.: persona chiacchierona, sciocca, inaffidabile. Secondo il VSI il termine ha soppiantato il più vecchio e da me mai sentito c'arg'èiscia, che lo stesso VSI dà non solo per Airolo - confermato da Beffa cit., anche nel senso figurato - ma anche per Quinto. - (jerla, sgerla, c'arg'eiscia.
Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty La ‘Majèste’, pioniera della moderna maestra d’asilo. Dal "Giornale di Puglia"

Messaggio  Vittorio E. Polito Gio Ott 13, 2011 7:51 am

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Giorna14

http://www.giornaledipuglia.com/2011/10/la-majeste-pioniera-della-moderna.html

La ‘Majèste’, pioniera della moderna maestra d’asilo

pubblicato
• giovedì 13 ottobre 2011

di Vittorio Polito

Alcuni quotidiani hanno pubblicato la seguente notizia “A Bari l’alternativa casalinga all’asilo nido privato”. Un progetto finalizzato a formare “mamme educatrici” per mettersi in gioco come imprenditrici per realizzare un servizio innovativo sperimentale, insomma una specie di asilo nido “casalingo”.
Ma il progetto non è affatto innovativo, si tratta di un semplice ritorno al passato, con qualche aggiornamento. Vito Maurogiovanni ricorda la figura della “maijesta” nel suo libro “Cantata per una città” (Levante Editori). Negli anni in cui non esistevano gli asili, i bambini venivano lasciati in custodia alla signora maestra, severa ed eretta, una via di mezzo tra l’attuale babysitter e la maestra dell’asilo, poiché “sorvegliava” soprattutto bambini in età prescolare, anche piccolissimi, che le mamme lavoratrici affidavano alla sua custodia.
La “maijesta”, sostituiva, si fa per dire, l’asilo che mancava. Solitamente era una donna anziana, povera, nubile e sola, conosciuta in chiesa o in qualche sottano (locale alla strada), dove viveva, trattenendo i bambini mediante compenso con qualche soldino o con qualche regalo in natura. Il suo sottano (locale a livello stradale), era arredato con panchette e panchettine di legno, un tavolo, una bacchetta, una brocca con l’acqua, dalla quale tutti i piccoli attingevano per dissetarsi. I bambini con i propri cestini, si sedevano ai loro rozzi posti e la signora “maijesta” li tratteneva facendoli cantare e giocare fino a mezzogiorno, poi fuori i cestini, ed i piccoli mangiavano quel po’ che avevano portato da casa (fichi secchi, ‘chiacune’ e pane).
L’episodio della ‘maijesta” è stato ripreso anche da Linda Cascella nel suo capitolo “La baresità al femminile” (“Baresità, curiosità e…” Levante Editori), che ne fa una piacevole descrizione.
“Ho verificato tra i miei amici – perché ad un certo punto mi sono chiesta dove avessi vissuto finora – che non ero l’unica a non sapere di un altro mestiere piuttosto diffuso, quello della maijesta. Non parlo della maestra di scuola, alla quale confesso di aver subito pensato, ma della progenitrice di quella figura professionale che oggi in Francia si chiama assistente materna. Quando i bimbi che “circolavano” in casa erano tanti e non c’erano ancora gli asili, i più piccini venivano affidati alle cure di queste donne Ho avuto modo recentemente di fare una piacevole chiacchierata con una anziana signora alla quale ho chiesto se ricordava questo mestiere. Ha annuito sorridendo dolcemente, come se avessi ridestato un ricordo piacevole, e mi ha raccontato che quando era piccina, tra i suoi compiti c’era quello di accompagnare i due fratellini più piccoli, di uno e due anni, dalla maestra. Lei invece, che di anni ne aveva cinque, doveva aiutare la madre nelle faccende domestiche. I fratellini restavano dalla maestra fino al primo pomeriggio quando, sempre lei, andava a riprenderli”.
La “maijesta” ha ispirato anche qualche poeta ad immortalarla e ad esaltarla con propri versi, come ha fatto Peppino Zaccaro, un poeta dialettale barese, che l’ha ricordata nella simpatica poesia che segue.
La scrittura diversa del termine ‘maestra’ in dialetto barese è dovuta al modo in cui scrivono i vari autori.


La Maijèste

di Peppino Zaccaro

Ijnde a Barevècchie
mbonde a na strattuècchie
sott’o uarchengijdde
a nu settane a preppedagne
a chemmà Jangeline la garbenère
vonne le pecceninne
da la matine a la sère
acchembagnate da le mammere
che uanghètte, cestine e seggetèdde
chiangènne e che l’ècchie du sènne.
Mazze e panèlle
fascene le figghie bbèlle,
Staddeve citte
ca mò vène papunne
grite che voscia grosse
la maijèste Angeline
racchendanne storrie e storièlle
canzone e canzongine
e tutte abbattene le manine.
Ce pascijènze, ce sbattemijnde
pe cherrèsce chidde sckacchiatijdde.
Tècche de cambane
se sèndene lendane
se jabbrene le cestine
che la merènne
e facènne u segne de la crosce
prèghene acchesì le pecceninne:
«A menzadì senanne
uangiue candanne
Madonna mè du cijle
a Tè me raccomanne».
Parèvene acchijatate
chidd’aneme nnocènde
mbèsce a l’mbrevvise
acchemenze u tramote
facènne de cchiù la jose
che la maijèste sènza cchiù
nu picche de vosce.
Jè sèmbe fèste
acquanne le pecceninne
vonne a la maijèste.

La Maestra
di Peppino Zaccaro

In Barivecchia
in fondo ad una stradina
sotto un piccolo arco
in un locale a piano terra
a comare Angelina detta la carabiniere
vanno i bambini
dalla mattina alla sera
accompagnati dalle mamme
con panchetto, cestino e sediolina
piangenti e con gli occhi del sonno.
Con il bastone e le carote
si fanno i figli educati.
State zitti
che ora viene l’orco
grida con voce grossa
la maestra Angelina
raccontando storie e storielle
canzoni e canzoncine
e tutti battono le manine.
Che pazienza, che agitazione
per sopportare quei piccoli.
Tocchi di campane
giungono da lontano
si aprono i cestini
con la colazione
e facendo il segno della croce
così pregano i bambini:
«A mezzogiorno mentre suonano le campane
gli angeli cantano.
Madonna mia del cielo
A Te ci raccomandiamo».
Sembravano tranquille
quelle anime innocenti
invece all’improvviso
incomincia il disordine
facendo sempre più chiasso
con la maestra senza più voce
È sempre festa
quando i bambini
vanno dalla maestra.





Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty Da Michele Lucatuorto ricevo un'altra poesia sulla "Maijestre" e volentieri pubblico

Messaggio  Vittorio E. Polito Ven Ott 14, 2011 2:15 pm

" La maijestre "

di Michele Lucatuorto

Ci jiè bbèlle la maijestra mè de l'asìile,
bbèlle accòme u màre, accòme u cìile.
Ngi'aspètte ogne matìine cu sorrìise
che vàle cchiù de tùtte le terrìise.
Ngi'aspètte sèmbe a vràzze apèrte,
p'acchemenzà, che nù, u mègghie congèrte.
Nzìime, candàme, scequàme e ballàme.
Nù sìime acchessì chendènde,
ca jìnde o scèche, nge pàsse pùre
quàlche delòre de vènde.
Ce, inzìime a le carèzze,
nge scàppe pùre nù vàse,
te scùrde pùre ca, fòre, tìne na càse.
Tùtte attùrne sìinde sùune
de zambògne e de violìine,
accòme acquànne nàsce Gesù Bammìine.
Velèsse remanì pe sèmbe all'asìile
pe jièsse strìtte fòrte, forte o còre
p'avè, da la maijestre, tànde amòre.


Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty LA LETTERA J NEGLI ALFABETI LATINO E GRECO

Messaggio  Vittorio E. Polito Mar Nov 01, 2011 6:46 am

LA LETTERA J NEGLI ALFABETI LATINO E GRECO


DA WIKIPEDIA
L'alfabeto del latino è il seguente (tra parentesi le lettere non usate in epoca classica):
A B C D E F G H I (J) K L M N O P Q R S T (U) V X Y Z

• L'alfabeto originario non comprendeva lettere minuscole, che furono introdotte all'epoca di Carlo Magno.
• La lettera V, che aveva doppio valore, vocalico e semiconsonantico (/u/, come in puro, e /w/, come in tuono), ebbe come minuscola u; in seguito, verso il XIX secolo[senza fonte], si scelse di sdoppiare V, u in V, v dal valore semiconsonantico o consonantico e U, u dal valore vocalico.
• La lettera J fu introdotta durante il Medioevo per indicare il valore semiconsonantico di I (/j/, come in aiuto); ebbe meno fortuna dello sdoppiamento di v e u, tant'è vero che ad oggi nelle edizioni di testi letterari latini arcaici, classici o tardi (non medievali) non è quasi mai usata la lettera j, sostituendola con la i, mentre la u consonantica è segnata con v.

L'alfabeto latino consiste oggi di 26 caratteri (o lettere), di seguito rappresentati in maiuscolo e minuscolo:

Le lettere maiuscole
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
Le lettere minuscole
a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z
Questa in realtà è la versione moderna ed estesa dell'alfabeto latino. Gli antichi Romani infatti usavano solo 23 lettere, non conoscendo la J e la W, di origine anglosassone, mentre la lettera U fece la sua comparsa agli inizi del Rinascimento.
Cenni storici
L'alfabeto latino nasce nell'VIII secolo a.C. da quello greco occidentale (probabilmente dalla colonia magnogreca di Cuma), per derivazione diretta, o secondo alcuni, tramite quello etrusco. In origine era composto di 20 caratteri, passati presto a 21 attorno al 230 a.C. con l'aggiunta della lettera G ad opera del console Spurio Carvilio Ruga; le lettere J, U, W, Y e Z erano sconosciute. Durante l'epoca repubblicana, con il crescere dell'influenza greca su Roma, furono introdotte due ulteriori lettere, la Y e la Z, per riportare in latino i corrispondenti caratteri dell'alfabeto greco. L'alfabeto latino arrivò così a 23 lettere. I grafemi W e J furono introdotte nel Medioevo per scrivere varie lingue nazionali (in particolare il primo fu introdotto dagli anglosassoni nel VI secolo, il secondo si diffuse nelle lingue romanze occidentali e anche in italiano) mentre la distinzione tra u e v è tarda, in quanto risale agli umanisti.

E DA:
http://translate.google.it/translate?hl=it&langpair=en%7Cit&u=http://www.omniglot.com/writing/latin.htm

Moderno alfabeto latino

L'alfabeto latino moderno è composto da 52 lettere, sia maiuscole e minuscole, più 10 numeri, segni di punteggiatura e una varietà di altri simboli come &,% e @. Molte lingue aggiungere una varietà di accenti alle lettere di base, e alcune anche usare le lettere extra e legature .
Le lettere minuscole sviluppato dalle versioni corsiva delle lettere maiuscole.
Maiuscolo
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTU VWXYZ
Minuscolo
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTU VWXYZ
Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty USO DELLA LETTERA J NELLE POESIE ANTICHE E MODERNE IN DIALETTO ROMANO

Messaggio  Vittorio E. Polito Mar Nov 01, 2011 6:57 am

La Giustizia
di G. G. BELLI (1791-1863)

Tra le quattro vertù ch’er monno spera
ch’averiano d’avé li cardinali
ce sta dipinta la Giustizia vera
come l’hanno da fa li tribunali.

Tiè in mano uno spadone e ‘na stadera:
carca un agnello sutto li stivali:
e stà bennata có ‘na benna nera,
quann’io pé me je metterìa l’occhiali.

Ma come, cristo!, ha da trovà la strada,
cusì orba la povera Giustizia,
de contà l’oncia e de calà la spada?

Come pò vede mai si la malizia
de li curiali je dà grano o biada,
e s’è zucchero-d’orzo o regolizzia?

La droga
di ALDO FABRIZI (1905-1990)

Quanno ch'er tossicomane novizio,
sia marujana, ascisce o cocaina,
se pò curì e guarì, ma la rovina
è quanno er male nun è più a l'inizio.

Li primi giorni, pe' carmà er supplizio
de quelli intossicati de morfina,
co' 'na puntura d'acqua e simpamina
je fanno er trucco pe' ingannaje er vizio.

C'è un trucco p'ogni specie de drogato,
presempio a un cocainomane, je danno
'na pizzicata de bicarbonato?.

Ma ar caso mio, mannaggia li pescetti,
che so' Pastasciuttomane, che fanno?
Me fanno 'n'ignizione de spaghetti?
Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty PREMIO DI POESIA IN VERNACOLO "IL MIO CUORE, LA MIA TERRA, LA MIA VITA" edizione 2011

Messaggio  Vittorio E. Polito Gio Nov 03, 2011 7:27 pm

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Uil_po11
Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty RE: PREMIO DI POESIA IN VERNACOLO "IL MIO CUORE, LA MIA TERRA, LA MIA VITA" edizione 2011

Messaggio  Vittorio E. Polito Sab Nov 05, 2011 7:53 am

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Nuova_10

5 NOVEMBRE 2011, PAG. 17
DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Quotid14
Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty RE: PREMIO DI POESIA IN VERNACOLO "IL MIO CUORE, LA MIA TERRA, LA MIA VITA" edizione 2011

Messaggio  Vittorio E. Polito Lun Nov 07, 2011 9:59 am

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Premio11
Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty PREMIAZIONE CONCORSO POESIE UILP PENSIONATI 2010-2011 - VI EDIZIONE

Messaggio  Vittorio E. Polito Gio Nov 10, 2011 6:48 pm

QUESTA LA POESIA

A L’ALDA VÀNNE DU CIÙCCE
di Vittorio Polito


Non zò passàte cind’anne, ca temerùse,
la fèmmene e le figghie pecciùse,
jìnd’alle casere stèvene achiùse
a servì u marìte, ca, pagghiùse,

le chemmannàve a bacchètte
mèndre jìdde, vestùte a lecchètte,
maffiùse, e che la bombètte,
scève a scequà a zeghenètte

ogne sère jìnd’a la candìne
addò acchiàve magàgne e casìne
e addò tanne tanne, u scacchiatjìdde,
come a nùdde, assève u chertjìdde!

Che la carròzze se scèv’attùrne
tanne ière assà devèrse u munne
la fèmmene, jìnd’a la famìgghie,
avèva pelzà la case e fa le figghie!

Non ère bèlle u munne d’ajìre
e mèndre m’auuàndene sti penzjire,
me vène ngàpe u munne de jòsce
addò se cambe velòsce velòsce

addò tenìme la televisiòne
addò sa scherdàte la ducazziòne
addò la mamme allasse le figghie
addò seccedene le pestrìgghie

addò la fèmmene s’ave descetàte
addò la fèmmene s’ave mangepàte
e va aggerànne strata stràte
che le cosce dafòre e tutte pettàte!

Cusse munne me pare reveldàte
la fèmmene u trone s’à frecàte
e dritte dritte, tòtte fettucce,
iàve zembàte... (a passàte) all’alda vànne du ciùcce!

11.03.2011

ALL’ALTRA PARTE DELL’ASINO
di Vittorio Polito


Non son passati cent’anni, che timorosi,
la donna e i figli capricciosi,
nelle case vivevano relegati
a servire il marito, che, borioso,

li comandava con gran rigore
mentre lui, vestito elegante,
mafioso, e con la bombetta,
andava a giocare a zecchinetta

ogni sera nella cantina
dove trovava vizi e casino
e dove d’improvviso, il lazzarone
con facilità tirava fuori il coltello!

Con la carrozza si gironzolava
allora il mondo si differenziava
la donna, nella famiglia,
doveva pulire la casa e fare i figli!

Non era bello il mondo di ieri
e mentre mi catturano questi pensieri
mi viene in testa il mondo di oggi
dove si vive frettolosamente

dove teniamo la televisione
dove è dimenticata l’educazione
dove la mamma abbandona i figli
dove succedono gli imbrogli

dove la donna si è svegliata
dove la donna si è emancipata
e va girando per le strade
con le cosce scoperte e tutta truccata!

Questo mondo mi pare capovolto
la donna il trono ha conquistato
e dritta dritta, tutta azzimata,
ha saltato... all’altra parte dell’asino!


E QUESTO IL PREMIO:

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Imgp5210

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Imgp5213
Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty PREMIAZIONE CONCORSO POESIE UILP PENSIONATI 2010-2011 - VI EDIZIONE

Messaggio  Vittorio E. Polito Ven Nov 11, 2011 11:00 am

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Giorna21

http://www.giornaledipuglia.com/2011/11/gli-anziani-una-risorsa-anche-nella.html

Gli anziani? Una risorsa anche nella poesia
pubblicato
venerdì 11 novembre 2011


DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Imgp5214

di Roberta Calò

Giovedì 10 novembre 2011 presso l’Hotel Excelsior di Bari si è svolta la cerimonia di premiazione dei partecipanti al concorso di poesie in vernacoli pugliesi, organizzata dall’Unione Italiana Lavoratori Pensionati, in collaborazione con l’A.D.A. (Associazione di volontariato per i diritti degli anziani).

Sono ormai sei anni che la UIL organizza l’evento dedicato alla poesia nei vari dialetti della Puglia e l’iniziativa, oltre a conservare tutta la sua freschezza, vede ogni anno in crescita la partecipazione ed il consenso dei pensionati.

Per l’occasione è stata presentata la VI edizione 2010-2011 dell’Antologia “Il mio cuore, la mia terra, la mia vita”, che raccoglie tutte le poesie presentate nei vari dialetti con relativa traduzione a fronte e che ogni anno aumentano sempre di più.

Numerosi gli autori meritevoli di essere premiati e ricordati, ma come sempre vi sono perle che vanno esaltate per la grande forza poetica. Il primo premio è stato assegnato a Sante Valentino di Canosa di Puglia per la poesia “La Cumete” (L’Aquilone), mentre hanno meritato una speciale menzione: Dora Bruno, Michele Cafagna, Nicolina Capraro, Onofrio Caputo, Sabino Cardone, Emanuele Castrignanò, Concetta Conte, Vita Corallo, Francesco Cordella, Vito Antonio Corsini (Le uagnune de josce), Chiara D’Agostino, Maria Pia Devanna, Domenico di Gregorio, Norma Fumarola, Pasquale Frulli, Carmela Fasciano, Agostino Galati, Tomaso Giannelli, Anna Giannini, Giuseppe Gioia (Risveglio), Carlo Vincenzo Greco, Giovanni Lorusso, Michele Lucatuorto (Le carèzze de nù peccenìnne), Fedele Massante, Vito Mercadante, Leonardo Nicoletti, Giovanni Palmarini, Vito Petruzzellis, Albina Piazzolla, Aldo Elio Potente, Michele Pulpito, Leonarda Quaratino, Paolo Titton, Rosalia Sabino, Michele Vinci, Maria Zonno, Carmelo Zurlo.

Anche il nostro collaboratore Vittorio Polito, si è aggiudicata la coppa con la menzione speciale per la poesia “A l’alda vànne du ciùcce” (all’altra parte dell’asino).

Rocco Matarozzo, segretario generale Uil Pensionati di Bari e di Puglia, che firma l’introduzione, è del parere, condiviso, che «Uno dei principali obiettivi, quando di superano i sessant’anni, è quello di invecchiare bene. Ovviamente, il primo… ingrediente è la salute, senza la quale nulla è possibile o quasi. Ma paradossalmente la salute da sola non basta: bisogna trovare anche qualcosa che dia un senso alle giornate, soprattutto quando si arriva alla pensione; e cioè bisogna “reinventarsi” lo stile di vita». Ed i numerosi pensionati che hanno partecipato al concorso ne sono la prova schiacciante di quanto sostiene Matarozzo.

Il segretario generale della UIL pensionati, Romano Bellissima, scrive nella prefazione che «Utilizzare il dialetto è poi un valore aggiunto, perché da sempre testimonianza di tradizioni di un passato che vale la pena raccontare e confrontare con il presente. È significativo che il dialetto, i dialetti, siano riscoperti anche dai giovani artisti, registi, commediografi e soprattutto cantanti. E sono utilizzati non in chiave localistica, di chiusura all’interno delle proprie tradizioni, ma di apertura verso gli altri, in una dimensione italiana e globale».

Quanto sopra sta a dimostrare ancora una volta, che gli anziani rappresentano una risorsa e non un peso, anche se molti tendono a dimenticare l’importanza delle loro esperienze.

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Premia12


Ultima modifica di Vittorio E. Polito il Ven Nov 18, 2011 5:57 pm - modificato 1 volta.
Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty Re: DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO

Messaggio  Vittorio E. Polito Sab Nov 12, 2011 7:48 pm

SI PARLA DI BARESITÀ AL CIRCOLO UNIONE
Giovedì 17 novembre alle ore 20 presso il Circolo Unione di Bari (Teatro Petruzzelli), si svolgerà una serata dedicata a “Le Baresità”. Un excursus sui luoghi della cultura della nostra città: Basilica di San Nicola, Teatro Petruzzelli, Università degli Studi, Fiera del Levante, attraverso scritti di Giovanni Panza, Domenico Triggiani e Vito Maurogiovanni.
Interverranno: Vittorio Polito, Felice Alloggio, Emanuele Battista e Rosa Lettini Triggiani.
Alessandra e Delia Stallone eseguiranno al pianoforte musiche del compositore tedesco Moritz Moszkowski (1854-1925), tratti da “Danze spagnole” op. 12.
Dirigerà la serata, Francesco De Martino, professore ordinario di Letteratura greca e responsabile scientifico del Laboratorio di Mitologia del Dipartimento di Tradizione e Fortuna dell’Antico dell’Università degli Studi di Foggia.
Si accede per invito
.
Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty LE BARESITA' AL CIRCOLO UNIONE DI BARI - QUOTIDIANO DI BARI

Messaggio  Vittorio E. Polito Mer Nov 16, 2011 6:35 am

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Baresi10


Ultima modifica di Vittorio E. Polito il Mer Nov 16, 2011 5:31 pm - modificato 1 volta.
Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty LE BARESITA' AL CIRCOLO UNIONE DI BARI - BARISERA

Messaggio  Vittorio E. Polito Mer Nov 16, 2011 5:30 pm

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Barise13
DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Barise14
Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty LE BARESITA' AL CIRCOLO UNIONE - LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Messaggio  Vittorio E. Polito Gio Nov 17, 2011 8:17 am

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 La_gaz12
Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty LE BARESITA' AL CIRCOLO UNIONE DI BARI

Messaggio  Vittorio E. Polito Ven Nov 18, 2011 6:37 am

UNA SERATA DEDICATA ALLE BARESITA' AL CIRCOLO UNIONE DI BARI


Con il saluto di Giacomo Tomasicchio, vice presidente del Circolo Unione di Bari, ed alla presenza di un numeroso, attento e qualificato pubblico, nella splendida cornice del Salone delle Feste del prestigioso Circolo Barese, si è svolta la serata dedicata alle Baresità, che ha visto protagonisti Vittorio Polito, giornalista e scrittore, con i suoi libri "Baresità curiosità e..." e "Baresità e... maresità" (entrambi di Levante Editori), la Signora Rosa Lettini Triggiani, che ha letto alcune pagine da "La guerre di Troia" di Giovanni Panza, ed altre dal suo volume scritto con Domenico Triggiani "Da Adàme ad Andriotte" (Ed. Schena), oltre che altre poesie. Felice Alloggio, attore e commediografo ha declamato anch'egli alcuni brani di celebri poeti e scrittori, da lui tradotti in dialetto barese ed ancora inediti. Hanno declamato poesie anche Emanuele Battista e Peppino Zaccaro.
Il duo pianistico Alessandra e Delia Stallone, ha egregiamente allietato il pubblico con le belle musiche del compositore e pianista tedesco Moritz Moszkowski (1854-1925), tratti da “Danze spagnole” op. 12, riscuotendo un successo personale.
Ha diretto la serata Francesco De Martino, professore ordinario di Letteratura greca e responsabile scientifico del Laboratorio di Mitologia del Dipartimento di Tradizione e Fortuna dell’Antico dell’Università degli Studi di Foggia.


DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 1_imgp10
Il salone delle feste del Circolo Unione

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 2_imgp12
I protagonisti della serata: da sinistra: Rosa Lettini Triggiani, Felice Alloggio, il prof. De Martino, Vittorio Polito e Giacomo Tomasicchio, vice presidente del Circolo Unione

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 3_imgp10
Il duo pianistico Alessandra e Delia Stallone

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 4_imgp10
Il Pubblico
Vittorio E. Polito
Vittorio E. Polito

Messaggi : 1011
Data d'iscrizione : 17.02.08
Località : Bari

http://www.webalice.it/vittorio.polito/

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty LA BARESITA' AL CIRCOLO UNIONE DI BARI

Messaggio  felice.alloggio Ven Nov 18, 2011 10:55 am

Cari amici,
vorrei esprimere i miei ringraziamenti al vice presidente del Circolo Unione di Bari. dr. Giacomo Tomasicchio e al prof. Francesco De Martino, ordinario di Letteratura greca presso l'Università degli Studi di Foggia, per la splendida serata offerta. Da tempo a Bari non si assisteva ad un incontro di elevato tenore culturale, suffragato dalla presenza fra il pubblico di docenti universitari, prof. A. Luisi, latinista; prof. R. Stefanelli italianista e dantista, e lo stesso conduttore il prof. F. De Martino, responsabile del Laboratorio scientifico di Mitologia del Dipartimento di Tradizioni e Fortuna dell'Antico, che ha messo in evidenza, attraverso i lavori di illustri scrittori quali D. Triggiani, G. Panza e V.Maurogiovanni, lo stretto rapporto fra la Grecia antica e la Puglia, prima porta d'ingresso per l'occidente. Dopo i saluti del vice presidente e una nota introduttiva di Vittorio Polito, si sono alternate le letture di F.Alloggio e R.Lettini tratte dai lavori di questi autori hanno poi evidenziato quei "luoghi plurali" di cui tanto ha parlato e sui quali tanto si è soffermato il conduttore. In ordine strettamente cronologico sul tema delle Baresità contemporanea , luogo plurale è il giornale dei baresi, la Gazzetta del Mezzogiorno, 1887 (letture di F.Alloggio, relative a "Le barise e la Gazzètte", in V.Polito, Baresità Curiosità e... ); luogo plurale è la nostra Università, 1925 (lettura di F.Alloggio " della poesia del Nitti "Neversetà"); la Fiera del Levante, 1930 (letture di F.Alloggio relative a "Le barise e la Fère du Levande" in V.Polito, op.cit.). Sui temi mitologici letture di Rosa Lettini dal libro di G. Panza: "La uèrre di Troia: Iliade e Odissea chendate a la pobblazione"; sulla storia, letture di Rosa Lettini dal testo di D.Triggiani "Da Adàme ad'Andreotte". Ed ancora gli interventi dei poeti Peppino Zaccaro che ha letto "Na candàte pe tè" in memoria di Vito Maurogiovanni e E. Battista con la sua poesia "Na stèdde" . Le musiche eseguite al pianoforte da Alessandra e Delia Stallone e relative al compositore Moritz Moszkowski (1854-1925) e tratti da Danze spagnole, op.12, hanno fatto da corollario ad una serata davvero indimenticabile. Prima del termine della serata mi è stato chiesto dal conduttore, prof. F. De Martino di leggere due poesie del 1200 di Cecco Angiolieri, che fanno parte di un mio lavoro iniziato un anno e mezzo fa, e che non è di pura e semplice trascrizione di brani antologici relativi alla Storia della Letteratura Italiana dalle origini fino a tutto il '900, ma di una versione dialettale di opere letterarie, versione derivante da uno spostamento o trasposizione di concetti pensati in dialetto e poi volti. Due interventi quindi senza i quali qualsiasi operazione di questo genere non avrebbe senso per il fatto che si perderebbero i concetti e le rime.
Il vice presidente dr. Tomasicchio mi ha riferito di voler preparare per i soci del circolo una serata all'insegna dei giochi e, per questo, mi ha ufficialmente chiesto per l'anno prossimo di presentare il mio libro e, con esso, uno spettacolo sui giochi di strada. Ho accettato la sua richiesta consapevole che trattasi di persona seria che quando promette, non lo fa per lusingare, ma mantiene la parola data.
Erano presenti alcuni rappresentanti del Seminario sul dialetto quali: Pino Gioia (poeta), Emanuele Battista (poeta e commediografo), Francesco Signorile (cultore del dialetto) e, il sottoscritto.
Di nuovo grazie agli organizzatori e alla prossima
Felice Alloggio
felice.alloggio
felice.alloggio

Messaggi : 139
Data d'iscrizione : 21.02.08
Località : Bari

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty CIRCOLO UNIONE DI BARI

Messaggio  Admin Ven Nov 18, 2011 5:28 pm

Grazie agli amici Alloggio e Polito per la bella descrizione della serata al Circolo Unione di Bari. Osservando la magnifica sala del Circolo e il gran bel pubblico, mi sono ricordato che alla fine degli anni cinquanta, vi abbiamo suonato noi del Southern Jazz Ensemble. La formazione era: Claudio Veraldi alla tromba, Dino Blasi al trombone, Peppino Sciannamea al sassofono, Mimmo Sorrentino al clarinetto, Gigi Zofrea al basso tuba, Armando de Cillis al contrabbasso, Gino Nisio alla batteria, Tonino Antonelli alla chitarra, Franz Falanga al pianoforte. Fu una serata indimenticabile. Il Circolo Unione ha indubbiamnente dentro di sè la storia della città e di questo dovremmo essergli tutti grati. Mi piace ricordare le grandi stagioni concertistiche della Camerata che ormai sono entrate nella leggenda. franz falanga.
Admin
Admin
Admin

Messaggi : 267
Data d'iscrizione : 16.02.08
Località : Provincia di Treviso

http://www.franzfalanga.it

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty CIRCOLO UNIONE DI BARI

Messaggio  felice.alloggio Ven Nov 18, 2011 6:01 pm

Caro Franz.
Il Circolo Unione di Bari è in quella sede da qualche anno prima che il Petruzzelli, allore Politeama, iniziasse la sua attività di Teatro. La bellissima sala con degli affreschi sotto la volta raffiguranti delle Muse, ha dato a noi tutti l'impressione di essere nel Teatro Petruzzelli com'era prima dell'incendio.
Se a gennaio sarai a Bari, mi farà molto piacere condividere con te in quel circolo, una serata di spettacolo che avrà come tema i giochi di strada.
Ciao. Felix
P.S.: A proposito accome stonne l'amisce de la Leghe? Ce se disce da chidde vanne? Iè vère ca mò volene fà n'alda volde la Secèssione viste che l'avonne già acchemenzàte a fà che Berluscòne?
felice.alloggio
felice.alloggio

Messaggi : 139
Data d'iscrizione : 21.02.08
Località : Bari

Torna in alto Andare in basso

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 11 Empty Re: DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO

Messaggio  Contenuto sponsorizzato


Contenuto sponsorizzato


Torna in alto Andare in basso

Pagina 11 di 22 Precedente  1 ... 7 ... 10, 11, 12 ... 16 ... 22  Successivo

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.