DIALETTO BARESE: CURIOSITÀ O ERRORI?
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felice.alloggio
Vittorio E. Polito
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DIALETTO BARESE: CURIOSITÀ O ERRORI?
IN QUESTA PUBBLICITÀ IN DIALETTO BARESE DEL NOTO IPERMERCATO VENGONO OFFERTE ANCHE LETTERE DELL'ALFABETO. INFATTI, IN ALCUNE PAROLE, OVE NOTORIAMENTE NON SERVE LA DOPPIA LETTERA, QUESTE ABBONDANO VISTOSAMENTE IN ALCUNE DI ESSE, CHE SOLITAMENTE NE SONO PRIVE. QUELLA BBARE, AD ESEMPIO, SI ADDICE PIU' A UN CATAFALCO CHE AL NOME DELLA NOSTRA BELLA CITTA'. O NO? AGLI ESPERTI LA PAROLA
Ultima modifica di Vittorio E. Polito il Sab Dic 05, 2009 10:52 am - modificato 1 volta.
Re: DIALETTO BARESE: CURIOSITÀ O ERRORI?
"Ce Parìgge tenèsse u mare
e trè IPERCOOP che le
prìizze angòre cchiù vvasce
avèv'a ièsse na piccola BBARE."
Il tema delle consonanti doppie all'inizio di una parola è un tema che nel Seminario sul dialetto non è stato ancora trattato e, dunque, pur avendo la mia idea, per il momento non la esprimo.
Vorrei invece far notare altre inesattezze che attengono alla coniugazione dei verbi: se si usa infatti il congiuntivo "tenèsse" si deve poi usare il condizionale "sarèbbe" e non l'indicativo "avèv'a ièsse". E poi perchè usare il verbo "tenere" "tenèsse" e non il verbo "avere" "avèsse"? E infine il termine "piccola" in dialetto non si dice "peccenònne?"
E allora secondo me, il primo e l'ultimo verso forse andavano scritti così:
Ce Parìgge avèsse u mare - Se parigi avesse il mare
sarèbbe na peccenònna Bare (BBare) - sarebbe una piccola Bari
Aspettiamo e vediamo.
Ciao Felice
e trè IPERCOOP che le
prìizze angòre cchiù vvasce
avèv'a ièsse na piccola BBARE."
Il tema delle consonanti doppie all'inizio di una parola è un tema che nel Seminario sul dialetto non è stato ancora trattato e, dunque, pur avendo la mia idea, per il momento non la esprimo.
Vorrei invece far notare altre inesattezze che attengono alla coniugazione dei verbi: se si usa infatti il congiuntivo "tenèsse" si deve poi usare il condizionale "sarèbbe" e non l'indicativo "avèv'a ièsse". E poi perchè usare il verbo "tenere" "tenèsse" e non il verbo "avere" "avèsse"? E infine il termine "piccola" in dialetto non si dice "peccenònne?"
E allora secondo me, il primo e l'ultimo verso forse andavano scritti così:
Ce Parìgge avèsse u mare - Se parigi avesse il mare
sarèbbe na peccenònna Bare (BBare) - sarebbe una piccola Bari
Aspettiamo e vediamo.
Ciao Felice
felice.alloggio- Messaggi : 139
Data d'iscrizione : 21.02.08
Località : Bari
ALLORA RAGIONIAMOCI SOPRA
Bene hai fatto caro Felix a sciorinare l'argomento, per cui eccomi qui a dire la mia. Ho detto la mia, quindi è quello che penso io, e non è assolutamente legge. Scriverò quindi il testo che è stato pubblicato su comanacosaellalde e subito dopo lo scriverò a modo mio, secondo i miei meccanismi. Non ho scritto in maiuscolo il testo primitivo perchè per mettere gli accenti sulle vocali, avrei dovuto scomodare i caratteri ascii e il tempo ahimè è tiranno. Basta con le chiacchiere e passiamo ai fatti: prima il testo originale, poi la mia versione.
Io avrei scritto così:
A mia memoria l'antica frase originaria suonava così nell'immaginario collettivo "pugliese": "Ce parigge tenesse lu mare fosse na piccola bare" frase questa improbabile ma buona per essere incasellata in un dialetto pugliese che non è mai esistito.
Mi scuso con l'autore della frase pubblicitaria e lo ringrazio per aver fornito, senza volerlo, un utilissimo argomento di discussione fra gli appassionati del dialetto barese, grazie di cuore!
Franz Falanga
ce parìgge tenèsse
u mare e trè
ipercoop che
le prìizze angòre
cchiù vvasce
avèv'a iesse
na piccola bbare
u mare e trè
ipercoop che
le prìizze angòre
cchiù vvasce
avèv'a iesse
na piccola bbare
Io avrei scritto così:
ce parìgge tenèsse
u mare ettrè
ipercoop ke
le prjìezze angòre
cchiù vasce
avevaièsse
nabBare peccenònne peccenònne
u mare ettrè
ipercoop ke
le prjìezze angòre
cchiù vasce
avevaièsse
nabBare peccenònne peccenònne
A mia memoria l'antica frase originaria suonava così nell'immaginario collettivo "pugliese": "Ce parigge tenesse lu mare fosse na piccola bare" frase questa improbabile ma buona per essere incasellata in un dialetto pugliese che non è mai esistito.
Mi scuso con l'autore della frase pubblicitaria e lo ringrazio per aver fornito, senza volerlo, un utilissimo argomento di discussione fra gli appassionati del dialetto barese, grazie di cuore!
Franz Falanga
Il Mio Punto di Vista
Salve Felice e Franz.
Lasciate che anche io dica la mia.
Ritengo che la scrittura vada semplificata al massimo e che sia unica per i vari quartieri e pertanto si scriva allo stesso modo anche se si pronuncia in modo differente. Per me, è una illusione voler scrivere come si legge.
Per gli accenti, seguendo l’esempio di grandi della nostra letteratura, che avevano anche solide basi grammaticali, (Savelli, Abbrescia, Nitti, Sorrenti, Lopez, ecc) ritengo che si debba accentare secondo l’uso italiano solo le vocali su cui cade l’accento e non alla francese che accenta quasi tutte le è e poi fa cadere l’accento sempre alla fina della parola. Questo è il difetto che riscontro in chi vorrebbe mettere più accenti nella stessa parola. Si potrebbero quindi accentare le vocali toniche che sono in tutte le parole, con esclusione delle parole piane che sono circa il 90% di tutte le parole. In questo modo la lettura sarebbe oltremodo semplificata. Naturalmente l’accento sarebbe necessario, come succede anche nell’italiano su alcune parole monosillabiche per distinguerle da parole omografe ossia scritte allo stesso modo ma con pronuncia differente. ad esempio: “da” preposizione e “dà” avverbio di luogo.
A Felice devo ricordare che il barese non ha il condizionale che viene sostituito dal congiuntivo (o anche dall’indicativo) Vedi “La voce e le forme dell’idioma barese – Morfologia” di Davide Lopez, a pag. 48 e viene sostituito dall’imperfetto del congiuntivo.
Quindi, premesso che in barese “tenesse” va meglio di “avesse” avrei detto:
Ce Parigge tenesse
u mare e tre
ipercoop che
le prìezze angore
chiù vasce
avess'a iesse
(o anche “avev’a iesse”)
(o anche “fosse”)
na Bare peccenonne.
In questa ottava avrei abolito gli inutili cinque accenti (su parole piane) e tutte le inutili doppie consonanti iniziali. Avrei scritto come consiglia il Giovine la parola “prìezze” con la “i” e non con la “j” ma seguita dalla lettera “e” che essendo atona non si legge ma costituisce soltanto un leggero allungamento del suono della “i”.
Ringrazio tutti per la pazienza di avermi letto finqui.
Se qualcuno di voi non ha la grammatica del Davide gliene faccio una copia e gliela spedisco volentieri.
Un affettuoso saluto.
Cordialità.
Augusto.
P.S: A proposito Franz, mi hai orchestrato “Quanne màmmete non nge stà”.
E tu Felice non dirmi che ti ho fatto litigare con tua moglie.
Lasciate che anche io dica la mia.
Ritengo che la scrittura vada semplificata al massimo e che sia unica per i vari quartieri e pertanto si scriva allo stesso modo anche se si pronuncia in modo differente. Per me, è una illusione voler scrivere come si legge.
Per gli accenti, seguendo l’esempio di grandi della nostra letteratura, che avevano anche solide basi grammaticali, (Savelli, Abbrescia, Nitti, Sorrenti, Lopez, ecc) ritengo che si debba accentare secondo l’uso italiano solo le vocali su cui cade l’accento e non alla francese che accenta quasi tutte le è e poi fa cadere l’accento sempre alla fina della parola. Questo è il difetto che riscontro in chi vorrebbe mettere più accenti nella stessa parola. Si potrebbero quindi accentare le vocali toniche che sono in tutte le parole, con esclusione delle parole piane che sono circa il 90% di tutte le parole. In questo modo la lettura sarebbe oltremodo semplificata. Naturalmente l’accento sarebbe necessario, come succede anche nell’italiano su alcune parole monosillabiche per distinguerle da parole omografe ossia scritte allo stesso modo ma con pronuncia differente. ad esempio: “da” preposizione e “dà” avverbio di luogo.
A Felice devo ricordare che il barese non ha il condizionale che viene sostituito dal congiuntivo (o anche dall’indicativo) Vedi “La voce e le forme dell’idioma barese – Morfologia” di Davide Lopez, a pag. 48 e viene sostituito dall’imperfetto del congiuntivo.
Quindi, premesso che in barese “tenesse” va meglio di “avesse” avrei detto:
Ce Parigge tenesse
u mare e tre
ipercoop che
le prìezze angore
chiù vasce
avess'a iesse
(o anche “avev’a iesse”)
(o anche “fosse”)
na Bare peccenonne.
In questa ottava avrei abolito gli inutili cinque accenti (su parole piane) e tutte le inutili doppie consonanti iniziali. Avrei scritto come consiglia il Giovine la parola “prìezze” con la “i” e non con la “j” ma seguita dalla lettera “e” che essendo atona non si legge ma costituisce soltanto un leggero allungamento del suono della “i”.
Ringrazio tutti per la pazienza di avermi letto finqui.
Se qualcuno di voi non ha la grammatica del Davide gliene faccio una copia e gliela spedisco volentieri.
Un affettuoso saluto.
Cordialità.
Augusto.
P.S: A proposito Franz, mi hai orchestrato “Quanne màmmete non nge stà”.
E tu Felice non dirmi che ti ho fatto litigare con tua moglie.
augusto carbonara- Messaggi : 2
Data d'iscrizione : 22.06.08
Età : 87
Località : Bari_Piazza Moro
ORCHESTRARE E' PAROLA GROSSA
Carissimo Augusto, orchestrare è parola grossa, devo prima vedere se sono capace di legere lo spartito. Ma di questo ne parleremo in seguito. Vorrei qui far notare come si possa discutere amabilmente su faccende tecniche inerenti il nostro dialetto, senza immediatamente far scattare stupidi meccanismi di supremazia intellettuale. Non solo amabilmente, ma anche fruttuosamente, nessuno di noi tre essendo portato a suonare o cantare sopra le righe. Ah! sèh! Che meraviglia discettare così! Cosa mi piacerebbe che, moltiplicato per centomila, la stessa cosa accadesse anche nel nostro barbaro e barbarico sistema politico. Noi tre la pensiamo diversamente, questo non toglie assolutamente nulla al fatto che si possa TRANQUILLAMENTE e senza isterismi discutere fruttuosamente su un argomento, miei cari Augusto e Felix, strictly in alphabetical order. Interessanti le vostre esternazioni; su una cosa mi pare che fin qui si sia tutti d'accordo, sulla "e", che quando è accentata si legge e quando non è accentata non si legge, tranne che quando è congiunzione e quindi non viene accentata. Così come sul cercare di evitare segni e segnetti sulle consonanti e sulle vocali. Che dire ancora? Continuiamo così e restiamo tutti e tre in ansiosa e felice attesa che qualche altro forumista si accodi a questa microdiscussione portandoci le sue considerazioni. Considerazioni che, come si dice da noi, avonna jèsse (ièsse) benedètte. Percè, e de cusse socconvìnde assà, nu sime pape rrè eccardenàle. Mi sono accorto che una seconda regoletta, questa assolutamente mia please, è quella che io metto gli accenti su tutte le parole, tranne che sulle parole bisillabe, che volentieri possono fare a meno dell'accento in questione, ammenocchè non ci sia la solita "e" da pronunciare o da non pronunciare.
Salute a tutte, josce ddò fasce nu càppere de frjiedde!
falàn
Salute a tutte, josce ddò fasce nu càppere de frjiedde!
falàn
FREDDO
E quanne sò scritte càppere velevaddisce n'alda paròle!
P.S. Mi è venuta un'idea, ma lasciatemela elaborare e poi ve la esternerò. Perchè non riprendiamo poi quella mia vecchia proposta di fare un concorso di poesia fra tutti quelli che si affacciano al forum, iscritti e ospiti? Fermo restando la candidatura fatta da me di Nico come giurato, vivendo ormai lui da lungo tempo negli USA?
P.S. Mi è venuta un'idea, ma lasciatemela elaborare e poi ve la esternerò. Perchè non riprendiamo poi quella mia vecchia proposta di fare un concorso di poesia fra tutti quelli che si affacciano al forum, iscritti e ospiti? Fermo restando la candidatura fatta da me di Nico come giurato, vivendo ormai lui da lungo tempo negli USA?
falàn
RE: FREDDO
FINALMENTE UN PÒ DI MOVIMENTO. VI SIETE SVEGLIATI DAL LETARGO? BENE.
CARO FRANZ, TU RICHIAMI IN CAUSA IL CARISSIMO NICO, CHE PUR VISITANDO QUOTIDIANAMENTE COMANACOSAELLALDE NON CI DELIZIA PIÙ DI UN SUO SCRITTO. COME MAI?
CARO NICO ATTENDIAMO LA TUA COLLABORAZIONE CHE SI È INTERROTTA DA TEMPO, AUGURANDOMI/TI CHE IL MOTIVO NON DIPENDA DALLA SALUTE, MA SOLO DA MANCANZA DI IDEE O DA INDOLENZA.
PEDÈNNE, UAGNÙNE, VISTE CA FASCE NU CÀPPRE DE FRIDDE, APPECCIÀME U FUÈCHE E NGALDÈSCIMECE.
IL CAPOREDATTORE
CARO FRANZ, TU RICHIAMI IN CAUSA IL CARISSIMO NICO, CHE PUR VISITANDO QUOTIDIANAMENTE COMANACOSAELLALDE NON CI DELIZIA PIÙ DI UN SUO SCRITTO. COME MAI?
CARO NICO ATTENDIAMO LA TUA COLLABORAZIONE CHE SI È INTERROTTA DA TEMPO, AUGURANDOMI/TI CHE IL MOTIVO NON DIPENDA DALLA SALUTE, MA SOLO DA MANCANZA DI IDEE O DA INDOLENZA.
PEDÈNNE, UAGNÙNE, VISTE CA FASCE NU CÀPPRE DE FRIDDE, APPECCIÀME U FUÈCHE E NGALDÈSCIMECE.
IL CAPOREDATTORE
CAPPERI
Mio malgrado devo dar ragione all'amico Vittorio, "capperi" in barese non si scrive "cappere" ma "cappre". Resta sempre un'espressione molto aristocratica che non è congeniale nè a me nè a noi baresi, rudi persone con i piedi per terra, tant'è che quel cappere o cappre come dice il caro amico, mi sta sul gozzo. Alla fine dei giochi, pensandoci su, avrei dovuto scrivere "ddò fasce na cazzarole de fridde", ma, come si sa, del senno di poi son piene le fosse. Quindi va bene cappre. In una della tante conversazioni telefoniche che faccio con Vittorio, parlando del nostro amato dialetto, mi sono accorto che certe parole dialettali dovrebbero assumere una grafia diversa a seconda della maniera usata per scriverle; per esempio se si usano le maiuscole o le minuscole. Prendiamo un esempio classico: la parola "Bari", per quello che ho potuto capire, quasi tutti lo scrivono raddoppiando la "b" iniziale e su questo non ci piove. Solo che BBare è una cosa, Bbare è un'altra, e bBare è un'altra ancora. Io propenderei per bBare perchè lascio Bare intatta e il raddoppio, non appartenendo alla sostanza del nome di città, ma rappresentando solo un espediente per far capire il suono quasi raddoppiato della "bi" iniziale, va scritta in minuscolo. Almeno io la penso così. Non senza aver concluso che le parole, oltre che lette e ascoltate, vanno anche "guardate" quasi fossero degli oggetti dal punto di vista grafico.
Ho detto la mia zuzzerellonata quotidiana e vi saluto.
falàn
P.S. Anche qui zuzzerellonata è stata messa al posto di un'altra parola che è facilmente individuabile dai voi miei cari amici che l'avrete già individuata, da "malamende" quali siete!
Ho detto la mia zuzzerellonata quotidiana e vi saluto.
falàn
P.S. Anche qui zuzzerellonata è stata messa al posto di un'altra parola che è facilmente individuabile dai voi miei cari amici che l'avrete già individuata, da "malamende" quali siete!
BARI
Ci sono stato su a pensare e BBARE, Bbare, bBare, dal punto di vista meramente grafico sono molto sgradevoli, ecco perchè io uso accorpare le parole, così almeno la "bruttezza" grafica viene addolcita, "abbare" e il mio senso estetico è, molto molto moderatamente, appagato. Il rimedio però non è migliore della malattia. A voi la palla.
falàn
falàn
RE: BARI
PENZATELE COME LA VELITE MA PE MMÈ BARE RESTE BARE SENZA DOPPIA B MAIUSCOLA O MINUSCOLA CHE SIA. U RESTE SO CHIACCHIERE VACANDE DE CHIDDE CA VOLEVE AVÈ RASCIONE AFFORZE.
SALUTI
VITTORIO
SALUTI
VITTORIO
ALLORE VUE' LA UERRE
Va bene va bene Bare jè Bare. Però, sande uagnone, abbare le consonande se raddoppiescene. Come l'ama mette? Non si respennenne come sacce jì. Facime n'alda situazione. Tu come scrive "cude jè bbuene" oppuramente "cude jè buene"?falàn
P. S. Ettù come scrive "oppuramente" oppuramente "oppuramende"?
P. S. Ettù come scrive "oppuramente" oppuramente "oppuramende"?
S.O.S.
Un mio giovane amico, anche lui per una tesina (ci stiamo allargando in "alto loco", eh?!), mi chiede dei nomi che in barese possono avere il pronome possessivo enclitico, esempio: figghie > figghieme / figghiete
Potete suggerirmene?
Già individuate:
casa
padre
madre
fratello
sorella
cugino/a
marito
moglie
cognato/a
figlio/a
nonno/a
zio/zia
sposo/a (la/u zite)
(nuora? Suocera?)
GRAZIE.
Potete suggerirmene?
Già individuate:
casa
padre
madre
fratello
sorella
cugino/a
marito
moglie
cognato/a
figlio/a
nonno/a
zio/zia
sposo/a (la/u zite)
(nuora? Suocera?)
GRAZIE.
santa vetturi- Messaggi : 20
Data d'iscrizione : 26.02.08
RE: ALLORE VUÈ LA UERRE
Premesso che non si scrive vuè ma credo uè, non voglio nessuna guerra. Io difendo solo il nome della nostra BARI che non deve essere maltrattato con Vare, Bbare, bBare e così via, ma BARI o BARE, se necessario. Una eccezione si può fare per coloro che ci hanno preceduto ed ai quali va tutto il nostro rispetto, lasciando intatto tutto ciò che hanno scritto e come l’hanno lasciato a noi. Non abbiamo alcun diritto di manipolare ciò che non ci appartiene. Non sono un dialettologo e non desidero dettar leggi, ma non sono d’accordo con coloro che, per interessi di parte, vogliono solo imporre il loro pensiero. Per tutto il resto (raddoppio delle consonanti e quant’altro), non sono argomenti di mia competenza. Lascio agli altri questa incombenza.
Ricambio saluti
Vittorio
NON MOLLA MAI IL RAGAZZO!
Se c'è una cosa che mi va a genio dell'amico mio Vittorio fettucce Polito è la sua baresità conclamata ed accertata. Non riesco, anche volendo, a dargli torto quando dice che la parola Bari, Bare, deve andare con una sola "bi" inziale, resta però la pronuncia che ci fornisce una b particolarmente rafforzata. Allora mettiamola così se noi due ci scriviamo in barisien caro Vitt allora io ti grazierò ed utilizzerò Bari scritta con una sola bi, però non te la scriverò in barisienne perchè Bare dal punto di vista grafico mi ricorda una parola al plurale poco amata. Allora chessifà? qui ci andrebbe l'accento sulla a finale, anche se fa non vuole il cappello. Io tra l'altro ho la benedetta abitudine di accorpare le parole unpò come si fa in lingua todesca. Vittò, te sì ffatte nu bellamike! Ka pò sò jì! Comunque continua a farmi le pulci, siccome la sembatìè jè parende alla goccie, tu puoi dirmi quello che vuoi, sai benissimo che a risarcimento della tua tigna verso di me, esperto in dialetto barese (ah ah ah), dovrai fare il sacrificio di quel gaudeano di maccheroni al forno a casa tua del quale noi si parla spesso.
Faccio una scommessa con me stesso, mi darai sulla voce dicendomi che sembatìe si scrive sempatìe? Non dimenticare mai che sono un fottutissimo meticcio un terzo barese, un terzo tranese, un terzo napoletano. Senza parlare poi della mia veneticità. Any way, sciame nnanze!
falàn
Faccio una scommessa con me stesso, mi darai sulla voce dicendomi che sembatìe si scrive sempatìe? Non dimenticare mai che sono un fottutissimo meticcio un terzo barese, un terzo tranese, un terzo napoletano. Senza parlare poi della mia veneticità. Any way, sciame nnanze!
falàn
METICCIATO
Cosa mi hai fatto ricordare Vitt, un onorevole di diversi anni fa che si pronunciò con molto sussiego contro il meticciato! Ah ah ah ah ah!
falàn
P.S. Adesso io ho riso, ma c'è poco da ridere, ad un'affermazione del genere ne seguono altre e si arriva alla razza ariana di infausta memoria! Quindi miei cari, sempre in campana!
falàn
P.S. Adesso io ho riso, ma c'è poco da ridere, ad un'affermazione del genere ne seguono altre e si arriva alla razza ariana di infausta memoria! Quindi miei cari, sempre in campana!
Link
A proposito ascoltate questo link, vi verrà la pelle d'oca in positivo. franz.https://www.youtube.com/watch?v=tsaDB_XWE2Y
RE: NON MOLLA MAI IL RAGAZZO!
Allora, caro Franz, bando alle chiacchiere e rimettiamo, se possibile, un po’ d’ordine alla questione Bari e bara.
Sia Romito che Gentile il nome della nostra città lo traducono in Bare, mentre Barracano mette un accento sulla a e quindi Bàre. Nessuna confusione con bara poiché in dialetto barese (sono tutti concordi gli autori), si dice bagùglie, catafàlche, tavùte (quest’ultimo da “tabut” (termine saraceno), come scrive Gentile.
Della tua poliglotta formazione (un terzo barese, un altro terzo tranese ed un altro ancora napoletano ai quali si aggiunge pure la veneticità), questo fa ritenere che tu di dialetto barese dovresti interessartene meno. Altrimenti si aggiunge confusione alla confusione. Come si evince proprio da quanto scrivi nella tua nota: sembatìè (sembatì o simbatì non sembatìè); goccie (gocce). Come vedi sei proprio fuori strada, amiche e bbuene. E di questo passo «il gaudeano di maccheroni al forno» a casa mia, del quale noi si parla spesso, rimarrà solo nei tuoi pensieri.
De stu passe sciame ndréte alde ca nnànze.
Saluti
Vittorio
Sia Romito che Gentile il nome della nostra città lo traducono in Bare, mentre Barracano mette un accento sulla a e quindi Bàre. Nessuna confusione con bara poiché in dialetto barese (sono tutti concordi gli autori), si dice bagùglie, catafàlche, tavùte (quest’ultimo da “tabut” (termine saraceno), come scrive Gentile.
Della tua poliglotta formazione (un terzo barese, un altro terzo tranese ed un altro ancora napoletano ai quali si aggiunge pure la veneticità), questo fa ritenere che tu di dialetto barese dovresti interessartene meno. Altrimenti si aggiunge confusione alla confusione. Come si evince proprio da quanto scrivi nella tua nota: sembatìè (sembatì o simbatì non sembatìè); goccie (gocce). Come vedi sei proprio fuori strada, amiche e bbuene. E di questo passo «il gaudeano di maccheroni al forno» a casa mia, del quale noi si parla spesso, rimarrà solo nei tuoi pensieri.
De stu passe sciame ndréte alde ca nnànze.
Saluti
Vittorio
NON SO DARTI TORTO. PERO'........
Benedetto ragazzo, mi riesce difficile discutere con te e darti torto, per varie ragioni che qui elencherò: in fondo in fondo, non so, non posso e non voglio darti torto, sei più purista tu di quanto io possa immaginare, questo non toglie però che malgrado i miei gradi di meticciato io possa sentirmi barese. E mi spiego: a Napoli io SONO napoletano, a Trani io SONO tranese, a Venezia io SONO veneziano , a Bari, stranamente, SONO un cincinino di più barese. Adesso proverò a spiegartelo meglio anche se avrò delle dificoltà. Ma proprio un amico fettuccia come te mi doveva capitare? In una di queste quattro città (Trani, Bari, Napoli, Venezia) mi sono laureato, sto parlando di Venezia, e, chi lo sa perchè, la maggior parte dei miei esami specialmente quelli di urbanistica erano incentrati sulla Bari Murattiana e su Bari vecchio (lo so lo so lo so che tutti dite Bari vecchia, ma io dico vecchio e lo sai il perchè). Ebbene questa componente, chiamiamola di studi, ha fatto risuonare in me il richiamo antico, ancestrale, profondo, della foresta. Non c'è nulla da fare, malgrado io sia nato a via Celentano da genitori foresti, jì so barevecchiane al cento per cento. Quella è la mia gente, quella è la mia terra. Per questa gente mi farei in diecimila. Comunque questa straordinaria gente la dovesse pensare e comunque dovesse comportarsi. Sei stato capace, dear Victor, di farmi dire quello che penso, di farmi denudare. Non so se tirarti le orecchie o pensare di far diventare due i gaudeani. Visto come la penso, propendo per la seconda soluzione. Meh! stammi bene!
phalang
phalang
RE: NON SO DARTI TORTO. PERO'........
DAL MOMENTO CHE SIAMO IN PERIODO NATALIZIO CHIUDO IL DISCORSO, SALVO A RIPRENDERLO IN OCCASIONE DELLA PROSSIMA PROVOCAZIONE.
STAMMI BENE ANCHE TU
Victor
Congiuntivi, condizionali, bare, casse da morto, eeeeh!
Visto che sono chiamato in causa …
Io non ho mai sentito un Barese pronunciare quella frase (se Parigi avesse il mare, etc.), mentre mille e mille volte mi son sentito dire (sic)
Se Parigi avess’ lu mer’
sarebb’ una piccola Ber’
E dai a spiegare che a Bari non si dice Beri con la e! Io non ho mai trovato nessuno che mi credesse.
Scherzi a parte, la questione è delicata. La lingua è dichiaratamente dialetto barese ... e invece non lo è. E mo?
Io sono d’accordo con Felix: è questione di coniugazione; ma – molto interessante – Augusto Carbonara fa notare che in barese il condizionale non esiste. Sarà una posizione eretica, ma siamo proprio sicuri del congiuntivo? Non immagino un Barese dire ce Parigge tenesse u mare; penso che direbbe ... tenéve ... jéve.
IMPORTANTE NOTARE che qui si discute della lingua, non di come dovrebbe essere la pubblicità in questione.
Io non ho mai sentito un Barese pronunciare quella frase (se Parigi avesse il mare, etc.), mentre mille e mille volte mi son sentito dire (sic)
Se Parigi avess’ lu mer’
sarebb’ una piccola Ber’
E dai a spiegare che a Bari non si dice Beri con la e! Io non ho mai trovato nessuno che mi credesse.
Scherzi a parte, la questione è delicata. La lingua è dichiaratamente dialetto barese ... e invece non lo è. E mo?
Io sono d’accordo con Felix: è questione di coniugazione; ma – molto interessante – Augusto Carbonara fa notare che in barese il condizionale non esiste. Sarà una posizione eretica, ma siamo proprio sicuri del congiuntivo? Non immagino un Barese dire ce Parigge tenesse u mare; penso che direbbe ... tenéve ... jéve.
IMPORTANTE NOTARE che qui si discute della lingua, non di come dovrebbe essere la pubblicità in questione.
Nico Lomuto- Messaggi : 18
Data d'iscrizione : 17.02.08
PER SANTA E PER TUTTI
santa vetturi ha scritto:Un mio giovane amico, anche lui per una tesina (ci stiamo allargando in "alto loco", eh?!), mi chiede dei nomi che in barese possono avere il pronome possessivo enclitico, esempio: figghie > figghieme / figghiete
Potete suggerirmene?
Già individuate:
casa
padre
madre
fratello
sorella
cugino/a
marito
moglie
cognato/a
figlio/a
nonno/a
zio/zia
sposo/a (la/u zite)
(nuora? Suocera?)
GRAZIE.
Cara Santa mi pare che abbiate individuato tutte le parole, non me ne sono venute in mente altre. Posso solo fare qualche considerazione, questa regoletta forse si applica alle categorie familiari e alla casa. Inoltre all'interno della medesima regoletta forse ci sono delle eccezioni: tua madre esiste, mia madre non esiste, tuo padre esiste, mio padre esiste, casa tua esiste, casa mia non esiste. Ho un ricordo vaghissimo che non fa legge: forse, per dire mia madre, una volta ho sentito dire "mamamme" alla francese. Di più non so dire. Ciao ciao franz
Re: DIALETTO BARESE: CURIOSITÀ O ERRORI?
Grazie per il soccorso, grande Franz... trasmetto le tue considerazioni al mio giovane amico, sono sicura che ne farà tesoro.
Uè, è gia il secondo laureando che ci si rivolge... cominciamo a "fare testo", in qualche modo.
Un saluto alla nostra "pisana".... ottima scelta per la tua tesi... un grosso in bocca al lupo!
Nge sendime.
Santa
Uè, è gia il secondo laureando che ci si rivolge... cominciamo a "fare testo", in qualche modo.
Un saluto alla nostra "pisana".... ottima scelta per la tua tesi... un grosso in bocca al lupo!
Nge sendime.
Santa
santa vetturi- Messaggi : 20
Data d'iscrizione : 26.02.08
Re: DIALETTO BARESE: CURIOSITÀ O ERRORI?
un altro mio giovane amico pensa che si possa dire "casm", o per meglio dire "càseme"... che ne dicono gli "esperti"?!
Cià
Cià
santa vetturi- Messaggi : 20
Data d'iscrizione : 26.02.08
CASEME
Mah! Non mi ricordo di averlo mai sentito. Ma non fa testo la mia memoria. Potrebbe andare, suona male però. Per cui non ho opinioni, mi piacerebbe sentire altre campane.
franz
franz
Per santa Vetturi
Esistono ancora:
Chemmàreme e chemmàrete = la mia o la sua comare
Chembàreme e chembàrete = il mio o il tuo compare
Nòreme e nòrete = mia nuora o tua nuora
Scìerneme e scìernete = mio genero o tuo genero
Ho sentito anche dire in senso affettuoso il diminuitivo:
scenerùteme = il mio caro genero
Cordialmente da Augusto
Chemmàreme e chemmàrete = la mia o la sua comare
Chembàreme e chembàrete = il mio o il tuo compare
Nòreme e nòrete = mia nuora o tua nuora
Scìerneme e scìernete = mio genero o tuo genero
Ho sentito anche dire in senso affettuoso il diminuitivo:
scenerùteme = il mio caro genero
Cordialmente da Augusto
augusto carbonara- Messaggi : 2
Data d'iscrizione : 22.06.08
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