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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO

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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 24 LUGLIO 2011, PAG. 34

Messaggio  Vittorio E. Polito Gio Lug 28, 2011 8:30 am

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Allogg17

Puntuali e circostanziate le argomentazioni di Felice Alloggio nella sua lettera.
L'uso della doppia consonante all'inizio di una parola è caratteristica di Alfredo Giovine e scopiazzata solo da qualche autore, o da chi si sente "accademico" e tenta di imporre nozioni grammaticali che non esistono.



Ultima modifica di Vittorio E. Polito il Gio Ago 11, 2011 10:08 am - modificato 1 volta.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty UN INTERVENTO DELL'ADMIN

Messaggio  Admin Ven Lug 29, 2011 7:46 am

Ho inviato alla Gazzetta del Mezzogiorno, più o meno una settimana fa, la lettera scritta in rosso che più in basso leggerete. Non me l’hanno pubblicata perché forse avranno ritenuto chiusa la polemichetta sul nobile dialetto barese scritto e orale, o forse perché, data la distanza, il mio messaggio è arrivato loro molto flebilmente. Ma non fa nulla, le diverse parti culturali pubblicate sulla Gazzetta si sono espresse molto chiaramente. Personalmente sono sempre dello stesso avviso, userò la “j” come ho sempre fatto perché sono arciconvinto del suo uso. Non mi ripeterò più sul perché utilizzo la “j”, l’ho già detto diverse altre volte, e non voglio annoiare più nessuno. Vorrei ribadire invece il concetto che ho illustrato nella mia lettera, quello degli astrofili che in Italia e nelle altre parti del mondo si rapportano con l’Astronomia ufficiale. Sarebbe bene che ciò accadesse anche da noi a Bari, ma, visto il nostro individualismo di assoluta eccellenza, ho idea che l’idea non verrà mai presa in considerazione da nessuna delle parti. Per intanto vi saluto, qui, nel profondo Veneto, oltre il leghismo ormai comune a quasi tutti gli abitatori, è già arrivato l’autunno e il tempo delle castagne. Ho registrato solo tre giorni di caldo. Segnalo che prima dei tre giorni c’è stato un inverno lungo otto mesi. Andiamo bene!



Sono Franz Falanga, l’admin del forum https://comanacosaellalde.forumattivo.com/ dedicato al nobile dialetto barese. Ho letto con molta attenzione la lettera sulla Gazzetta del 19 luglio 2011 del dottor Alloggio sulle varie maniere di scrivere il dialetto barese. Il dottor Alloggio ci illumina su due maniere diverse di scrivere la stessa frase da parte di due gruppi culturali baresi e sulla necessità di addivenire a regole comuni e condivise. Mi permetto di dire che la maniera esatta di scrivere il dialetto barese è, secondo me, ancora nel ventre di Giove e che, all’oggi, ognuno scrive in dialetto seguendo la sua personale visione della scrittura della nostra parlata. Personalmente penso che siamo ancora lontanissimi da una standardizzazione della scrittura del nostro dialetto. Che fare? Propongo di seguire l’esempio degli astrofili italiani che sono persone che, pur interessandosi a livello amatoriale di astronomia in ogni caso in maniera eccellente, collaborano attivamente e fattivamente con l’Astronomia ufficiale nazionale. Invece, purtroppo, noto in questa importante disputa culturale la scarsa presenza delle strutture universitarie baresi interessate all’argomento, strutture che potrebbero benissimo interfacciarsi con chiunque abbia da dire qualche cosa sulla scrittura della nostra nobile parlata. Cultori che sono più di quanto si possa immaginare. franz falanga
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 31 LUGLIO 2011, PAG. 24

Messaggio  Vittorio E. Polito Dom Lug 31, 2011 7:19 am

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 La_gaz10

31 LUGLIO 2011, PAG. 24
DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Dialet12

Ancora una conferma che il dialetto ognuno lo scrive come vuole, nonostante seminari, accademie, chiacchieroni, imbonitori, arroganti e presuntuosi, che vorrebbero in ogni caso dettare leggi e imporre grammatiche e quant'altro. La realtà sta dimostrando che tutto ciò non serve proprio a nulla, «tanto è vero - scrive la signora Lettini Triggiani - che continuano ad essere pubblicati lavori in cui ciascun autore u dialètte u scrive a móde sú.
Per quanto riguarda poi il dialetto nelle scuole, il prof. Ugo Vignuzzi, ordinario di Dialettologia all’Università «La Sapienza» di Roma, alla domanda «Lei sarebbe favorevole allo studio del dialetto a scuola?», ha così risposto: «Assolutamente si, se finalizzato a recuperare la memoria storica, i termini e le tradizioni di cui il dialetto è portatore», senza parlare di scrittura, di grammatiche o quant'altro. Pertanto, con tutto il rispetto per il dialetto, nostra prima lingua e, ovviamente, per i poeti, gli scrittori, i cultori e gli studiosi, esso si continuerà a scrivere "a modo proprio", sia pure con qualche riferimento alle grammatiche ed ai dizionari esistenti, ma, soprattutto, senza alcuna imposizione e senza tener conto degli insegnamenti "accademici".

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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty IL PERSONAGGIO DI PRIMO PIANO MANCANTE

Messaggio  Admin Dom Lug 31, 2011 3:51 pm

A mio damascato e sommesso avviso mi permetto di far notare che nei vari interventi SCRITTI, sui mass media, sui forum, nei messaggi interpersonali, sul come andrebbe scritto il nostro nobile dialetto barese, manca il personaggio più importante dell’intera questione: LA SONORITA’. Faccio immediatamente un esempio i suffissi ino e ina, (Uelino, Pasqualino, signorina) nel cuore di Bari Vecchio hanno dei suoni gutturali che è assolutamente impossibile descrivere attraverso la scrittura. Allora senza l’aiuto fondamentale dell’importantissima analisi scientifica delle sonorità, le discussioni non porteranno mai ad alcun risultato condivisibile, visto che per ragioni misteriosissime ci ostiniamo a non tener presente questo affascinante e terribile personaggio che ho riduttivamente chiamato con il termine SONORITA’.
Nel nostro dialetto ci sono dei suoni gutturali di infinita raffinatezza. Mai come in questo caso, il detto le chiacchiere stanno a zero è perfettamente calzante. Sono convinto che delle sonorità si sarà certamente parlato nelle varie scuole di pensiero, ma sull’argomento, per quanto ne so, potrei sbagliarmi, non ho letto più di tanto interventi scritti. Anche perché descrivere i suoni con segni scritti è pressocchè impossibile, tranne che nella musica. Allora, oltre gli astronomi (spero che qualcuno si ricordi del perché faccio questa citazione) non sarebbe male chiedere lumi a musicisti e ad esperti delle sonorità arabe. In conclusione, non credo scriverò mai più nulla sull’argomento, anche se questa prospettiva renderà felice qualcuno che giustamente si sarà stufato di ascoltare i miei sproloqui. A proposito dello stufarsi, e aprendo il discorso ad una fetta più ampia della società, sono abbondantemente stufo di quelli che credono di avere dentro di sé la verità assoluta. Niente di peggio per la civile convivenza. Facciamoci sfiorare qualche volta dall’ala del dubbio. Oltre tutto è anche più divertente e più fruttuoso. Ma tant’è. franz falanga
P.S. Pensate che quelli che, nel campo della conoscenza e della progettazione, utilizzano con continuità i meccanismi del dubbio sono i matematici.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty RE: DA EMANUELE BATTISTA

Messaggio  Vittorio E. Polito Mar Ago 02, 2011 4:17 am

RICEVO UNA MAIL DA EMANUELE BATTISTA CHE TRASCRIVO

"Concordo con Rosa Lettini quando dice che il Seminario, dopo lungo e faticoso cammino, ha stabilito alcune regole di scrittura (il lavoro richiede ancora molto tempo per giungere a termine).
Se queste vengono messe in discussione, o chiede ancora lumi a riguardo Felice Alloggio, che è un componente attivo del Seminario (segretario e verbalizzante), significa che bisogna preoccuparsi.
Con l’aiuto di un qualificato collegio arbitrale, dopo diciassette incontri è stata ritenuta valida la tesi portata avanti dalla prof.ssa Rosa Lettini, ossia, il pronome “io” si scrive “jì”.
Perché, mi chiedo, rimescolare nuovamente una problematica ormai abbondantemente chiarita e sancita?
Se facciamo “sètt’e uètte e pigghie da sòtte” facciamo come la tela di Penelope. Se così è, dice bene qualcuno: ognuno scrivi come gli pare.
Peccato, però, non raggiungeremo mai i livelli delle scuole dialettali come quelle di Roma, Napoli, Genova ecc.
Chi è causa del suo mal, pianga se stesso".

Emanuele Battista
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty RE A TUTTI

Messaggio  Vittorio E. Polito Mar Ago 02, 2011 6:25 am

PERTANTO, CREDO DI CAPIRE, ALLA LUCE DI QUANTO SOPRA, CHE

IO SONO DI BARI

SI SCRIVERÀ

JÌ SÒ DE BARE
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty A EMANUELE BATTISTA

Messaggio  felice.alloggio Mar Ago 02, 2011 6:39 pm

Caro Emanuele,
la mia lettera alla Gazzetta non è certo dovuto a dubbi sull'uso della lettera J, sono arciconvinto sul suo uso limitato a taluni termini, ma ho inteso con quello scritto far venire fuori posizioni avverse per confrontarle pubblicamente con le nostre. Ed il risultato secondo me è stato ottenuto perchè chi mi ha risposto, non sapendo cosa dire al riguardo del famoso modo di scrivere "io" (iì) e "Bari" (BBare), si è incamminato su un sentiero del tutto diverso. Vale a dire che io ho chiesto come si cucina pasta e fagioli e lui mi ha risposto come si va a cavallo, e questo perchè non sa come si cucina la pasta con i fagioli. Naturalmente ho replicato, ci sono stati altri interventi e i baresi credo abbiano goduto perchè sulla Gazzetta del Mezzogiorno anche questa estate si è parlato del dialetto.
A settembre fatti vedere, perchè ormai siamo in dirittura d'arrivo.
Ciao, Felice
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty Jì scriveche acchessì

Messaggio  Admin Mer Ago 03, 2011 7:33 am

Sò state allempìede tutta stanotte essò pegghjiàte la decisione ka crà ea senà. Non fasce nudde ka vogghe sule sule, ma mea levà stu sorte de chiangone da jìnde alla scarpa.
Crà sere m'hanne mise a desposizione nu piane accode gnure gnure. Me sò arrapàte come a nù ciucce, m'ava parè de senà sopa a na ferrare.
Ea acchemenzà ke nu rag de joplìnne, pò pàsseche a na vecchia sigle de Luigi, cudde ka senava la tromba a nevorliàn, armestrònghe, pò fazzeche nu pìezze in fa ka non m’arrecòrdeche u title, ma ce me ne frega ammè? Pò so fatte na chembenazziòne de aindscisuìt ke nu pjìezze mì ch'acchemmenza ke la parole “le gaggiane”. Ci ncocchedùne maddemanne ce stògghe nervùse, nongestànneproblème, leggìtime. Speriame solo ka non chiòve. Pescrà vea fà sapè come jè sciute.
Meh! à la bellezze!
Pe ci non ha capesciute certe parole, vudigghe mò e non vu digghe cchiù, crà vole disce domàne, pescrà vole disce la scernate dopaccrà, come nesterze vole disce la scernate prime de jiosce, ajìere. Comprì?
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty DA "GIORNALE DI PUGLIA"

Messaggio  Vittorio E. Polito Mer Ago 03, 2011 2:06 pm

http://www.giornaledipuglia.com/2011/08/libri-dialetto-dialetti-e-italiano.html
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A proposito di dialetto barese
pubblicato
mercoledì 3 agosto 2011
• in
• Etichette: Libri

di Vittorio Polito


Carla Marcato, docente di Linguistica Italiana all’Università di Udine ed autrice del volume «Dialetto, dialetti e italiano» (Ed. Il Mulino), sostiene che «L’Italia, dal punto di vista linguistico, è notevolmente differenziata al suo interno: oltre all’italiano, sono presenti – e con diverso grado di vitalità – numerose altre varietà linguistiche per le quali comunemente si adopera il termine dialetto. Ma questa parola, dal significato ambiguo, non sempre è accettata dai parlanti, perché è ritenuta di valore inferiore rispetto a lingua e spesso associata a stereotipi negativi».
Il dialetto va inteso come sistema linguistico autonomo rispetto alla lingua nazionale, quindi un sistema che ha caratteri strutturali ed una storia distinti rispetto a quelli della lingua italiana. La mancanza di grafie dialettali unitarie, finalizzata a rendere la fonetica dei dialetti, sembra dovuta al fatto che i dialetti non sono stati interessati dai processi di normalizzazione grafica, come avvenuto in qualche regione. Nel citato testo, ad esempio, si parla di tanti dialetti e di tante grammatiche ma del dialetto barese, ad eccezione di un brevissimo cenno su quello arcaico, non c’è traccia.
Mettere ordine o fissare regole e regolette e farle condividere è cosa assai difficile. Anche il “Dizionario etimologico dei dialetti italiani” di M. Cortelazzo e C. Marcato” (Utet), fa solo qualche cenno ai dialetti meridionali o pugliesi, ma nulla su quello barese.
Consultando, poi, alcuni calendari pubblicati in dialetto barese, è evidente la gran confusione esistente sul nostro vernacolo. Un esempio: il nome Eligio è stato tradotto in ‘Eligie’ e ‘Alìsce’. Come si può notare, qualcuno lo traduce esattamente con il nome dell’alice o acciuga, per cui se si dovesse dire, ad esempio, Eligio si mangia le alici, si tradurrebbe in dialetto ‘Alìsce se mange l’alìsce’(?). Insomma una gran confusione.
Per quanto riguarda poi il dialetto nelle scuole, il prof. Ugo Vignuzzi, ordinario di Dialettologia all’Università «La Sapienza» di Roma, alla domanda «Lei sarebbe favorevole allo studio del dialetto a scuola?», ha così risposto: «Assolutamente si, se finalizzato a recuperare la memoria storica, i termini e le tradizioni di cui il dialetto è portatore», senza parlare di scrittura, di grammatiche o quant’altro. Pertanto, con tutto il rispetto per il dialetto barese, nostra prima lingua e, ovviamente, per i poeti, gli scrittori, i cultori e gli studiosi, esso si continuerà a scrivere “a modo proprio”, sia pure con qualche riferimento alle grammatiche ed ai dizionari esistenti, ma, soprattutto, senza alcuna imposizione e senza tener conto degli insegnamenti “accademici”.
Mi piace concludere con quanto scrisse Vito Maurogiovanni nella presentazione del “Nuovo dizionario dei baresi” di E. e L. Gentile (Levante Editori):
«Se poi ci sarà chi dirà che la scrittura è questa e non quella o quella e non questa, credo ogni studioso abbia diritto ad utilizzare le proprie interpretazioni. Che, come nel caso di questo vocabolario, non sono né gratuite né tanto meno banali e il discorso sulla esattezza linguistica, se discorso c’è da fare, ha bisogno di studi e riflessioni non di garanti”.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty DA "BARISERA" DI OGGI 3 AGOSTO 2011

Messaggio  Vittorio E. Polito Mer Ago 03, 2011 3:40 pm

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Barise12


Ultima modifica di Vittorio E. Polito il Gio Ago 11, 2011 10:11 am - modificato 1 volta.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty RICETTA SUBLIME

Messaggio  Admin Mer Ago 03, 2011 8:32 pm

Ho trovato nella memoria del mio PC questa ricetta che ritengo sublime. Non so chi l'ha scritta, ma certamente qualcuno dei forumisti potrà darci informazioni al riguardo. Non sono d'accordo per come è stata scritta in barese, ma non riveste alcuna importanza, l'ho trovata ugualmente di altissima eccellenza e poeticità. E' inoltre invernale, ma non mi andava di farvi aspettare fino a quet'inverno. Quindi ve la propongo subito. Attendo che qualcuno ci racconti a chi dobbiamo questo brano magnifico di splendida baresità. Gli inserti in italiano non sono i miei. franz falanga


Paccheri (oppure eventualmente orecchiette) con i cavolfiori freschi e il lardo soffritto così come si cucinavano ai tempi dei nostri nonni. Piatto invernale barese.


Maccarùne che le cime de cole e lardìidde frìscke sfrìtte (accòme se checenàvene a le tìimbe de nonònne)
’Accàtte nu bbèlle pète de cìme de cole nostràle da ngocch’e chezzàle (contadino) ca tène u verzàle o u sciacquàte (orto). Da iùne de chidde sedetùre (inquilino) ca iàvetene a le settàn’a la strate (locale sulla strada). Stàdev’adavìirte (state attenti), cuànne levàte le frunze, non zite scettànne mà u rèccue (torsolo). Che na sfèrre (tipo di coltello) nge spelàte (spellate) a cuère (pelle) attùrn’attùrne e nge u date a le verrùggue (cavallette, fig. bambini irrequieti) ca s’u resecuèscene (se lo rosicchiano) crute a la crudèle (crudo, al naturale). Le cime se tàgghien’a stòzzere, nè settìle e mmanghe fattìzze (grandezza oltre il normale). Ecche, na cosa terzìne (media). Pò se sciàccuene e se scuèscene mettènnele iìnd’a nnu piàtte granne de crète nzìim’a nn’àld’e ttande de maccarùne. Com’a ddìsce: sckaffùne - stà ce le chiàme sckattùne - (rigatoni o millerighi), strascenàte (orecchiette) o mìinze zite (mezzi ziti) che na pezzecàte (un po’) de sale grèsse. Aggnìite la caldàre quàse da n-ganne, acchemegghiàtele (copritela) che nu chevìirchie (coperchio) e appennìtele (aggianciatela) o ngìne (uncino) de la camàstre (dall’antico greco: catena del focolare) du ffuèche a la monachìne (caminetto). Oggn’e ttande aiatàte (soffiate) sop’a le liòne appecciàte (legna accesa) pe ffalle avvevèssce (per rianimare il fuoco) e mettìte rècchie (ascoltate) acquànn’acchemmènz’a rrusce (a mormorare). Come ièss’a ffèrve (bollore iniziale) aspettàte ca u vùgghie (bollore massimo) devènde forte, allòre...brebùffete, ammenàte delènde (subito) le cime de cole che le maccarùne. Oggn’e ttande s’attèndene e s’assàbbrene (si assaggiano) che na checchiàre de tàuue (cucchiaio di legno). Na volde cuètte, se scuèscene (si scolano) e se mèttene iìnd’a nu piattòne de crète. Pò sop’o ffuèche scadùte (solo brace) se mètte nu tianìidde che nu quìnde (duecento grammi) de lardìidde (lardo fresco) tagghiàte a stezzarìidde (piccoli pezzi). Acquànne u lardìidde s’ave squagghiàte quàse tutte, u suche s’ammène sop’a le maccarùne e ccime de cole ca se vòldene e s’aggìrene. Sparnazzàte u fremmàgge romàne - o parmeggiàne -, na pezzecàte de pèpe e aderàte u fume ca ièsse do piàtte. Spunde la cìnde (allarga la cinghia dei calzoni), allargàte la fercìne e ddàdele n-guèrpe iìnd’o ghevàzze (fig. stomaco). Oggn’e ttande mettìte mane o garabbòne (caraffone) du triùsche (vino) de cudde tèste, appecciàte na lambe (riempite un bicchiere) e stetàtue sènza manghe trà u ffiàte (vuotatelo tutto di un fiato). Attenziòne: ce la menèste (minestra) de cìme de cole e strascenàte la velìte fa cchiù saperìte, sott’o piàtte mettìte quand’a na checchiàre de recòtt’asckuànde - chèdde de Gravìne iè pròbbie speggiàle - (la ricotta forte di Gravina in Puglia e quella più indicata); la squagghiàte che nu mìinze cheppìne d’àcqua frevùte de le maccarùne (acqua calda dei maccheroni cotti) e nge mettìte na pezzecàte (un pizzico) abbondànde de pèpe. Ammenàte iìnd’o piàtte granne maccarùne e ccime de cole cuàte (scolati) asseduàte, le ngelesciàte (li mescolate) iìnd’a la recòtt’asckuànde e acchenzàte cu suche du lardìidde e che abbondànde fremmàgge grattàte.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty RE: RICETTA SUBLIME

Messaggio  Vittorio E. Polito Gio Ago 04, 2011 8:13 am

CON TUTTO IL RISPETTO PER L'ADMIN, MA LA RICETTA (PUR MOLTO INTERESSANTE), NON C'ENTRA PROPRIO NULLA CON LE NOTIZIE SUL DIALETTO BARESE, SEMMAI IL SUO POSTO E' NELLE VARIE, CONSIDERATO CHE NON ABBIAMO ANCORA UNA PAGINA DEDICATA ALL'ARTE CULINARIA.

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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty PER L'AMICO VITTORIO POLITO

Messaggio  Admin Gio Ago 04, 2011 3:10 pm

Ad onor del vero avevo inserito la ricetta nell'argomento dialetto, perchè, pur non essendo io d'accordo con la maniera di scrivere il dialetto della ricetta stessa, mi è parso un così bel pezzo di storia nostra, di storia della nostra parlata, da farmi decidere di pubblicare nel nostro forum un così bel brano di arte culinaria barese scritta comunque in dialetto. Ma, caro il mio Vittorio, mi hai dato un'ottima idea, apriamo subito un nuovo argomento "l'arte culinaria barese", chè di arte di tratta, argomento nel quale chi vorrà potrà inserire le ricette più indicative della nostra nobile citta, alla luce della nostra baresità e della nostra maresità di cui siamo tutti molto fieri.
Inauguriamo quindi il nuovo argomento!
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Ultima modifica di Admin il Ven Ago 05, 2011 1:34 pm - modificato 1 volta.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty NUOVO PROVERBIO

Messaggio  Admin Ven Ago 05, 2011 1:32 pm

Un mio amico mi ha segnalato un magnifico proverbio barese. E' di un'attualità impressionante. Per dire che con certe persone non si ha in comune neanche il respiro, si dice. "Mànghe pòdece jìnde alla cammìsa lore". Personalmente lo ho eletto a mio proverbio preferito. M E R A V I G L I O S O !!!
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty RE: NUOVO PROVERBIO

Messaggio  Vittorio E. Polito Sab Ago 06, 2011 9:29 am

Non mi pare sia un proverbio e neanche nuovo. E' solo un modo di dire. Esattamente: "Manghe pòdece jìnde alla cammìse", riferito a chi è malvisto per varie ragioni.


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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty RISPOSTA A VITTORIO POLITO

Messaggio  Admin Dom Ago 07, 2011 1:25 pm

Caro Vittorio, grazie per il tuo intervento così posso spiegarmi meglio. Non ha molta importanza se è un detto o un proverbio, nè se è moderno o antico, è importante perchè in questa attuale situazione ognuno di noi, comunque dovesse pensarla, ha certamente degli uomini politici con i quali non vorrebbe condividere neanche il respiro.
Ciò detto passiamo a CAMMISE. Certo che sì, si scrive con la e finale.
Se però questa parola è seguita da un altra parola () scatta il meccanismo del legamente e si scrive LA CAMMISA ME'.
Infatti prova a leggere ad alta voce LA CAMMISE ME' e vedrai che suona male, mentre se leggi LA CAMMISA ME' è tutto burro e alici.
La lingua italiana e le sue parlate dialettali hanno la grande salvezza del legamento.
Stammi bene.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty RE: REPLICA A FRANZ FALANGA

Messaggio  Vittorio E. Polito Dom Ago 07, 2011 2:27 pm

ESATTO QUANTO SCRIVI, MA IL PROVERBIO O IL DETTO È

"Manghe pòdece jìnde alla cammìse",


PER CUI NON SI LEGA A NIENTE.



Vittorio E. Polito
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty DIALETTO BARESE & POLEMICHE

Messaggio  Vittorio E. Polito Ven Ago 12, 2011 6:12 am

Trovo tra le mie carte una lettera aperta di Vito Bellomo del dicembre 2006 e dal momento che si sono riaperte le polemiche, su come scrivere il dialetto barese, la sottopongo all'attenzione, al giudizio ed alle critiche dei forumisti e dei lettori:

LETTERA APERTA AL SIGNOR GIGI DE SANTIS


Ho appreso, con un po’ di ritardo, che la Gazzetta del Mezzogiorno, qualche tempo fa ha pubblicato una tua lettera in cui tu, definendomi “Un certo Vito Bellomo”, hai avuto da ridire, per l’ennesima volta, con il tuo proverbiale livore, sul mio modo di scrivere il dialetto.

È evidente la tua malafede, dal momento che mi conosci molto bene, altrimenti dovrei tristemente pensare che tu stia prematuramente perdendo la memoria. Ricordi? Abbiamo fatto insieme un bel po’ di spettacoli in cui io recitavo le mie poesie e tu narravi aneddoti, proverbi e vecchie filastrocche e il pubblico gradiva molto questo mix di baresità antico-moderna e tutto ciò avveniva nel reciproco rispetto delle nostre diversità grammaticali. E poi, se ben ricordi, hai letto mie poesie nel tuo programma “Marascià” di qualche anno fa, dicendoti orgoglioso di essere amico di Vito Bellomo (sono tue parole, immortalate in videocassetta), e che rappresentavo un vanto per Bari, in quanto vincitore di concorsi letterari in tutta la Puglia (e anche fuori regione). Ma poi ti sei montato la testa, autodefinendoti cultore, attore e poeta. Beh, credo sia giunto il momento che io, pubblicamente come hai fatto tu, dica la mia sul tuo conto, analizzando, punto per punto, le tre definizioni:

1) CULTORE. La tua precaria condizione di lavoro ti ha messo in condizione di avere molto tempo a disposizione per consultare archivi e vecchie pubblicazioni, soprattutto del grande Alfredo Giovine il quale, come ricorderai, ebbe parole di ammirazione per la mia poesia ”A BBÁR VÉCCHJ”. Bene, facendo incetta di tutte queste nozioni, col pretesto di “fare cultura”, le hai divulgate, ergendoti, però, ad assoluto protagonista, così come hai fatto con gli aneddoti e le canzoncine che Vito Signorile molto, ma molto prima di te, aveva riproposto al pubblico. E poi, sempre con lo stesso pretesto, ogni tanto vai a riesumare qualche defunto poeta, recitandone i versi, guardandoti bene dal citare qualche poeta contemporaneo (e tu sai che ce ne sono).
Se tu sosterresti umilmente che, per sbarcare il lunario, ti dai da fare a produrre qualcosa, saresti più simpatico e credibile! Invece, non sarai ricordato come un cultore, ma come un cultore di un cultore che è Alfredo Giovine, che sembra, insieme a Felice, essere i soli tuoi idoli.

2) ATTORE. Beh, in trent’anni di carriera hai fatto solo qualche piccola particina e non so quanta gente si ricorderà di te come attore. Questa è solo arroganza e presunzione

3) POETA. La stessa cosa dicasi per le poesie. Tu sai bene qual’è la vera poesia! Il tuo sterile cuore ha saputo partorire solo versi banali e volgari. Come poeta, ahimé, non sei nessuno!!! Dove sono le tue poesie? Io ne ho scritte oltre 300 e tu sai quanti premi ho vinto, se fossi stato bramoso di gloria quanto te, avrei già pubblicato 5/6 libri, e non puoi immaginare quanta gente me lo chiede. Prima o poi questo avverrà.

E ora veniamo alla grammatica. Il 16 dicembre 2006, nel “fortino”, Vito Signorile, durante la presentazione del calendario in vernacolo barese “U SETTÁNE” di Michele Fanelli, ha pubblicamente invitato i poeti a scrivere in dialetto, senza preoccuparsi troppo delle regole grammaticali. L’importante, ha detto, è fare poesia. Ed ha fatto l’esempio della scritta “MARNARID” che, guarda caso, rispecchia proprio le mie convinzioni, peraltro condivise da molti altri, di come sia più semplice cercare di scrivere così come si parla. Caro Gigi, scendi da quel piedistallo che ti sei eretto da solo, ergendoti a “professore” di dialetto. Il dialetto è semplicità e spontaneità e imprigionarlo grammaticalmente significa tarpare le ali della fantasia e del sentimento a chi, pur avendo lo stimolo a scrivere in dialetto, pensa che sia difficile.
Con la tua presunzione e la tua boria hai polemizzato verbalmente con persone sicuramente molto più qualificate e preparate di te e, come risulta dalle numerose lettere apparse sulla Gazzetta del Mezzogiorno (19.5.2003, 21.5.2003, 31.8.2004, 13.8.2004, 1.9.2004, 7.9.2004, tanto per citarne qualcuna). Senza contare poeti come il sottoscritto, Giuseppe Gioia, Peppino Zaccaro e tanti altri (tutti pluripremiati), ed anche con musicisti come Rodolfo Ventrella o Gianni Grazioso (leader del gruppo di musica popolare BARINCANTO), sempre per lo stesso motivo: volevi sempre essere tu, l’assoluto protagonista, il primo della classe, il più bravo di tutti, colui che sa tutto mostrando invidia della bravura e del successo altrui!
Io non ho altro da aggiungere e non ho certamente tempo per te. Il mio tempo è troppo prezioso per perderlo con te, preferisco dedicarlo alle poesie che ho da scrivere e che sono numerose.
POETA VITO BELLOMO
Dicembre 2006


RISULTATI CONSEGUITI IN CONCORSI PRECEDENTI
E PARTICOLARI RICONOSCIMENTI OTTENUTI

1980) Circolo Culturale"Le Gravine"- Massafra(TA) : 1° Class. (GRATTUS....ANNU'?)
1982) Circolo Culturale"Le Gravine"- Massafra(TA) : 3° Class. (NU R'TRATT)
1993) Premio Nazionale "Città di Bitetto"(BA) : 1° Class.(GRATTUS...ANNU'?)
1994) Premio Reg.le "Poesia,pane e vino"Gallipoli(LE) : 1° Class. (A BBAR VECCHJ)
1994) Premio Nazionale"Città di Bitetto"(BA) : 1° Class. (BOMB E BRASCIOL)
1994) Circ.Cult."Auditorium"Molfetta(BA) : 2° Class. ( U PRIM AMOR)
1995) Premio Nazionale"Città di Bitetto"(BA) : 1° Class. ( IEV TUTT N'ALDA COS)
1995) Assoc.Cult."Papavero d'oro"Toritto(BA) : 3° Class. ( L'ULTMA POESI')
1996) Accademia Internaz.le"Padre Pio"Trinitapoli(FG) : 3° Class. ( U VALOR CHIU' GRANN)
1996) Accademia Internaz.le"Federico di Svevia"Corato(BA) : 2° Class. ( LA TERRA ME' )
1996) Assoc.Cult."Papavero d'oro"Toritto(BA) : 2° Class. ( LA BRASCIOL)
1997) Centro Culturale " Il Sipario" Casamassima(BA) : 1° Class. ( STELLA CADENT )
1998) Premio Nazionale "Città di Bitetto"(BA) : 2° Class. ( LA MALASORT DU PULP BARES)
1999) Assoc.Cult."Papavero d'oro"Toritto(BA) : 3° Class. ( A BBAR VECCHJ )
1999) Premio Nazionale "Città di Bitetto"(BA) : 3° Class. ( U CENTR D'L'UNIVERS )
1999) Associazione Culturale"Nuovo sottano" BARI : 2° Class. ( LA FIN DU MUNN )
1999) Premio "Città viva" Ostuni(BR) : 3° Class. ( L'STRASCJNAT )
2000) Premio Nazionale "Città di Bitetto"(BA) : 3° Class. ( LA FIN DU MUNN )
2000) Centro Culturale " Il Sipario" Casamassima(BA) : 1° Class. ( D'NOTT )
2000) Associazione Culturale"Papavero d'oro" Toritto(BA) : 2° Class. ( LA MELODI' D'L''PONTIN )
2000) La poesia "NU R'TRATT" viene inserita in un volume intitolato "IL DIALETTO", a cura dell’AIERRE.
che contiene una panoramica dei migliori poeti dialettali baresi contemporanei e del passato.
La presentazione del volume avviene nel mese di dicembre 2000 nella sala consigliare del Comune di Bari.
La poesia "A BBAR VECCHJ" viene musicata dal musicista folk barese Rodolfo Ventrella e inserita nel CD intitolato "BARESITÀ insieme ad altri brani in dialetto ed ottiene un inaspettato successo di
vendite, oltre a positivi giudizi della critica.
2001) Premio Naz.le" Città di Bitetto " (BA) Premio speciale della giuria
( ACCMMI'NZ ARRET A VOLÀ)
2001) Assoc. Cultur."Papavero d'oro" Premio città di Bari : 1° Class. ( U'MEGGHJ AMIC MI' )
2001) Premio naz.le di Poesia e Narrativa "Nino Palumbo"
Centro culturale"Annabella Aries" B A R I 3° Class. ( LA VOSCJ D'BBAR VECCHJ )
2001) 4 *Premio letterario "Osservatorio" B A R I 2° Class. ( NU R'TRATT )
2002) Premio naz.le CREATIVITA' ITINERANTE
27 Aprile 2002 RODI GARGANICO( FOGGIA) 1° Class.( NU R'TRATT )
2002) 7° Concorso internazionale di letteratura e poesia Premio speciale della giuria ( AMOR A...MAR )
"Città di Bari" Trofeo "Il papavero d'oro"
2002) 13 OTTOBRE Premio Nazionale di poesia : 2° Class.( LA MELODI' D'L'PONTIN )
"Versi per la vita" LEGA ITALIANA TUMORI
della Lega Italiana per la lotta contro i Tumori-Bari
2002) 28 SETTEMBRE Assoc.Culturale AD MAIORA 3° Class. ( LA MELODI' D'L'PONTIN )
Premio letterario"Massimo D'Azeglio"BARLETTA(BA)
2002 ) 26 OTTOBRE Assoc.Culturale CITTA' VIVA 2° Class. ( LA TERRA ME' )
XIII Ediz. Premio letterario CITTA' VIVA- Ostuni(BR)
2002 ) 15 DICEMBRE 5° Premio letterario"OSSERVATORIO" 2° Class. ( LA MALASORT DU PULP BARES )
2003) 14 MARZO - II Edizione premio nazionale di poesia 3° Class.( CHEDDA UAGNEDD
dialettale "Salvatore Tolino" NAPOLI ' NGANN A 'MMAR)
2003) 24 MAGGIO- I Ediz.ne premio letterario "MARTUCCI" 1° Class.( TROPPO) SEZ.LINGUA ITALIANA
Concorso Naz.le Poesia,Narrativa,Teatro-Valenzano(BA)
2003) 01 GIUGNO- Premio naz.le Creatività itinerante 1° Class.( NU SCOGLJ 'MMENZ A'MMAR)
CAROVIGNO ( BR)
2003) 21 GIUGNO-8°Concorso internaz.le di letteratura e Premio Poeta dell'anno(ALLA C'MMARA ME')
poesia"Città di Bari" Trofeo "Il papavero d'oro"
2003) 21 SETTEMBRE- Europremio letterario"Città di Corato" 3° Class. ( NU SCOGLJ 'MMENZ) A'MMAR ) Silloge dialettale di 20 poesie

2003) 14 DICEMBRE - 6° Edizione premio letterario 1° Class. ( BIAT ' AMME' )
OSSERVATORIO - BARI -
2004) 24 APRILE - 9° Concorso internaz.le di letteratura e 1° Class. ( U' POET )
poesia"Città di Bari" Trofeo "Il papavero d'oro
2004) 23 MAGGIO - Premio nazionale "Città di Bitetto" 1° Class. ( NU SCOGLJ 'MMENZ A'MMAR )
XII edizione Silloge dialettale di 10 poesie
2004) 23 MAGGIO - Premio nazionale "Città di Bitetto" 1° Class. ( A MARCELL CATINELL )
XII edizione premio speciale"Marcello Catinella"
2004) 12 SETTEMBRE –Premio letterario internazionale Segnalazione con medaglia d’argento
“Marengo d’oro” Sestri Lev. Sezione lingua italiana ( MIEI CARI )
2005) 29 GENNAIO –Premio letterario “Il Tripode”- Crotone 3° Class. (NU MUERS D’LUSCJ)

2005) 29 MAGGIO – Premio Nazionale”Città di Bitetto” 1° Class. (U’ SPETTACL D’LA VIT)

2005) 4 GIUGNO – Premio nazionale di letteratura ed Premio speciale della giuria ( T’VEGG )
e arti figurative – Rodi Garganico (FG)
2006) 24 GIUGNO – Premio nazionale “Massimo D’Azeglio” 2° Class.( LA MALASORT DU PULP BARES)
Trofeo città di Barletta
2006) 12 NOVEMBRE – Concorso Letterario Internazionale 3° Class.( LA PAVUR D’CAMPA’)
“G.nni Gronchi – Pontedera (Pisa)


La lettera di cui sopra fu ripresa in parte e commentata in una nota del giornalista Michele Campione e pubblicata il 19 dicembre 2006 sulla "Gazzetta del Mezzogiorno".


DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Bellom12


Ultima modifica di Vittorio E. Polito il Dom Ago 14, 2011 9:56 am - modificato 1 volta.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty CHI SBAGLIA DI MENTE, PAGA DI BORSA

Messaggio  Vittorio E. Polito Sab Ago 13, 2011 8:38 am

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Copert10

La foto in alto è del sottoscritto (scattata il 7 giugno 2002), e fatta inserire abusivamente dall'autore in IV di copertina del suo volume, senza citare la fonte, poi fatta sostituire da quella in basso.

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Copert11.

Ringrazio la WIP EDIZIONI per aver verificato ed accettato di buon grado le mie ragioni acconsentendo di sostituire la foto.

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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty DA "REPUBBLICA.IT" DEL 7 APRILE 2011. DIALETTI: CHE FARE?

Messaggio  Vittorio E. Polito Ven Ago 19, 2011 3:53 pm

NELLA CITTÀ DI BARI, ALCUNI CONSESSI, DENOMINATI IN VARIO MODO, SI STANNO QUASI ACCAPIGLIANDO PER PROMULGARE, A MODO LORO, NORME, GRAMMATICHE E VOCABOLARI FINALIZZATI AD EMANARE REGOLE E DIRETTIVE SU COME SI DOVREBBE SCRIVERE E LEGGERE IL DIALETTO BARESE.
DA QUANTO SCRIVE E RIPORTA IL QUOTIDIANO “LA REPUBBLICA”, NELLA NOTA DI TANO GULLO, CHE SEGUE, AVVALORATA DA PARERI DI ILLUSTRI CRITICI, SCRITTORI E DOCENTI UNIVERSITARI, LA COSA NON È AFFATTO SEMPLICE, MA PIUTTOSTO COMPLICATA, A DETTA DEL PIÙ INSIGNE LINGUISTA SICILIANO, GIOVANNI RUFFINO, DOCENTE DI LETTERE NELL'UNIVERSITÀ DI PALERMO: «LO STUDIO DEL DIALETTO E DELLA NOSTRA IDENTITÀ DEVE ATTRAVERSARE OGNI DISCIPLINA, DEVE COINVOLGERE, OLTRE ALLA STORIA ED ALLA LINGUA, ANCHE LE SCIENZE ED IL RESTO». COSA CHE VALE PER TUTTI I DIALETTI. NON HA QUINDI ALCUN SENSO FERMARSI SOLO “A COME SI SCRIVE E SI LEGGE” UN DIALETTO, MA IL DISCORSO VA ALLARGATO E DI MOLTO.

Vittorio Polito


http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/04/07/news/il_siciliano_si_studier_a_scuola_ma_gli_scrittori_bocciano_la_legge-14607409/index.html?ref=search

Il siciliano si studierà a scuola
Ma gli scrittori bocciano la legge


La commissione Cultura del parlamento regionale approva un disegno di legge che prevede lezioni di dialetto in ogni istituto di ordine e grado. Scettici gli autori dell'Isola. Consolo: "Una bella regressione sulla scia dei lumbard". Camilleri: "Salvaguardiamo l'italiano"

di TANO GULLO

Il dialetto, quello che una volta in classe veniva censurato a suon di bacchettate, non è più un tabù e tra poco potrebbe diventare materia scolastica a tutti gli effetti. La proposta di legge che porta la firma di Nicola D'Agostino, dell'Mpa, approvata ieri all'unanimità dalla commissione Cultura del Parlamento regionale - che prevede per due ore a settimana “la valorizzazione e l'insegnamento della storia, della letteratura e della lingua siciliane nelle scuole di ogni ordine e grado" - ha scatenato subito una ridda di polemiche.

Il più critico è lo scrittore Vincenzo Consolo, il quale vede in questa iniziativa una deriva leghista: «Ormai siamo alla stupidità. Una bella regressione sulla scia dei ‘lumbard’. Che senso hanno i regionalismi e i localismi in un quadro politico e sociale già abbastanza sfilacciato? Abbiamo una grande lingua, l'italiano, che tra l'altro è nata in Sicilia: perché avvizzirci sui dialetti? Io sono per la lingua italiana, quella che ci hanno insegnato i nostri grandi scrittori, e tutto ciò che tende a sminuirla mi preoccupa».

Andrea Camilleri, che dal dialetto ha attinto a piene mani per caratterizzare i personaggi che orbitano intorno al commissario Montalbano, guarda con attenzione ma anche con cautela al disegno di legge che a maggio potrebbe essere approvato dal Parlamento siciliano: «Se rimane entro certi limiti e non asseconda istinti leghisti, va bene. Per essere chiari, sarebbe deleterio legiferare l’obbligatorietà del dialetto. Abbiamo una lingua, l’italiano, che al 90 per cento è stata l’artefice dell'unificazione del Paese, e dobbiamo salvaguardarla. I dialetti sono una grande risorsa per la lingua madre e tali devono restare. Esistono solo perché c’è un idioma condiviso da tutti. Ad esempio, invece di saccheggiare le lingue straniere, basti vedere l’abuso di anglismi oggigiorno, potremmo attingere ai nostri dialetti per innervare l’italiano e per salvare la nostra memoria. Ed è quello che io faccio nei miei romanzi».

Via libera da Enzo Sellerio: «Mi sembra una cosa giusta. Il dialetto e l’approfondimento della nostra storia sono un argine al dissolvimento della memoria. Abbiamo bisogno di tramandare quel che siamo stati e siamo. A patto però di non dimenticare che la Sicilia è parte di un contesto più ampio e, soprattutto, che questo insegnamento non sia a scapito della lingua e della storia d’Italia».

Il più insigne linguista siciliano, Giovanni Ruffino, docente alla facoltà di Lettere a Palermo, esprime grandi perplessità sulle procedure: «Chi hanno consultato gli estensori della legge? Non mi risulta che abbiano coinvolto gli specialisti o il mondo della scuola, il che non depone certo a loro favore. Le problematiche linguistiche e scolastiche non si possono affrontare a cuor leggero. E allora, bene l'iniziativa, ma a patto che ora si proceda con gli strumenti della scientificità. Negli anni Ottanta una legge che introduceva lo studio della cultura e della lingua siciliana nelle scuole durò cinque anni, poi non venne rifinanziata e cadde nel vuoto. La nuova norma potrà funzionare se i docenti verranno formati adeguatamente e se il "siciliano" non verrà relegato in una nicchia».

Ruffino, che all’Università argentina di Rosario sta mettendo a fuoco una disciplina sulla cultura siciliana, aggiunge: «Lo studio del dialetto e della nostra identità deve attraversare ogni disciplina, deve coinvolgere, oltre alla storia e alla lingua, anche le scienze e il resto».

L'onorevole D'Agostino è convinto che la legge verrà approvata entro l’estate: «Non comporta alcun aggravio di spese - dice - e poi c'è una convergenza trasversale in aula. Tra l'altro, senza stravolgere nulla, potremmo usufruire del 20 per cento del monte ore scolastico che la legge Moratti prevede per l'autonomia didattica dei vari istituti. Questa legge ci consentirà di conoscere meglio la Sicilia, la sua lingua e di approfondire alcuni aspetti controversi della nostra storia. La storia, a cominciare dall'Unità d'Italia, non è come ce l'hanno raccontata, ed è giusto quindi agire per riappropriarci di quel che ci spetta».

Argomenti che suscitano il dubbio di Consolo: «Non è che con questa legge si vuole aprire una breccia per dare la stura a un pernicioso revisionismo?».
7 APRILE 2011
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty A PROPOSITO DELLA PROPOSTA SICILIANA

Messaggio  Admin Ven Ago 19, 2011 4:25 pm

Sono completamente d’accordo con il professor Ruffino quando dice: «LO STUDIO DEL DIALETTO E DELLA NOSTRA IDENTITÀ DEVE ATTRAVERSARE OGNI DISCIPLINA, DEVE COINVOLGERE, OLTRE ALLA STORIA ED ALLA LINGUA, ANCHE LE SCIENZE ED IL RESTO». franz falanga
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty A PROPOSITO DELLA PROPOSTA SICILIANA

Messaggio  felice.alloggio Sab Ago 20, 2011 12:47 pm

FRANCAMENTE NON HO CAPITO SE ALLO STUDIO DEL DIALETTO DEBBANO ESSERE INTERESSATE TUTTE LE DISCIPLINE, INTENDENDO GLI STORICI DELLE DISCIPLINE QUINDI, GLI STORICI DELLA MEDICINA, QUELLI DELL'ARCHITETTURA, DELLA BIOLOGIA, ETC, OPPURE PIU' SEMPLICEMENTE I MEDICI, GLI ARCHITETTI, I BIOLOGI ETC., PERCHE' IN QUESTO SECONDO CASO NEL NOSTRO SEMINARIO C'E' DI TUTTO, DAL PIASTRELLISTA ALL'AVVOCATO, DAL PENSIONATO AL MEDICO, DALL'INSEGNANTE AL TAGLIALEGNA, DAL RELIGIOSO ALL'IMBIANCHINO, DAL POETA ALL'ATTORE, DALL'UROLOGO ALL' IDRAULICO, QUESTI ULTIMI PER LA TERMINOLOGIA DIALETTALE CHE CIASCUNO DEI DUE PROPONE NEL CAMPO DELLA CANALIZZAZIONE E FUORIUSCITA DEI LIQUIDI UMANI E CITTADINI.
SE QUALCUNO MI PUO' RISPONDERE MI FAREBBE UN GRAN FAVORE NON FOSSE ALTRO CHE PER LENIRE GLI EFFETTI SUDATICCI DI QUESTA CALDISSIMA ESTATE.
CIAO A TUTTI DAL VOSTRO FELICE
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty RE: A PROPOSITO DELLA PROPOSTA SICILIANA

Messaggio  Vittorio E. Polito Sab Ago 20, 2011 2:56 pm

SECONDO ME, NON SONO LE PERSONE APPARTENENTI ALLE VARIE BRANCHE CHE DEVONO ESSERE COINVOLTE, MA LE DISCIPLINE DELLO SCIBILE.
Vittorio E. Polito
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty DA: LA REPUBBLICA DI PALERMO DEL 14 MARZO 2007

Messaggio  Vittorio E. Polito Sab Ago 20, 2011 3:52 pm

LA REPUBBLICA
Palermo 14 marzo 2007


Uno studio di Giovanni Ruffino sull´avversione per il siciliano
La lingua non è più madre


I ragazzini la associano a qualcosa di volgare o al codice della mafia
Una testimonianza-choc "Lo parlano i bambini sporchi maleducati e poveri"
Al questionario hanno risposto 167 scuole per novemila elaborati


La percentuale di chi lo conosce è scesa del 40 per cento dal ´78 al 2005 Il dialetto è brutto, sporco, rozzo, malavitoso e «stradaiolo». I bambini pensano tutto il male possibile della lingua dei padri. Lo «certifica» una ricerca avviata nel 1995 dall´Istituto di Linguistica della facoltà di Lettere di Palermo, le cui analisi appena concluse sono oggetto del libro "L´indialetto ha la faccia scura - Giudizi e pregiudizi linguistici dei bambini italiani" di Giovanni Ruffino (Sellerio, 290 pagine, 18 euro).
Via via che si scende dalle Alpi verso il Mediterraneo gli epiteti negativi sul vernacolo si incrementano. In Sicilia poi l´avversione raggiunge il picco massimo. L´équipe di Ruffino, preside di Lettere e coordinatore del progetto, ha inoltrato a trecento scuole elementari italiane un questionario da sottoporre agli scolari senza alcun condizionamento da parte dei maestri. Hanno risposto 167 istituti - equamente distribuiti nel territorio nazionale - per un totale di quasi 9 mila elaborati. Un campionario molto rappresentativo per trarre conclusioni con il crisma della scientificità. La prova che le risposte siano esclusiva farina del sacco degli alunni è nel gran numero di strafalcioni di cui sono farcite, compreso quello ostentato nel titolo del libro.
Ecco le riflessioni degli studiosi che hanno analizzato il questionario: l´erosione continua del dialetto a opera dell´italiano (ma questa non è una novità); la trasformazione del vernacolo in chiave televisiva (caso Camilleri docet); la dequalificazione del siciliano che trova il terreno di coltura nella scuola e nelle famiglie; la scarsa capacità di invenzione in quelle realtà che hanno perduto consistenza economica e sociale (pensiamo alla cultura contadina ormai in via di estinzione). E a dispetto di tutto ciò, la sorprendente tenuta - ovviamente relativa - degli idiomi locali se si considera la pericolosa deriva durante il fascismo e poi negli anni Sessanta.
«Le tante isole linguistiche del Paese per fortuna non si sono ancora trasformate in ghetto», dice Ruffino. C´è un´altra considerazione che attenua un po´ il pessimismo: i ragazzini quando ragionano fuori dagli schemi del pregiudizio, riconoscono fino in fondo il valore del dialetto (e questa è una novità). Lo definiscono la lingua della fantasia, dell´allegria, una sorta di primo amore dell´espressività.
Un florilegio tratto dal pensiero dei ragazzini isolani (le frasi sono trascritte con tutti gli errori), mette a nudo le tante contraddizioni della questione. Il dialetto è mafioso: «Chi parla il dialetto non ha la coscienza pulita», «Chi parla il dialetto è cattivo e delinquente», «Il dialetto si parla coi mafiosi», «Il dialetto è una lingua sbagliata e scorretta come i boss di Cosa nostra».
È una cosa da poveracci: «Il siciliano è più volgare e lo parlano i bambini sporchi, maleducati, cattivi e poveri», «La lingua secondo me e più adatta ai signori di lusso e invece il dialetto e più adatto ai contadini insomma gente povera».
È «roba» da strada: «L´indialetto non mi piace perché è brutto e si parla in mezzo alla strada, vorrei che in Sicilia tutti parlassero italiano, compresi i delinquenti».
È meridionale: «Io volevo nascere a Firenze no a partinico ma il mio destino è stato questo».
È di ieri: «Ormai si è perso il dialetto che si parlava a quei tempi e invece ora si parla il dialetto "incarcariato"».
È diseducativo: «L´indialetto per i bambini non è il parlamento giusto».
Non serve per i quiz: «Bisogna parlare anche in Italiano perché dobbiamo saper rispondere bene alle domande di uno spettacolo televisivo ad esempio: "Tutti per uno", "Ok il prezzo è giusto"».
E nemmeno per l´amore: «Se un maschio dice a una donna: "sei bella", lei si emoziona invece se un maschio dice a una donna "chi sì bedda" la donna si emoziona però non le piace come le è stato detto».
Sono in tanti i ragazzini che hanno chiaro il valore intrinseco del dialetto e la sua ricchezza creativa. Per loro è un destino, ma anche un piacere: «Il siciliano viene parlato per origine l´italiano per educazione», «Secondo me con il dialetto ci si nasce», «L´italiano è molto gentile è invece il dialetto è scortese, però a me mi piace il dialetto, «Certe volte parliamo in siciliano perché questa è la nostra lingua e ci scorre il sangue siciliano». E c´è, infine, chi chiosa con ironia: «Io con i miei amici ci parlo, invece in dialetto i ci parru».
La chiave di volta è tutta in questa frase: «Non capisco perché oggi i genitori non vogliono insegnare ai propri figli la lingua che parlavano un tempo i loro nonni, i bis-nonni, i bis bis nonni, la lingua che si parlava ai tempi di Salvatore Giuliano». Ovviamente il ragazzino in questione è di Montelepre. La sua riflessione comunque rimanda al secolare braccio di ferro tra lingua e dialetto e ai luoghi del conflitto. Intanto, vediamo quando si inceppa la corsa del vernacolo. Con la costituzione dello Stato unitario si pone il problema della creazione di una lingua nazionale per mettere in collegamento le varie isole dell´arcipelago vernacolare. La scuola viene investita della missione di sradicare la mala pianta degli idiomi locali. Ma nella prima fase più che all´estirpazione del «volgare», l´intervento mira alla diffusione dell´italiano. È con il fascismo che il dialetto diventa tabù. Parlarlo è un peccato e poi un reato.
La scuola punisce chi non parla l´italiano e la famiglia investe grandi energie per allontanare i figli dalla loro lingua naturale. Qualche apertura nel dopoguerra (vedi l´esperienza di don Milani a Barbiana e di altri docenti illuminati in giro per il Paese), non riesce a contrastare l´andazzo. In aula bacchettate e voti bassi a chi non si piega. Nelle case il dialetto è appena tollerato, ma fuori dalle mura diventa una sorta di umiliazione per l´intero nucleo familiare. Così mentre l´italiano va via via caricandosi di connotazioni positive, il dialetto diventa sinonimo di turpiloquio, al di là del significato che esprime. I ragazzi diventano il terminale di questo intervento a tenaglia, che finisce per fomentare una sorta di genocidio delle parole. La televisione fa il resto. Contribuisce più della scolarizzazione alla creazione della lingua condivisa, ma si fa artefice di un impoverimento espressivo, comprovato dal fatto che prima dell´alfabetizzazione di massa il cittadino siciliano medio si esprime con circa 1.500 parole, mentre oggi parla con un frasario molto più ridotto. E quando la tv propone il dialetto, lo fa nei modi caricaturali della comicità regionale (romanesco, milanese, napoletano e siciliano, soprattutto) oppure inscenando forme italianizzate del dialetto («Montalbano sono», «minchia» in tutte le salse e quasi in ogni programma di intrattenimento), che forse è una ulteriore tappa del suo lento assassinio.
In una forbice che racchiude trent´anni di storia, il senso profondo dell´inarrestabile agonia: Maria Benenati e Concetta Agueci, madre e figlia, entrambe laureate in Lettere con Ruffino, hanno condotto due rilevamenti linguistici a quasi trent´anni di distanza, con la stessa metodologia e negli stessi luoghi. Risultato: nel 1978, l´80 per cento dei bambini parla in dialetto, nel 2005 appena il 40 per cento. In mezzo la perdita di centinaia di parole: da «stuppagghiu» (turacciolo) a «iuzzu» (tacchino), da «taddarita» (pipistrello) a «cannavazzu» (straccio). Particolare curioso: nel 2005 contrariamente al 1978, nessuno sa tradurre la parola «strummula» (trottola). Del resto, come fai a conoscere un oggetto con il quale non giochi più e la cui funzione è stata espropriata dall´impero della globalizzazione che l´ha messa in vendita con il nome di "Bey blade"?
Tano Gullo


Ultima modifica di Vittorio E. Polito il Mar Ago 23, 2011 5:47 am - modificato 2 volte.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 10 Empty RISPOSTA ALL'AMICO FELICE

Messaggio  Admin Sab Ago 20, 2011 4:16 pm

Caro Felice eccomi qui. Proverò a spiegarmi meglio del perchè ho scritto che sono completamente d’accordo con il professor Ruffino quando dice: «LO STUDIO DEL DIALETTO E DELLA NOSTRA IDENTITÀ DEVE ATTRAVERSARE OGNI DISCIPLINA, DEVE COINVOLGERE, OLTRE ALLA STORIA ED ALLA LINGUA, ANCHE LE SCIENZE ED IL RESTO». Naturalmente è una mia interpretazione di quello cha ha scritto il professor Ruffino. Personalmente penso che qualsiasi disciplina, anche se dovesse essere di tipo umanistico, tutto sommato è una scienza. Alla fine della seconda Guerra Mondiale, gli studiosi della varie discipline inziarono a considerare le discipline in questione anzichè solo e soltanto discipline, come dei "SISTEMI", perchè una delle caratteristiche di un sistema qualunque esso sia, è che, per essere studiato al meglio, debba assolutamente interfacciarsi con altri sistemi partendo ovviamente da quelli più similari per arrivare fino a sistemi apparentemente distanti dal primo. Tutto qui. Ci fu molti anni fa un celeberrimo medico cattedratico milanese di origini baresi, di cui ahimè non ricordo il nome, che fu il primo a considerare il fegato anzichè un organo del corpo umano, un sistema. Da allora si sono fatti passi da gigante nel campo della conoscenza del fegato. Tutto qui. Spero di essere stato chiaro. Sempre a disposizione. franz falanga.
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