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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO

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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty DA "BARISERA" DEL 10 MAGGIO 2011, PAG. 20

Messaggio  Vittorio E. Polito Mar Mag 10, 2011 6:55 pm

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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty QUESTA VOLTA SMUTRIAMO

Messaggio  Admin Ven Mag 13, 2011 7:10 am

Come sanno smutrare i baresi non lo sa fare nessun altro. Il termine smutrare è parola bellissima del nobile dialetto barese. Viene da mutria che in italiano significa faccia arcigna, espressione aggrondata, espressione di sdegno o di alterigia. In barese smutrare significa capire immediatamente da una rapidissima analisi dei fatti, delle situazioni, delle facce, l'esistenza di un tranello, di una gherminella, di una patacca imminente, di un grosso bidonaccio all'orizzonte. In altre parole significa accorgersi con largo anticipo di ciò che sta per accadere, analizzando in tempo reale segni, facce e comportamenti.
Come smutrano i baresi non lo sa fare nessun altro.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty RE: SMUTRA

Messaggio  Vittorio E. Polito Ven Mag 13, 2011 5:30 pm

Il vocabolario Treccani così definisce MUTRIA:
"Faccia accigliata, chiusa a ogni moto di simpatia, per malumore o per alterigia".
.

Ritengo il significato del tutto diverso da quello del dialetto barese.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty DA: GIORNALE DI PUGLIA DEL 13 MAGGIO 2011

Messaggio  Vittorio E. Polito Sab Mag 14, 2011 4:19 am

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"Baresità, curiosità e..." di Vittorio Polito


pubblicato
• venerdì 13 maggio 2011
• in
• Etichette: Bari, Libri, Territorio

di Nicola Sciortino

Nell’Auditorium della Scuola Media “G. Laterza di Bari”, ove ha sede l’Università della Terza Età “Puglieuropa”, è stato presentato ad un numeroso e qualificato pubblico, il volume del giornalista e scrittore Vittorio Polito “Baresità, curiosità e…” (Levante Editori). Il volume si avvale della prefazione di Corrado Petrocelli, Magnifico Rettore dell’Università di Bari e della copertina del maestro Michele Damiani.
Somma di notizie, apparentemente di curiosità, ma in sostanza racconti di vicende di Bari, il libro di Polito è fondamentalmente un testo che coniuga storia e tradizioni che insieme alle corrispondenti poesie in dialetto barese è soprattutto un documento culturale. Va anche detto che Polito ha pubblicato in precedenza il volume “Baresità e… maresità” (Levante), altro libro-documento, con la prefazione di Vito Maurogiovanni, scomparso il 4 marzo 2009. Dopo l’introduzione di Felice Alloggio, che ha presentato il relatore, l’autore ed i poeti presenti, è intervenuto Nico Veneziani, cardiologo ed esperto di tradizioni popolari, presentatore del volume, attraverso una magistrale dissertazione dei contenuti: dal dialetto barese, alla baresità e ad alcune tradizioni della nostra città. Con il suo libro l’autore trasmette non solo la cultura del nostro territorio, ma nello stesso tempo è testimone e provocatore affinché attraverso le poesie riportate nel volume e con i racconti che vengono fuori, passa nella memoria collettiva, e speriamo nel tempo, quella che è la città di Bari, la quale ancora oggi va alla ricerca della sua identità. Per apprezzarlo e valutarlo bisogna averlo tra le mani questo anche per determinare il suo valore in tutti i sensi.
Veneziani ha parlato anche di Lorenzo Gentile e del suo “Nuovo Dizionario del baresi (Levante), del grandissimo Giovanni Panza e del suo libro “La checine de nononne” (Schena), di Franz Falanga e del suo libro “La terra dell’U” (Menabò), di Linda Cascella e del suo capitolo sulle donne nello stesso libro di Polito, di Pasquale Sorrenti e della sua libreria nella quale si incontravano gli intellettuali baresi, della goliardia, del jazz a Bari, della teatralità del dialetto barese, delle tabacchine e di quanto ha scritto lo stesso Alloggio nei suoi capitoli inseriti nello stesso volume sulla Bari contemporanea.
Al termine poi hanno declamato poesie in dialetto barese tratte dal volume: Liliana Cucinella Gioia, Rosa Lettini Triggiani, Emanuele Battista e Peppino Zaccaro.
Felice Alloggio, attore e regista, ha presentato e moderato egregiamente la serata, declamando “L’Infinito” di Giacomo Leopardi, tradotto e commentato in dialetto barese dal poeta Giuseppe De Benedictis (Giudebbe).
Gianni Grazioso del gruppo folk “Barincanto”, con la sua chitarra ha suonato e cantato alcuni brani musicali dedicati a Bari ed al suo dialetto. Da noi colleghi della redazione di Giornale di Puglia va al caro amico Vittorio il nostro più sincero augurio di una ampia diffusione della sua opera.


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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty RINGRAZIAMENTO

Messaggio  Admin Sab Mag 14, 2011 8:43 am

Ringrazio di cuore il dottor Veneziani per aver citato me insieme al mio libro Nella terra dell'U. Grazie di cuore!
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty Dialetto: più fare che giudicare

Messaggio  felice.alloggio Sab Mag 14, 2011 2:19 pm

Cari amici del forum,
vorrei segnalare la Lettera alla Gazzetta del Mezzogiorno scritta il 10/5/2011 dall'iscritto al Forum Armando Santoro il quale, a proposito del nostro dialetto, nella sua nota intitolata: "Nel nostro dialetto il fare è più utile del giudicare" così scrive:
"La bellezza del nostro dialetto rende interessanti anche le dispute tra i lettori, su scrittura e pronuncia, come l'Ultima (De Santis-Polito) apparsa sulla Gazzetta, in merito alla locuzione "u luzz" - "luzze" - "jè lluzze" - iè luzze". Però vale la pena di rimarcare che a Bari qualcosa di nuovo si sta muovendo, perchè da qualche anno è nato un "Seminario di Studi e Approfondimento sul Dialetto Barese" (costituito all'interno della Ass.ne Mondo Antico e Tempi Moderni, presieduta dal prof. Nicola Cutino, e con una sede propria nella città vecchia), cui fanno parte scrittori, autori di testi, commediografi, docenti, poeti, attori di teatro, o semplici appassionati del dialetto, i cui partecipanti si stanno impegnando per fornire regole condivise su "come si scrive, si legge e si pronuncia il nostro dialetto."[i]
In passato anche io ho scritto del Seminario sulla rubrica Lettere al Direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, e spero che il curatore di tale rubrica in futuro ci dia sempre un pò di spazio.
Ad integrazione infine di quanto scritto da Armando Santoro, vorrei fare una precisazione e cioè che il Seminario è nato in collaborazione con il Forum comanacosaellalde, al cui amministratore Falanga e a tutti gli iscritti al Forum rivolgo appello affinchè si possa ricomporre il tutto e percorrere di nuovo insieme il cammino verso una meta che non può che essere condivisibile da tutti: leggere, scrivere e pronunciare in modo condiviso e semplice il nostro dialetto.
Un fraterno abbraccio.
Felice.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty RE: DIALETTO PIÙ FARE CHE GIUDICARE

Messaggio  Vittorio E. Polito Sab Mag 14, 2011 2:26 pm

AGLI AMICI DEL FORUM

Mentre sono d’accordo in linea di massima con quanto scrive nella sua conclusione Felice Alloggio, non lo sono per quanto riportato da Armando Santoro nella sua “Lettera alla Gazzetta”. Santoro, infatti, parla di disputa tra i lettori, ma a quale disputa si riferisce? Non c’è stato alcun dibattito tra me e colui che Santoro ha affiancato al mio nome. Io mi sono limitato solo a ricordare, in replica a Pani, che “u luzz” era un avviso ad allarmare i compagni di gioco e non il vigile urbano, che invece era soprannominato “uàrdie mangiapane” (Gentile: Nuovo dizionario dei baresi” - Levante Ed.). Pertanto tra chi scrive e il personaggio citato da Santoro non c’è stata alcuna discussione, quindi nessuna disputa.

Attualmente, non solo nella nostra città, ma anche in altre città italiane, ci sono opinioni diversissime, fra gli addetti ai lavori, su come scrivere correttamente il proprio dialetto. Ognuno gestisce i meccanismi della scrittura come meglio crede. Da questo a dettare regole e regolette, erigendosi a censori, o a criticare la scrittura altrui, c’è molta strada da fare.

Nel Seminario di cui si parla c’è stata già una scissione, in occasione della quale, hanno lasciato il campo: Signorile, Giovine, Serena, De Santis, l’autorevole Francesco S. Colantuono e diversi altri. Ciò dimostra chiaramente il disaccordo tra le varie opinioni in campo, il tentativo di imporre le proprie tesi, sia da una parte che dall’altra, dovuto anche alla passione nei riguardi del proprio dialetto e, per alcuni altri, il disinteresse.

Pertanto, ciò che viene pubblicato nel nostro dialetto in fatto di poesie, testi, calendari, dizionari e grammatiche, va considerato, attualmente, solo ed esclusivamente un modo di scrivere personale che potrebbe contribuire a confondere le idee ai meno attrezzati nel campo della cultura dialettale, che non riescono quindi a capire il perché di scritture così diverse, in qualche caso con economia di vocali o sperpero di consonanti (?).

Vittorio Polito


Ultima modifica di Vittorio E. Polito il Sab Mag 14, 2011 6:41 pm - modificato 1 volta.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty DIALETTO PIU' FARE CHE GIUDICARE

Messaggio  felice.alloggio Sab Mag 14, 2011 5:31 pm

Alcune precisazioni:
1) "U luzze" e non "u luzz" è il merluzzo che si mangia in bianco (bollito in acqua, con pomodorini rossi, prezzemolo e aglio) quando tenime l'andràme nguacchiàte.
2) "iè luzze" e non iè "luzz" e nemmeno "iè lluzz", è invece il grido che precedeva un imminente pericolo, e non solo per l'arrivo del brigadiere (bregadìre, o bregadìere" con la "ie" che avrebbe, secondo alcuni, il significato dell'allungamento fonetico della i. Sto studiando!
3) Sul Seminario: Vito Signorile pur facendo parte del Seminario e condividendone scopi e attualità, prova ne sia il fatto che il Gruppo Abeliano con il Seminario e l'Associazione Mondo Antico ha prodotto spettacoli di poesie alla Vallisa con il valente contributo di poeti facenti parte del Seminario, per impegni di lavoro spesso è assente.
4) Non Francesco S. Colasuonno ma Francesco S. Colantuono, ha frequentato il Seminario e volontariamente se ne è uscito per incomprensioni con altri componenti del Collegio Arbitrale.
Sono pienamente d'accordo con Polito quando afferma che molti scrivono e scriveranno sempre di testa loro, creando confusione nella testa di chi si avvicina al dialetto, proprio per questo ma non solo, il Seminario è spontaneamente nato, e oggi possiamo dire con certezza che sono tre gli aspetti che caratterizzano il lavoro del Seminario e il comportamento dei suoi componenti:
a) l'assoluta assenza di motivi di lucro e interessi economici;
b) la nobiltà della iniziativa perchè indirizzata al prossimo, in questo caso i cittadini baresi;
c) l'umiltà nelle proprie azioni perchè c'è in ciascuno dei partecipanti la piena consapevolezza di non essere i detentori del sapere dialettale, anzi la consapevolezza di dover soprattutto imparare.
Pertanto chiunque si ritrovi in questi punti è benvenuto a partecipare ai lavori. Se dall'interno del Seminario qualcuno dice o agisce senza tenere conto dei tre punti su esposti lo fa solo ed esclusivamente a titolo personale, assumendosene le responsabilità che non possono essere che di natura etica. A tutti coloro i quali non intendono legittimamente far parte del Seminario e che sono a vario titolo appassionati e/o cultori del dialetto, nonchè veri e propri poeti e scrittori dialettali, chiediamo solo di capire le nostre ragioni, così come noi capiamo le loro.
Con affetto dal vostro Felice
Buona serata e buona domenica.

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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty RE: DIALETTO PIÙ FARE CHE GIUDICARE

Messaggio  Vittorio E. Polito Sab Mag 14, 2011 6:50 pm

Cari forumisti e caro Felice,

Prendo atto con piacere dei tuoi puntuali e precisi chiarimenti e ti ringrazio. In ogni caso io non sono entrato nel merito del vocabolo "u luzz", ho solo riportato e chiarito, come detto, quanto aveva scritto erroneamente Pani e riprendendo la lettera di Santoro che ha confuso un pò le questioni.
Per Colantuono hai ragione, ho sbagliato il nome scrivendo Colasuonno, ma il riferimento era proprio a lui, ho provveduto a correggere l'inesattezza nella mia nota.
Molti saluti e buona Domenica
Vittorio
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty SENZA VINCITORI NE' VINTI

Messaggio  Admin Dom Mag 15, 2011 2:55 pm

Il titolo del post non è mio, mi sono preso il permesso di prenderlo a prestito da uno straordinario evento così intitolato che si è tenuto tempo fa sulle pendici del Monte Grappa, con la partecipazione di Arnoldo Foà in qualità di voce recitante, di musicisti di fama e, last but not least, del Coro Valcavasia che è al vertice delle corali italiane. Lasciate che mi dia un po’ di arie e lasciatemi spiegare il perché

1) perché il coro è nato oltre quarant’anni fa nel paese dove abito
2) perché io ho casa sulla pancia del Monte Grappa
3) perché l’idea e gli organizzatori sono fioriti nel luogo dove tuttora vivo.

SENZA VINCITORI NE’ VINTI dunque.
In questo straordinario spettacolo all’aperto si è parlato e si è rappresentato il teatro di guerra della Prima Guerra Mondiale che si era svolto proprio nelle mie zone dove si è combattuta la maggior parte della Guerra del 1914 / 1918. Una volta terminata, una volta scrittane la storia, una volta rimarginate le ferite, è ahimè arrivata la Seconda Guerra Mondiale, terminata la quale e scrittane la storia, e rimarginate le ferite, la parte sensibile della società ha iniziato a pensare ad alta voce che in questi due episodi epocali del secolo scorso, comunque la si pensi, non ci sono stati né vincitori né vinti.

La categoria culturale dove un’affermazione del genere funziona un poco meglio di quanto non funzioni nelle altre attività dell’uomo, è la cultura stessa, intesa sia come cultura umanistica che come cultura scientifica. Non basterebbe la vita di cento addetti ai lavori per fare soltanto l’elenco delle innumerevoli dispute su teorie, assiomi, teoremi, concezioni della vita, che si sono succedute nei millenni dell’esistenza dell’uomo. Se si riuscisse ad elencare una tale enormità di casi, tutti resteremmo allibiti da una regola comune a qualsivoglia disputa. Questa regola così recita: nelle dispute culturali, mai ci sono vincitori, mai ci sono vinti, perché la storia delle dispute è paragonabile ad un lungo interminabile fiume dove ognuno a modo suo con i propri mezzi culturali e comunicativi introduce le sue teorie che poi altri verificano controllano, accettano non accettano, modificano non modificano, lasciano passare con velocità diverse, scartano, non scartano. Insomma all’oggi, nel campo della cultura tout court, non esiste né mai esisterà il vincitore assoluto, né mai esisterà il perdente assoluto. Qui potrei anche fermarmi, ma il piacere del comunicare con chi mi dovesse leggere è talmente alto che continuerò ancora per qualche paragrafo.
Nel campo del dialetto, che è poi un campo appartenente alla cultura, alla cultura della città se proprio vogliamo spaccare il capello in quattro, ci sono infinite opinioni su moltissimi argomenti. E’ di questi anni la nascita di un gruppo a Bari che sta studiando la maniera più corretta sul come si scrive il dialetto medesimo. Personalmente penso che sia opera meritoria, ma altrettanto personalmente penso che a fronte dei risultati che questo gruppo potrà e dovrà esplicitare, esistono sull’argomento altri risultati che sono nati dal lavoro di singoli scrittori che si sono mossi e si muovono SINGOLARMENTE nel campo della scrittura dialettale. I risultati di un gruppo quale che sia, saranno certamente interessanti e intriganti, come pure i risultati di un singolo saranno altrettanto interessanti e altrettanto intriganti.
Ne discende che, quando i partecipanti al gruppo scriveranno in dialetto lo faranno seguendo i dettami delle regole del proprio gruppo spirituale e culturale e la stessa cosa avverrà quando i singoli scrittori scriveranno in dialetto perchè seguiranno le regole e i dettami che si saranno autoimposti studiando e decidendo autonomamente il modo di scrivere che a loro dovesse apparire più giusto e corretto.
Il risultato, ancora una volta, sarà che ci saranno tot capita tot sententiae, tante teste tanti modi di scrivere, su questo non ci piove. Il giudizio sulla belluria, sulla comprensibilità, sulla chiarezza della lettura sarà poi, ovviamente e naturalmente, demandato ai lettori, che sono poi l’elemento terminale dell’intera filiera. I lettori, questi sì, che decideranno poi quale, secondo loro, sarà la maniera più giusta e più corretta di scrivere le parole dialettali. Questa, per ora, è soltanto la prima fase.
Quando nascerà la seconda fase, cioè quando ci sarà una grammatica definitiva, una sintassi definitiva, una maniera definitiva sul come scrivere le parole in dialetto, questo è veramente nel grembo di Giove. Personalmente penso, potrò anche sbagliarmi, ma è il mio pensiero, che sull’ultimo argomento, sul come scrivere cioè le parole dialettali, di acqua sotto i ponti ne passerà parecchia, addirittura ne passerà una quantità infinita. Signori, quanto ho fin’ora detto è solo e soltanto la mia opinione si badi bene. Opinione che nasce da una mia profonda convinzione che è basata sul fatto che senza regole non può vivere la civiltà, ma che alcune caratteristiche inerenti la creatività non potranno mai essere incanalate e codificate da nessuna teoria. Se un giorno ciò dovesse accadere ci dovremmo tutti preoccupare. Lasciatemi concludere con un esempio. Parliamo di musica, di linguaggi musicali, di notazioni musicali e quant’altro. La maggioranza assoluta delle persone ama la musica nelle sue varie componenti. Mi sono chiesto perché la musica è universalmente apprezzata e universalmente rispettata e universalmente amata. Mi sono dato una riposta che ora sottoporrò alla vostra cortese attenzione.
Il fascino universale della musica sta nel fatto che il pubblico, anche inconsciamente, sente che dietro una qualsivoglia esecuzione musicale ci sono delle regole ferree senza le quali la musica non sarebbe tale, senza le regole della suddivisione per esempio, sarebbe solo rumore, nel migliore dei casi sonorità. Ma… e qui c’è il suo maggior fascino, queste regole nel corso del tempo sono state disattese, cambiate, rivoltate come un guanto, dando luogo a risultati sempre di estrema eccellenza. Nulla è immutabile nella musica, nulla è immutabile nel linguaggio musicale, nulla è immutabile nella notazione musicale. Tutto quanto detto si potrebbe chiamare teorema della continuità, ve lo trascrivo subito: A=B, B=C, A diverso da C. Rileggiamolo in italiano e non in linguaggio matematico: A è uguale a B, B è uguale a C, A è diverso da C. Tutti penseremmo che se il primo e il secondo elemento sono uguali fra loro, il secondo e il terzo sono uguali fra loro, allora ovviamente il primo e il terzo dovrebbero anche essi essere uguali fra loro, ebbene NO. Nel caso del teorema della continuità nell’esistenza di qualsiasi cosa, A e C sono diversi fra loro. Natura non facit saltus, certo che sì, ma non è comunque mai uguale a se stessa nel corso della sua esistenza. Se la natura, le forme musicali, le forme letterarie e tutto quanto appartiene al mondo delle forme fossero sempre uguali a se stesse, questo universo sarebbe cristallizzato definitivamente, e questo significherebbe la morte..
Qualcuno si sarà scandalizzato perché ho usato un neologismo, belluria al posto di bellezza, avrei potuto usare bellanza, ed è giusto che si sia scandalizzato, ma non posso farci nulla, continuerò ad usarlo perché dietro belluria e dietro bellanza, ci sono quasi quarant’anni di sperimentazione e lavoro che non vi espongo per non tediarvi più di quanto non stia facendo adesso. Così come continuerò a scrivere eccheccàzz, ammè, mòjèufàtt con tre accenti, semiseouànne, jì, e così via di seguito. Potrei continuare all’infinito. Questo però non significa che altri dovranno scrivere le stesse parole come me, ci mancherebbe altro! Non ne resterò dispiaciuto, né la diversità mai mi disturberà. Le dispute sulla forma scritta, sulle parole, sulla genesi e sulla teoria della forma e della figurazione, sto citando Paul Klee, non lasciano sul campo né vincitori, né vinti. Mi scuso per la mia lungaggine, ma ho voluto dire la mia, che mia resta e mia deve essere considerata. Bracci e abbaci a tutti.
franz falanga


Ultima modifica di Admin il Mar Mag 17, 2011 7:42 am - modificato 1 volta.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty Dialetto: il fare è più utile del giudicare

Messaggio  armando santoro Dom Mag 15, 2011 6:44 pm

Come non condividere in pieno la nota di Felice Alloggio, che nel riprendere la mia lettera alla Gazzetta del 11.5 (“dialetto:il fare è più utile del giudicare”) fa bene a ricordare che il “Seminario del dialetto” è nato in collaborazione con il Forum Comanacosaellalde, e rivolgere un appello affinché si possa ritornare a percorrere di nuovo insieme il cammino verso una metae l’obiettivo di: leggere, scrivere e pronunciare in modo condiviso e semplice il nostro dialetto”, perché, siamo franchi, non piace più a nessuno sentire in giro quei (pochi) commenti che tendono a sminuire la fatica, il lavoro e il tanto l’impegno dei Seminaristi che si stanno concretizzando - per quello che possa valere il mio giudizio - in risultati che sono di per sé notevoli.
Anche il Prof. Nicola Cutino, con la limpidezza ed onestà che sempre lo contraddistinguono,
continua a sottolineare nei suoi messaggi pubblici, “L’importanza della diffusione della lingua barese in questo Seminario in cui tutti i partecipanti, con poco chiasso e grande serietà si impegnano con duro ed annoso lavoro a dar vera dignità al nobile dialetto con regole grammaticali condivise e scrittura uniforme, con un corposo dizionario dei termini, con la raccolta di testi validi dell’ampia letterature bicentenaria barese la quale merita prestigio affinché si diffonda oltre i confini del nostro territorio anche ttraverso la realizzazione di numerosi eventi culturali ed artistici.”Ed in quest’ultimo aspetto – aggiungo io – il nostro Presidente è impegnato con notevoli sforzi e sacrifici, proprio con la Associazione Mondo Antico e Tempi Moderni.
I risultati (successi?) del Seminario non sono cosa di poco conto, se si considera la crescita dei tesserati: il mio cartellino di rinnovo all’iscrizione per il 2011 porta il numero 50, ma parecchie altre ne sono seguite. Mi sbaglio? Tra i seminaristi vi sono scrittori, attori, poeti, docenti, commediografi, autori di testi, o semplici appassionati del dialetto (mi sbaglio?) e tra questi si sono costituiti due gruppi che, senza “sventolar bandiere”, con metodiche e frequenti riunioni (che si aggiungono alle 33 ufficiali in tre anni) stanno lavorando e gettando le tracce della grammatica (il primo) e di un corposo dizionario (il secondo), senza lasciarsi trascinare dalla tentazione del “copia-incolla”, ma assumendo la direzione di tutto ciò che di buono il Seminario sta producendo.
Onore a tutti, quindi, ed onore a tutti coloro che, anche se non fanno parte del Seminario, dimostrano di amare il dialetto, impegnandosi a divulgarne la diffusione e a studiarne e diffonderne le regole, o anche semplicemente ad “interpretarle” con i loro lavori editi e inediti.
La citazione, scontata, va all’esempio di Felice Giovine, che rientra con grande merito con il suo staff in questa categoria di cultori ed esperti aspetto. La presenza di più voci è un grande arricchimento per la cultura della nostra città a dimostrazione che “nel dialetto il fare è più utile del giudicare”
(Caro Vittorio, la mia frase che riprendi “"La bellezza del nostro dialetto rende interessanti anche le dispute tra i lettori ", non voleva essere offensiva nei tuoi confronti (perché rimarca due pensieri, che io trovo complementari sulla locuzione “u luzz, luzze, jè luzze, iè lluzz” (ci sono anche il “merluzzo”, come dice Felice Alloggio, il baccalà, secondo Gentile e “u luzze fèmmene, luzze de pennite e luzze de le camàsce, di Carlo Scorcia) ma semplicemente fare da “apripista” alla seconda parte della lettera, rivolta adevidenziare i meriti del Seminario, che non vengono sempre riconosciuti e portati alla luce come meriterebbero.
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Messaggio  felice.alloggio Mar Mag 17, 2011 9:22 am

Caro Franz,
questo non lo dovevi fare. E come iè si scritte uèttànda righe e mò nu quande righe a ma scrive pe petèlle confutà?
Io scriverò molto meno. Desidero dire subito una cosa, un piccolo rimprovero se me lo permetti. Secondo me hai parlato in politichese, cioè in quel modo secondo cui - tanto per stare in argomento con quanto accade nella giornata di oggi - tutti i partiti politici diranno che non ci sono nè vinti nè vincitori e tutto rimarrà come prima, cioè nella confusione totale. E allora, teniamoci questa legge elettorale, teniamoci 915 parlamentari, teniamoci le province, teniamoci le Comunità Montane anche dove montagne non ce ne sono (vedi il caso Puglia) perchè altrimenti rischieremmo di alienare quella creatività politica che non può in nessun modo mai essere "incanalata e codificata da nessuna teoria". E, passando al dialetto, teniamoci - nella città di Bari - 300.000 modi diversi di parlare e scrivere il dialetto perchè altrimenti rischieremmo di minare la creatività dei Baresi che, in nessun modo, può essere "incanalata e codificata da nessuna teoria." Mi dispiace, ma non sono d'accordo, anche perchè il tuo pensiero porta ad una pericolosa conseguenza e cioè quella di rendere la cultura - in questo caso il dialetto - appannaggio solo di poche persone (capibile solo da poche persone, di solito le più istruite) La declamazione di Benigni dei versi di Dante Alighieri, confrontati con le letture che producevano i vari Gasman, e gli Albertazzi, rappresentano un esempio di come la cultura possa essere davvero di tutti. Infatti Benigni - ironia e comicità - legge in maniera chiara e capibile da molti, gli altri due leggevano solo per la colta aristocrazia letteraria, e per gli intellettuali organici o al potere o alla ideologia, molto presenti nei salotti di quei tempi.
Statte buène Franz
Felix
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty RE: SENZA VINCITORI NÈ VINTI

Messaggio  Vittorio E. Polito Mar Mag 17, 2011 10:45 am

CARO FELICE E FORUMISTI,

ANCHE A ME FA PIACERE RILEGGERVI, SENZA ENTRARE NEL MERITO DI QUANTO SCRIVETE. DEVO SOLO DIRE CHE SUL BLOG NON SI È MAI SMESSO DI SCRIVERE. SI SONO SOLO RIDOTTI GLI INTERVENTI. SI SONO VOLONTARIAMENTE ASSENTATI MOLTI "CORISTI", FORSE PERCHÈ NON SUFFICIENTEMENTE INTONATI, PER SCARSA VOLONTÀ O A CORTO DI ARGOMENTI, MA LA MUSICA NON SI È MAI FERMATA ED ANCHE SE DIMINUITO DI NUMERO, LE POCHE VOCI RIMASTE HANNO CONTINUATO A CANTARE, MAGARI ANCHE COME SOLISTI. PURTROPPO BISOGNA CONSTATARE CHE MOLTI ISCRITTI HANNO ABBANDONATO IL CAMPO, MA QUESTO NON HA TOLTO NULLA AL BLOG, ANZI HA TOLTO LORO IL PIACERE DI DIBATTERE. IL BLOG CERTAMENTE NON HA PERSO NULLA, ANZI HA CONTINUATO AD ARRICCHIRSI DI NOTE, NOTIZIE, RECENSIONI, BILIOGRAFIA E, PERCHÈ NO, ANCHE DI POLEMICHE, SEMPRE UTILI. ORMAI I CONTENUTI FANNO PARTE DELLA STORIA, ANCHE SE QUALCUNO NON GRADISCE.
INFINE NON VA DIMENTICATO, A GIUDICARE DAL NUMERO DELLE VISITE, CHE IL BLOG È CONSULTATO DA CENTINAIA, PER NON DIRE MIGLIAIA, DI PERSONE, PER CUI COLORO CHE HANNO CREDUTO, CON I LORO COMPORTAMENTI, DI ARRECARE QUALCHE DANNO, SI SONO SBAGLIATI DI GROSSO.
Molti saluti
Vittorio Polito
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Messaggio  Admin Mar Mag 17, 2011 2:33 pm

Caro compagno Felix, mi hai invitato a nozze, eccomi qui che ti rispondo paragrafo per paragrafo. Caro Franz,
questo non lo dovevi fare. E come iè si scritte uèttànda righe e mò nu io ho parlato per me da solo, tu scrivi nu, quanti e chi siete? Io ho scritto in arrampicata solitaria, solo per me. quande righe a ma scrive pe petèlle confutà?
Io scriverò molto meno. Desidero dire subito una cosa, un piccolo rimprovero se me lo permetti. A te questo ed altro, ne hai facoltà. Secondo me hai parlato in politichese, cioè in quel modo secondo cui - tanto per stare in argomento con quanto accade nella giornata di oggi - tutti i partiti politici diranno che non ci sono nè vinti nè vincitori e tutto rimarrà come prima, cioè nella confusione totale. No, non ho parlato in politichese, ho usato il mio lessico, che con il politichese non c’entra nulla. Per quanto riguarda la legge elettorale, le province, le comunità montane, sono d’accordo con te, ma questo che c’entra con la categoria "Cultura / scienza"? E allora, teniamoci questa legge elettorale, teniamoci 915 parlamentari, teniamoci le province, teniamoci le Comunità Montane anche dove montagne non ce ne sono (vedi il caso Puglia) perchè altrimenti rischieremmo di alienare quella creatività politica che non può in nessun modo mai essere "incanalata e codificata da nessuna teoria". E, passando al dialetto, teniamoci - nella città di Bari - 300.000 modi diversi di parlare e scrivere il dialetto perchè altrimenti rischieremmo di minare la creatività dei Baresi che, in nessun modo, può essere "incanalata e codificata da nessuna teoria." Mi sono spiegato evidentemente male: Molti italianisti hanno codificato la grammatica, la sintassi, ma la MANIERA di scrivere, il modo, lo stile, non sono codificabili. Non si vive che per lo stile, l’uomo è lo stile diceva qualcuno. Mi dispiace, non dispiacerti compagno, se non sei d’accordo mi va benissimo, è la ricchezza della varietà delle opinioni. ma non sono d'accordo, anche perchè il tuo pensiero porta ad una pericolosa conseguenza e cioè quella di rendere la cultura - in questo caso il dialetto - appannaggio solo di poche persone (capibile solo da poche persone, di solito le più istruite). Non credo di aver detto questo, io penso invece che il dialetto sia appannaggio di tutti e che ognuno lo usa e lo scrive come meglio crede. La declamazione di Benigni dei versi di Dante Alighieri, confrontati con le letture che producevano i vari Gasman, e gli Albertazzi, rappresentano un esempio di come la cultura possa essere davvero di tutti. D’accordissimo. Mai ho detto e pensato che la cultura sia appannaggio di pochi! Infatti Benigni - ironia e comicità - legge in maniera chiara e capibile da molti, gli altri due leggevano solo per la colta aristocrazia letteraria, e per gli intellettuali organici o al potere o alla ideologia, molto presenti nei salotti di quei tempi. Allora mettiamola così, se non sono stato chiaro, me ne scuso, perché volevo dire esattamente il contrario di quello che tu hai compreso, quindi colpa mia. Facciamo un gioco Felix. Leggiamoci TUTTI i messaggi su questo forum, moltissimi non li ho compresi perché poco chiari. La domanda è: come mai, giustamente, hai accusato me di essere poco chiaro, e non hai mai degnato gli altri forumisti di un messaggio? Se mi permetti mio caro Felix, mi hai fatto un fior di complimento e te ne sono grato. Mi devi un aperitivo quando verrò a Bari. Non sei tenuto a saperlo, ma non ho mai frequentato a Bari, e tanto meno qui in Veneto, i salotti buoni, mai stato organico al potere, mai solidarizzato con quei politicanti nostrani, sennò avrei altri conti in banca e avrei progettato e costruito molto sia a Bari che qui in Veneto. Addirittura qui in Veneto sono riuscito a fare il professore e niente l'architetto, perchè sono sempre stato considerato comunista e meridionale. Come sai i comunisti mangiano i bambini e sono anche sporchi. Hai mai visto il mio nome su qualche cantiere barese? Dimmi di tutto ma non mi accomunare, caro compagno, a quella gente che parla politichese, frequenta i salotti buoni, si fa per dire, e ha legami poderosi con chi detiene il potere in questione. Lo sai benissimo, è stato anche inutile che te lo abbia detto. Un abbraccio e i soliti fraterni saluti da franz.
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Messaggio  felice.alloggio Mer Mag 18, 2011 10:45 am

Caro Franz,
nel mio post non mi sono mai voluto riferire a te che conosco solo per intuizione e per leggere continuamente gli scritti che puntualmente mi invii e che sono certo continuerai a farlo. Comunque mi spiace per l'equivoco che si è involontariamente creato.
Ciao e, mettendo solo per un attimo da parte il nostro amato dialetto, facciamoci gli auguri per come sono andate le votazioni. Sono certo che questa vittoria surclasserà ogni nostra divergenza e, spero, allontanerà il tuo cosmico pessimismo.
"Hasta Siempre" caro Franz, voglio salutarti con il titolo della canzone di Carlos Manuel Puebla, il cantore della Rivoluzione cubana, una canzone tradotta da molti compositori e cantata da tanti artisti, fra cui i nostri famosissimi "Nomadi".
Felix


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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty HASTA SIEMPRE FELIX

Messaggio  Admin Mer Mag 18, 2011 4:30 pm

"Hasta Siempre" caro Franz, voglio salutarti con il titolo della canzone di Carlos Manuel Puebla, il cantore della Rivoluzione cubana, una canzone tradotta da molti compositori e cantata da tanti artisti, fra cui i nostri famosissimi "Nomadi".
Felix

Quando un amico, compagno, sodale, mi scrive queste parole, che dire? Che è un mio fratello e che appartiene al mio stesso gruppo spirituale. Quel “nostri” mi ha commosso.
Grazie Felix, buon tutto a te.
phalàn


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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty ANCORA "BARESITÀ" DA "L'IRA DEL TACCO" DEL 19 MAGGIO 2011

Messaggio  Vittorio E. Polito Gio Mag 19, 2011 4:57 am

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Successo di pubblico per 'Baresità' di Vittorio Polito

Scritto da l.m.
Mercoledì 18 Maggio 2011 22:05

BARI- L’Auditorium della Scuola Media “G. Laterza di Bari”, dove ha sede l’Università della Terza Età “Puglieuropa”, è stato teatro per la presentazione del volume del giornalista e scrittore Vittorio Polito “Baresità, curiosità e…” (Levante Editori). Il volume si avvale della prefazione di Corrado Petrocelli, Magnifico Rettore dell’Università di Bari e della copertina del maestro Michele Damiani.Franco Minervini, presidente dell’Università della Terza Età “Puglieuropa”, si è detto lieto di ospitare il giornalista Vittorio Polito, considerato amico dell’U.T.E., dal momento che segue da lungo tempo le attività e le programmazioni dell’Associazione, anche attraverso opinioni, pareri ed articoli giornalistici.
Felice Alloggio, attore, regista e commediografo, ha salutato gli astanti e presentato il relatore, l’autore ed i poeti presenti. È intervenuto quindi Nico Veneziani, cardiologo ed esperto di tradizioni popolari, che ha presentato il volume, attraverso una magistrale dissertazione dei contenuti: dal dialetto barese, alla baresità e ad alcune tradizioni della nostra città.
«Il libro di Vittorio Polito – ha detto Veneziani – per apprezzarlo e valutarlo bisogna averlo tra le mani per determinare il suo valore in tutti i sensi, elogiando in modo particolare le edizioni della casa editrice Levante, senza tralasciare la fantasmagorica copertina del maestro Michele Damiani insieme ai delicati disegni all’interno del volume. Polito - ha proseguito - con il suo libro trasmette non solo la cultura del nostro territorio, ma è nello stesso tempo testimone e provocatore affinché attraverso le poesie riportate nel volume e con i racconti che vengono fuori, passa nella memoria collettiva, e speriamo nel tempo, quella che è la città di Bari, ancora oggi alla ricerca della sua identità.
Veneziani ha fatto sotto certi aspetti anche la storia di Bari, parlando di Bari vecchia, del Castello e del Catapanato. Il volume in sostanza è una somma di notizie, apparentemente di curiosità, ma in sostanza segue un percorso attraverso il quale egli rifà le vicende di Bari. La sua attività di bibliotecario ha molto sviluppato in lui la passione per la ricerca bibliografica, per la biblioteca e per il modo in cui bisogna organizzarsi nel momento in cui si costruisce una pubblicazione. Non si può essere dilettanti sempre, bisogna avere una professionalità, altrimenti quello che viene fuori è un aborto.
Va detto che l’autore, che è un giornalista (collabora con “Barisera”, “Giornale di Puglia”, “Magazine” della Confcommercio ed anche con “L’Ira del Tacco”, quando tratta un argomento è, in verità, sempre elegante, mai triviale, non si limita solo a esporre i vari aspetti, ma dà anche, secondo lui, anche soluzioni e consigli».
Sostanzialmente il libro di Polito è un testo che coniuga storia e tradizioni che insieme alle corrispondenti poesie in dialetto barese, alla fine diventa un documento culturale. Va anche detto che Polito ha pubblicato anche il volume “Baresità e… maresità” (Levante), altro libro-documento, con la prefazione di Vito Maurogiovanni.
Veneziani ha parlato anche di Lorenzo ed Enrica Gentile e del loro “Nuovo Dizionario del baresi (Levante), del grande Giovanni Panza e del suo libro “La checine de nononne” (Schena), un best-seller che è in vendita dal 1982, di Franz Falanga e del suo libro “La terra dell’U” (Menabò), di Linda Cascella e del suo capitolo sulle donne, inserito nello stesso libro di Polito, di Pasquale Sorrenti e della sua libreria, frequentata da intellettuali baresi, di quanto ha scritto lo stesso Alloggio nei suoi capitoli inseriti nello stesso volume.
Veneziani ha parlato anche della goliardia, del jazz a Bari, della teatralità del dialetto barese, delle tabacchine e di Bari contemporanea, tutti argomenti trattati nel volume. È stato evidenziato anche l’accurato inserimento di poesie dialettali, tutte inerenti i temi trattati, le notizie storiche, i comizi in dialetto barese di Vito Barracano. Insomma un lungo lavoro di ricerca. Il volume di Polito è stato definito da Francesco De Martino, docente nell’Università di Foggia, “circolare”, nel senso che si può leggere partendo da qualsiasi punto. Non ha inizio e non ha fine.
Sono state declamate anche poesie in dialetto barese tratte dal volume da Liliana Cucinella Gioia, Rosa Lettini Triggiani, Emanuele Battista e Peppino Zaccaro, molto gradite dal pubblico.
Felice Alloggio, attore e regista, ha presentato e moderato egregiamente la serata, declamando “L’Infinito” di Giacomo Leopardi, tradotto e commentato in dialetto barese dal poeta Giuseppe De Benedictis (Giudebbe). Gianni Grazioso del gruppo folk “Barincanto”, con la sua chitarra ha suonato e cantato alcuni brani musicali dedicati a Bari ed al suo dialetto.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty IL DIALETTO BARESE? È UNA LINGUA INDIVIDUALE

Messaggio  Vittorio E. Polito Gio Mag 26, 2011 9:15 am

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Giorna18
http://www.giornaledipuglia.com/2011/05/il-dialetto-barese-e-una-lingua.html
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Il dialetto barese? E' una lingua individuale

pubblicato
giovedì 26 maggio 2011
• in
• Etichette: Bari, COMMENTO

di Vittorio Polito

Carla Marcato, docente di Linguistica Italiana all’Università di Udine, scrive nella sua pubblicazione “Dialetto, dialetti e italiano” (Il Mulino), dell’origine della parola “dialetto”, sottolineando come il termine «è un cultismo nella tradizione linguistica italiana, mentre le sue remote origini risalgono al greco ‘diálektos’ che significa dapprima ‘colloquio’, conversazione poi anche ‘lingua’, ‘lingua di un determinato popolo’; passato al latino, nelle forme ‘dialectos’ (alla greca) o ‘dialectus’, il vocabolo indica ‘parlata locale assunta a importanza letteraria’».
In relazione all’uso del dialetto, l’autrice sostiene che in Italia il dialetto va inteso come sistema linguistico autonomo rispetto alla lingua nazionale, quindi un sistema che ha caratteri strutturali e una storia distinti rispetto a quelli della lingua italiana. La scrittura dialettale – e ciò si può osservare in qualsiasi area dialettale nazionale – è quanto mai varia per il fatto che nel tempo si sono proposte soluzioni grafiche diverse per rendere suoni particolari di ciascun dialetto.
La mancanza di grafie dialettali unitarie, finalizzata a rendere la fonetica dei dialetti, sembra dovuta al fatto che i dialetti non sono stati interessati dai processi di normalizzazione grafica, come avvenuto in qualche altra regione. Nel citato testo, ad esempio, si parla di tanti dialetti e di tante grammatiche ma del nostro dialetto, ad eccezione di un brevissimo cenno su quello arcaico che, secondo l’autrice, viene parlato nei quartieri dei pescatori (Bari vecchia), non c’è traccia. Di grammatiche, dizionari e autori baresi non se ne parla affatto. Mettere ordine o fissare regole e regolette e farle condividere è cosa assai difficile. Stessa cosa dicasi per il “Dizionario etimologico dei dialetti italiani” di M. Cortelazzo e C. Marcato” (UTET), nel quale c’è solo qualche cenno ai dialetti meridionali o pugliesi, ma nulla su quello barese. L’unico autore della provincia di Bari citato in bibliografia è Giovanni Colasuonno. Questo non vi dice nulla?
Le varietà dialettali presenti sono: abruzzese, brigasco, campano, corso, friulano, galloitalico, istrioto, ladino centrale, ladino veneto, laziale, ligure, ligure-piemontese, lombardo, lucano, lunigianese, marchigiano, molisano, piemontese, pugliese (nessun vocabolo barese), romagnolo, salentino, sardo, siciliano, ticinese, toscano, umbro, valdostano, veneto. Giudicate voi in quale considerazione è tenuta la nostra “parlata dialettale”.
Un vecchio proverbio barese recita: ‘La ràsce come la uè la fásce’ (La razza o raia, la prepari come ti pare e piace). La ràsce (razza o raja), è un pesce cartilagineo che si può preparare in vari modi. Anche per la lingua dialettale barese, sotto certi aspetti, è la stessa cosa, poiché ognuno la scrive come vuole e come crede, preferendo eventualmente un autore o un dizionario invece che un altro e, spesso, inventandosi il modo di scriverlo: c’è chi aggiunge due consonanti iniziali in taluni vocaboli: BBare, (Bari), nnanze (avanti), bbanne (banda), ffermà (fermare), o eliminando vocali in altri: kntènt (contento), abbnnànz (abbondanza), ackmgghiàt (coperto), cmmàtt (combattere), e così via. Per non parlare poi di fantomatici centri studi e accademie, presenti solo sulle carte e quindi di nessuna utilità.
Consultando, poi, alcuni calendari pubblicati in dialetto barese, ho notato una gran confusione sui contenuti e su come ognuno scrive il nostro vernacolo. Ho confrontato un po’ di vocaboli presenti sui calendari con alcuni dizionari attualmente presenti sul mercato. Dalla comparazione si evince che ciascuno degli autori, scrive a proprio piacimento ovvero secondo grammatiche o dizionari al quale personalmente si è ispirato, ma che non hanno alcuna ufficialità. Alcuni esempi: calendario diventa ‘calendarie’, ‘calannàrrie’, calannàrie’; gennaio: ‘gennàie’, ‘gennàre’ (come Gennaro), ‘scennàre’; Francesco: ‘Frangische’, ‘Frangìscke’, ‘Brangische’; ‘Frangìske’, Giovanni: ‘Giuanne’, ‘Giuànne’, ‘GGiuànne’, Giacomo: ‘Giacheme’, ‘Giàggheme’, ‘Ggiàggheme’, Guglielmo: ‘Guglielme’, ‘Guglièlme’, ‘Ghegglièlme’; Leopoldo: ‘Leopolde’, ‘Diapòlde’; Nicandro: ‘Nicandre’, ‘Lecàndre’; Filippo: ‘Felippe’, ‘Belìppe’; ‘Ferdinando’: ‘Ferdenande’, ‘Fredenànde’; Luigi Gonzaga: ‘Luigi Conzaghe’, ‘Luìgge Chenzàche’; Leonardo: ‘Leonarde’, ‘Uanàrde’; Santi Pietro e Paolo: ‘S. Pitre e Paule’, ‘Sandre Pìite e PPàule’; Pompeo: ‘Pompee’, ‘Bombè’; Bari: ‘Bare’, ‘BBare’, ‘Vare’; Eligio: ‘Eligie’, ‘Alìsce’. Quest’ultimo nome, come si può notare, qualcuno lo traduce esattamente con il nome dell’alice o acciuga, per cui se si dovesse dire, ad esempio, Eligio si mangia le alici, si tradurrebbe in dialetto ‘Alìsce se mange l’alìsce’(?). Insomma una gran confusione e, in certi casi, come si è visto, uno sperpero di consonanti alternato ad una economia di vocali. Il dialetto barese, come qualsiasi altro dialetto, può essere facile parlarlo, ma difficile scriverlo. Gli esempi sopra riportati ne sono la prova evidente.
Pertanto, quanto si pubblica nel nostro dialetto in fatto di poesie, testi, calendari, dizionari e grammatiche, va considerato solo ed esclusivamente un modo personale di scrivere che contribuisce a confondere le idee ai meno attrezzati nel campo della cultura dialettale, i quali non riescono a capire il perché di scritture così diverse. Ovvero non si sa proprio a chi fare riferimento, anche perché molti autori non intendono condividere regole. Per cui viene spontaneo dire che il dialetto barese è una lingua che si potrebbe definire individuale.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty LINGUA E LINGUAGGIO

Messaggio  Admin Ven Mag 27, 2011 4:20 pm

Innanzi tutto mi complimento con Vittorio Polito che, quasi quotidianamente, aggiorna noi forumisti e i propri lettori sui giornali dove scrive con notizie riguardanti il nostro dialetto e gli studi che in Italia si fanno sui vari dialetti. Voglio qui parlare dell’ultima recensione, in ordine di apparizione, molto interessante fatta dall’amico Polito su un lavoro della professoressa Carla Marcato dell’Università di Udine. Provo a fare delle mie considerazioni ben sapendo che io sono un semplice dilettante e la Marcato è una prof sull’argomento. Quindi più che considerazioni, vorrei dire quattro parole sull’argomento, sapendo benissimo che non hanno alcuna valenza scientifica. Essendo però direttamente interessato al linguaggio (personalmente per mestiere veleggio nell’architettura e ho quindi contezza dei linguaggi architettonici) vediamo un po’ cosa mi è venuto in mente dopo la lettura dell’articolo. La prof scrive: …sistema linguistico autonomo rispetto alla lingua nazionale… Come dire, esiste cioè la lingua e poi esistono i vari linguaggi che non sono altro che gli autonomi usi che ciascun parlante la stessa lingua utilizza. Chi parla la lingua italiana usa un suo linguaggio personale, per cui una sola lingua produce infiniti linguaggi. Fin qui, secondo me, mi pare interessante. Come dire, tante teste, tante maniere di esprimersi, non esistono cioè due persone che parlano esattamente nello stesso modo. Fin qui, sempre secondo me, mi pare interessante. La prof parla poi di …soluzioni grafiche… Anche qui la cosa, sempre secondo me, mi pare molto interessante perché le parole scritte oltre che essere lette sono anche guardate come si può osservare una forma come da sempre sostengo, e anche questo mi pare interessante. La prof dice inoltre che dialetto viene dal greco dialectos. In greco dia significa attraverso.. per mezzo di… e lectos, udite udite, significa raccogliticcio. Qui la faccenda è superiore alle mie conoscenze. I greci consideravano il dialetto come un rapporto fra categorie linguistiche raccogliticce? Non lo so. So però che in architettura esistono dei linguaggi dialettali che però noi architetti non trasferiamo in situazioni di serie B. O meglio, non tutti la pensiamo così, per alcuni architetti non esistono architetture dialettali e se dovessero esistere non sarebbero per nulla di serie B, mentre altri architetti pensano il contrario. Qui le opinioni divergono. Non voglio dilungarmi sennò diventerei noioso e scocciante, per cui che conclusioni tirare? Vittorio Polito in fine articolo elenca vari modi di scrivere il dialetto, molto interessanti ed emblematiche e arriva a dire che si potrebbe dire che il dialetto, nel nostro caso quello barese, è una lingua individuale. Alla luce di quanto ho detto mi trovo quasi totalmente d’accordo sulla sua affermazione, perché, alla luce della mia esperienza, non ho mai assistito a due linguaggi parlati da parlanti diversi fisicamente ma appartenenti allo stesso ambiente, alla stessa categoria dialettale, totalmente uguali fra loro. Grazie del’attenzione. franz falanga.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty A PUGLIEUROPA COMMEDIA DI MAUROGIOVANNI

Messaggio  Vittorio E. Polito Mar Giu 07, 2011 5:12 pm

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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty CONCORSO DI POESIA "CITTA' DI BITETTO" 2011

Messaggio  Vittorio E. Polito Sab Giu 18, 2011 2:08 pm

ALCUNI POETI DIALETTALI PREMIATI (FOTO DI MICHELE MAFFEI - MAFFEISTUDIOS - BITETTO (BA)

Vittorio Polito consegna il premio a Pino Gioia (in secondo piano Michele Lucatuorto)
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Vittorio Polito consegna il premio a Peppino Zaccaro
DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Zaccar10

Vittorio Polito consegna il premio a Giuseppe Emilio Carelli (in secondo piano Michele Lucatuorto)
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Vittorio Polito consegna il premio a Biagio Loconte (in secondo piano Michele Lucatuorto)
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty RE:

Messaggio  Vittorio E. Polito Mar Lug 19, 2011 2:23 pm

DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Allogg13

Non si capisce di quali "scuole" parla Felice nella sua lettera. In realtà nè il Seminario al quale si riferisce nè l'Accademia citata sono scuole, ma solo consessi finalizzati a darsi delle regole.
In realtà non si vuole capire che il dialetto ciascun autore intende scriverlo come gli pare e piace e la conferma viene ancora una volta da un libro pubblicato di recente da Progedit, la cui autrice, Giuditta Abatescianni, pur dichiarando di aver consultato "...pubblicazioni dei più autorevoli vernacolisti baresi, da F. Saverio Abbrescia, Vito Barracano, Vito Maurogiovanni, Michele Panza ad altri...", (forse si riferiva a Giovanni Panza), ha riportato nella citata pubblicazione una serie di vocaboli scritti a modo suo e che con il dialetto barese non hanno alcuna parentela. Per non parlare delle accentazioni. A solo titolo esemplificativo riporto alcune parole scritte dalla Abatescianni: Aqquanne (quando); Pèesce (peggio); Arragionà (ragionare); Allanùte (nudo); Veciarì (macelleria o beccheria); Appundammènde (appuntamento); Arrunàte (rovinato); Nùuve (nuovo); Sòope (sopra); Amiscìzie (amicizia); Gobbètte (gobbo); Bbaàre, Bbàre (Bari); bbùnne (buono) Nonòonne (nonna); Nòore, nòra (nuora); Sròche, sròoche, sròka (suocera). Quest’ultimo vocabolo è scritto in tre modi diversi (?). Siamo proprio all’assurdo. È evidente che l’autrice non ha consultato alcun dizionario del dialetto barese e neanche della lingua italiana, ma ha scritto proprio “a modo suo”, utilizzando consonanti e vocali a piacimento senza rispettare le più elementari regole grammaticali.
Vittorio Polito


Ultima modifica di Vittorio E. Polito il Gio Lug 28, 2011 7:39 am - modificato 1 volta.
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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty UNA PROPOSTA ASSURDA 2

Messaggio  Vittorio E. Polito Dom Lug 24, 2011 10:15 am

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DIALETTO BARESE E DINTORNI: NOTIZIE, APPUNTAMENTI, INFORMAZIONI, NOVITÀ ED ALTRO - Pagina 9 Empty GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 25 LUGLIO 2011, PAG. 14

Messaggio  Vittorio E. Polito Gio Lug 28, 2011 7:23 am

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Risulta abbastanza evidente che la lettera non risponde alle domande di Felice Alloggio, ma oltre a far pubblicità gratuita ad una grammatica, cita una presunta "Accademia". Va detto al firmatario della lettera che l'Accademia non scrive, al massimo può dettare regole. E poi nella frase "Iì so de Bbare" c'è solo un inutile sperpero di vocali e consonanti.

A tal proposito mi piace ricordare quanto scrisse Vito Maurogiovanni nella presentazione del "Nuovo dizionario dei baresi" di E. e L. Gentile (Levante Editori):

«SE POI CI SARÀ CHI DIRÀ CHE LA SCRITTURA È QUESTA E NON QUELLA, O QUELLA E NON QUESTA, CREDO OGNI STUDIOSO ABBIA DIRITTO AD UTILIZZARE LE PROPRIE INTERPRETAZIONI. CHE, COME NEL CASO DI QUESTO VOCABOLARIO, NON SONO NÉ GRATUITE NÉ TANTO MENO BANALI E IL DISCORSDO SULLA ESATTEZZA LINGUISTICA, SE DISCORSO C’È DA FARE, HA BISOGNO DI STUDI E RIFLESSIONI NON DI GARANTI».

PIÙ CHIARO DI COSÌ.



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Messaggio  Vittorio E. Polito Gio Lug 28, 2011 7:36 am

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Non vi sono scuole, accademie o centri studi, ma solo qualche isolato tentativo di imporre regole non condivise.

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