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DIALETTO BARESE: RECENSIONI

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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty SCECHE SPIRRE

Messaggio  felice.alloggio Dom Nov 10, 2013 7:27 am

L'incipit della recensione di Pasquale Bellini sulla GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 10/11/2013 allo spettacolo teatrale "Scèche Spìrre" in replica oggi alle ore 18,00 preso il NUOVO TEATRO ABELIANO DI BARI


E IL GRAN BARDO PASSEGGIAVA NDERRE A LA LANZE


"BENE SCECHE-SPIRRE DA TIADRE"
  Ben più di uno Shakespeare in vernacolo barese, anzi un tentativo colto e insieme leggero di reinventare un contesto e una lingua nuova, dentro un tempo e uno spazio in cui i personaggi immortali rinnovino i  loro sentimenti ed emozioni.[/b]
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty DAL "CORRIERE DEL MEZZOGIORNO" DEL 9 NOVEMBRE 2013 - PAG. 18

Messaggio  Vittorio E. Polito Lun Nov 11, 2013 7:13 pm

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Corrie10
DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Carofi10

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Vito Carofiglio (1935-1996), docente di letteratura teatrale alla Sorbona, quindi titolare della Cattedra di Lingua e letteratura francese presso la Facoltà di Lingue della Università di Bari, ricordato il 16 febbraio 2001 presso lo stesso Teatro Abeliano in occasione della presentazione del suo volume «La Fèmmena qualùngue», ovvero Scèche-Spìrre Guglièlme veldàte a la barèse e ’mbregghiàte da Vite Carofìglie (Edizioni dal Sud), una bella e interessante rarità lasciata in eredità agli amanti del dialetto barese. Si avete capito bene si tratta di William Shakespeare, che non è sfuggito al dialetto barese, proprio attraverso la penna del nostro docente di francese e che Vito Signorile, a sua volta, lo ha presentato a teatro.
Intervennero: Mirella Conenna, Domenico D'Oria, Vito Maurogiovanni, Raffaele Nigro, Erina Siciliani e Vito Signorile. Coordinò Nicola Pantaleo.


IL VOLUME


DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Femmen10
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty dal "QUOTIDIANO DI BARI" DEL 12 NOVEMBRE 2013

Messaggio  Vittorio E. Polito Mer Nov 13, 2013 5:52 am

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Quotid10

Shakespeare e vernacolo, chi sì e chi no

L’ultima produzione del Gruppo Abeliano è di quelle destinate a spaccare la platea

Italo Interesse

Poeta, drammaturgo, critico e saggista, Vito Carofiglio voltò nel nostro vernacolo testi di giganti della letteratura mondiale. In ‘Tiadre – la femmene qualunque’ (Edizioni Dal Sud) l’esile pretesto di una popolana che sogna il teatro consente di inanellare scene tratte da Amleto, Re Lear, Giulio Cesare, Romeo e Giulietta ed Enrico IV. Grande ammiratore del cattedratico barese, Vito Signorile allestisce quel  lavoro chiamando in scena, oltre sé stesso, Tiziana Schiavarelli, Nico Salatino, Roberto Corradino, Enzo Vacca, Felice  Alloggio e Davide Ceddìa (che firma le musiche originali). Un cast che non si discute, al pari di luci, scene e regia. Ultima produzione del Gruppo Abeliano, ‘Scèche – Spirre’ (che resterà  a lungo in cartellone al teatro di via Padre Kolbe) sembra uno di quegli spettacoli destinati a spaccare la platea. Chi sì e chi no. Mettiamo da parte la vexata quaestio se abbia un senso trasporre ‘Lumie di Sicilia’ in veneziano o ‘L’avaro’ in serbo croato e domandiamoci : si presta la nostra lingua madre, questo asperrimo idioma speso per secoli da ruvidi mercanti da spiccia trattativa, all’eleganza, al maturale gigantismo delle figure, dei luoghi e delle situazioni del Maestro? Forse no. Cose come la tenerezza di due adolescenti innamorati, la decadenza di un re, l’enfasi di un’orazione funebre e l’arrovellarsi di un giovane tormentato, si svestono di grandeur  e scivolano in burletta malgrado l’approccio più appassionato e rispettoso. E’ però pure vero che , il lungo dialogo tra Falstaff e il principe di Galles funziona e strappa risate, applausi (grandissimo Vito Signorile nella parte del panzuto anti-eroe). Ma questo perché quel frammento dell’Enrico IV, eccezionalmente, vede in scena due balordi, un cavaliere beone e senza dignità e un principino accidioso e frustrato ; si può dire addirittura che qui la trasposizione nel nostro vernacolo esalti il colore dei personaggi conferendo agli stessi, con qualche libertà, uno spessore anche maggiore di quanto previsto dal sacro testo. ‘Scèche-Spirre’, poi, prevede numerose canzoni, musicate da Davide Ceddìa. Saranno belli i testi, saranno anche migliori le voci, ma, stante il limite sopradetto, l’effetto è quello, ‘leggero’, della commedia in musica, una leggerezza affatto sintonica coi ruscelli di sangue, sudore e lacrime che irrorano il teatro shakespeariano. Tuttavia il lavoro di Signorile possiede un ‘antivirus’ che lo salva da tutto e tutti. E tale antivirus è nel titolo stesso : ‘Scèche...’. Insomma, signori, non facciamone una tragedia, è solo un gioco, un’occasione per sorridere sulla storia (tragica) dell’umanità dipinta da Mastro Guglielmo e, chissà, per imparare a vivere. Castigat ridendo mores, no?


(12 Nov 2013)
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty SCECHE SPIRRE

Messaggio  felice.alloggio Mer Nov 13, 2013 9:27 pm

UN VIVO MIO PERSONALE RINGRAZIAMENTO CHE CREDO ESPRIMEREBBERO ANCHE I COLLEGHI ATTORI, IL REGISTA E TUTTO LO STAFF TECNICO E ORGANIZZATIVO DEL TEATRO ABELIANO DESIDERO ESPRIMERE AL GIORNALISTA ITALO INTERESSE PER L'ARTICOLO PUBBLICATO SUL "QUOTIDIANO DI BARI" RIGUARDANTE LO SPETTACOLO TEATRALE Scèche Spìrre". RINGRAZIO ANCHE VITTORIO POLITO PER AVERLO INSERITO SU COMENACOSAELLALDE.

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Messaggio  felice.alloggio Gio Nov 14, 2013 11:51 am

E grazie anche a F. Monteleone per la sua recensione che incollo qui di seguito.

La bellissima critica di Francesco Monteleone (da Facebook)

Scèche – Spìrre di Vito Carofiglio. Regia di Vito Signorile. Scene di Michele Iannone. Musiche originali di Davide Ceddia. Alle tastiere Roberto Baratto.
Con Tiziana Schiavarelli, Roberto Corradino, Nico Salatino, Enzo Vacca, Davide Ceddia, Felice Alloggio, Vito Signorile.
Vito Signorile, il cui volto rassomiglia sempre di più a quello di Dario Fo, con questa produzione viva del Teatro Abeliano ha illuminato la grazia letteraria dell‘amico e maestro  Vito Carofiglio che, quando era un corpo smilzo pieno di poesia, tradusse in dialetto barese 6 famosi testi di Shakespeare, pubblicati nel libro ‘TIADRE’. Ora che il prof. Carofiglio è natura universale, il suo amico commediografo, ancora intrallazzato con la vita, si è messo in livrea e lo ha servito con una soluzione teatrale felice, indovinata, fregiata.
Scèche – Spìrre è un affarone per l’Università barese, che senza aver fatto nulla, potrà mettersi in posa, in nome del titolare di Lingua e Letteratura francese presso la Facoltà di Lingue. Scèche – Spìrre è un mandritto al Consorzio del Teatro Pubblico Pugliese che, con tanta buona volontà, ancora non riesce a togliersi d’attorno le insistenti compagnie indigene. Scèche – Spìrre è un’aliquota di meraviglie, per chi si gusta il Bardo anche a frusto a frusto, come il prosciutto ‘alla barese’…Ma che razza di paragoni fai, penna mia? Ok, usa pure un linguaggio burlesco per descrivere il mixage di 5 tocchi di capolavori, in questa commedia che è il secondo gioiello della stagione teatrale 2013 -14.

E ora passiamo ad argomentare: Tiziana Schiavarelli, disimballata dai (per lei) facili costumi comici si presenta come una palpitante barivecchiana che sogna 5 volte di interpretare un differente ruolo tragico nelle più alte tragedie di sir William, il magnifico. Che ganza, Tiziana! Si è voltata di spalle a se stessa, ha accettato l’ubbidienza ad un regista diverso dal geniale marito e ha dimostrato di recitare a tuttotondo, essendo una regina senza paura che finalmente possiamo ammirare da tutti i lati.

KING LEAR
Il primo ritocco teatrale è per il mitico re di Britannia che ispirò il capolavoro di Shakespeare. Tiziana demolisce il silenzio della prima scena cantando, misericordiosa, l’arrivo dell’insigne Re Lear (Vito Signorile). Dopo di lei, il giullare Nico Salatino, con la sua voce seminferma, canta una filastrocca in rapidi virtuosismi…Che partenza da Formula Uno!
Ma è proprio quando il Re Lear dialoga con il matto unicamente in ‘barese’ che comprendiamo la forza simbolica del linguaggio pop, immaginata da Carofiglio. Il dialetto è antimonarchico, democratico per essenza. Esso ci ricorda la Coca Cola descritta da Woody Allen, che bevevano senza distinzione di classe, il presidente d’America, Liz Taylor e il barbone all’angolo della strada. King Lear, ormai vecchio, subisce i pesanti insulti del volgo. Dopo essere stato abbandonato dalle figlie, lancia una maledizione contro l’indegna città di Bari, che vorremmo si avverasse. Infine si avvelena. Il giullare non riesce a puntellare la vita del suo sovrano e lo piange con un’altra levigata melodia che ha lo spessore di una preghiera. Signorile e Salatino meritano 8/10 per l’aspetto, 8/10 per contegno, 10/10 per la virtù della narrazione. Tiziana, tanto in forma e altrettanto profonda, ha la battuta anarchica più divertente “Maestà, anzi papà…”

AMLETO
L’attore, Davide Ceddìa, è il cantante professionista dei Camillorè. Dunque, ha un’espressività supercollaudata, ma ingenuamente qui recita troppo velocemente, qualche volta di spalle alla platea, facendo perdere preziosi passaggi del più ricamato testo della drammaturgia occidentale. Tiziana, nella seconda performance, sogna di essere la madre di Ofelia. Tentando di violare l’assedio del dolore causato dal suicidio della figlia, Tiziana raschia l’aria con le corde vocali, come se scavasse una fossa per la sepoltura con le mani. E lo spirito di Ofelia si placa. Il famoso monologo amletico ‘sim o non sim’ trova la sua nicchia N’der a la lanze, avanti a una scheletrica barca del pescatore ignoto. Sua madre, sessualmente meschina (‘na zocc’ n) è la responsabile di tante incomprensioni.

GIULIO CESARE
Cristiani! Cristiani!… (Chembàre…Crestiàne de Bbàre… Barevecchiàne!). Capita all’attore meno fortunato, Felice Alloggio, di subire la mala mescianza. Bruto, per convocare il popolo a sentire l’orazione funebre di Marcantonio, invoca i fantasmi inesistenti. Ma Bruto non poteva conoscere, né inventare ‘i cristiani’ perché Gesù visse sotto Ottaviano Augusto, mezzo secolo dopo le Idi di marzo. (Qualche volta bisognerebbe moderarsi nella fantasia, altrimenti si diventa eccessivi nello stile retorico).

Alla colonna infame si presenta ‘Marcantonio’ (Roberto Corradino). Il bravissimo attore non è avvantaggiato, perché questa ci sembra la traduzione meno efficace di Carofiglio. Troppo elevato il testo in inglese, altrettanto significativa la tradizionale traduzione italiana. Roberto Corradino ha la faccia scavata, come i busti marmorei che si esibiscono al Louvre. La sua mimica è adattissima ad un personaggio spergiuro e sospettabile di tradimento. Corradino possiede una tavolozza di voci dolenti e dolcificanti rinnovate in tanti anni di sperimentazione, ma non c’è rimedio. Il dialetto barese banalizza la straordinaria forza letteraria di Shakespeare. Marcantonio, parlando come ‘Pupetta delle Battagliere’, cade in una incurabile sfinitezza estetica.


GIULIETTA E ROMEO
Questo è l’adattamento strepitoso. Giulietta (Tiziana Schiavarelli) appartiene a una famiglia bassa della città vecchia, il suo Romeo proviene da un clan avverso. Giulietta accetta la trasgressione, ma non può sgranare le rigidissime norme morali. La passione potrebbe diventare sanguinosa, in mezzo a parenti tanto aggressivi. Tiziana picchia il romantico testo del Bardo con la sua cadenza barese, come farebbe con il pepe nel mortaio. Toglie la consistenza alla sostanza tragica, inaridisce la violenza e dandoci un’esorbitante prova di recitazione, ci consegna una carica di allegria indimenticabile. Anche Romeo al disotto della loggetta, mutatis mutantidis, riesce a moltiplicare il rendimento. Il duetto è una corsa non verso il traguardo, ma verso la fine, purtroppo. Il pubblico se ne frega della storia finta e si esalta alla vista di tanta bravura.

FALSTAFF
che in dialetto barese diventa ‘Fals alla staff’. Chi non conosce il significato allegorico di quest’ultima definizione, se lo faccia spiegare e capirà le coincidenze. L’ultimo giro di scena è roba di un gigantesco ladro (Vito Signorile) e del suo sentenzioso sodale (Roberto Corradino). I due sono maschere da cinematografo. Bene! Noi stiamo stanchi di scrivere e voi di leggere. Vi indichiamo una mielosa ninna nanna, il fantastico soliloquio di Falstaff, la chiusura di Enzo Vacca che sa recitare pure con le dita, l’enorme bugia della signora Schiavarelli: “il teatro è un mestiere infelice; leggi, leggi e non impari mai…”
Scèche – Spìrre è fermentato come il mosto nell’autunno 2013, inebriando il pubblico come il migliore spumante. È un’opera pura che bisognerebbe vedere almeno due volte, per recuperarne i particolari. A cinema si può attendere una replica, a teatro è molto più difficile.
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty LA STIRPE STRAVAGANTE

Messaggio  felice.alloggio Lun Nov 18, 2013 8:59 pm


“La stirpe stravagante”, il primo romanzo dell’attore teatrale barese Dante Marmone
RECENSIONE DI MICAELA RICCI SU "IL SUD EST IL GIORNALE PUGLIA DI POLITICA CULTURA E INFORMAZIONE"



"La stirpe stravagante” è il primo romanzo scritto da Dante Marmone e pubblicato per la casa editrice Caratteri mobili nel 2013.

Un testo singolare che vogliamo segnalare perché è scritto da un attore teatrale e televisivo barese che ci è molto caro e perché viene fuori, in tutta la sua forza dirompente, la baresità orgogliosa dell’autore. Dante Marmone è noto al pubblico pugliese ma non solo. Grazie alle sue collaborazioni con Telebari, Telenorba e, soprattutto, grazie al successo televisivo della sitcom “Catene”, è diventato un volto noto al grande pubblico. Significative le sue partecipazioni cinematografiche in “Scugnizzi” (1989), “Frateli coltelli” (1997), LaCapaGira (1999), fino a “Il passato è una terra straniera” (2008), “Il commissario Zagaria” (2011) e “Buona giornata (2012). Il suo primo esperimento narrativo ha come protagonista il mare, con i suoi frutti che, da sempre, sono sulla tavola degli abitanti baresi. Per legarsi a tale tradizione di mare, l’autore ha presentato il suo romanzo presso la pescheria “Mimmo il marinaio” di Bari, concludendo con una degustazione di quel “crudo” barese, delizia e orgoglio degli abitanti. L’attore descrive una stravagante tribù, i cui abitanti sono tratteggiati in modo ironico e scanzonatorio, non rispettosi delle regole e, per questo motivo, soprannominati “le Sfelazze”, termine arcaico per indicare la loro natura singolare e strampalata. “I maschi non lavoravano”, così scrive l’autore, “perché indaffarati con gli amici nei vari giochi di comitiva o a raccogliere gamberi, cozze patelle, ostriche e tartufi sulla costa, il tutto accompagnato da birra a volontà e allegre stornellate, ricche di sentimento, nei confronti delle loro donne che, invece, si occupavano di tutto: lavavano, cucinavano, facevano razzie nei villaggi vicini, difendevano l’accampamento dagli attacchi dei predatori. Non avevano armi, attaccavano i nemici con urla agghiaccianti, morsi, calci, graffi e rutti con spruzzi di succhi gastrici, che accecavano gli avversari”. La “baresità” viene tratteggiata in modo caricaturale, attraverso il legame con il mare, con i Balcani e con il Levante. Il mare, passione e punto di riferimento costante, il mare da bere per mantenere il legame con la propria terra e con le proprie tradizioni: “…e ogni giorno dovevano bere una sorsata di acqua di mare, per sancire il rapporto carnale con il loro elemento supremo, il dio mare, che per la tribù rappresentava il destino: «Tutte ste scritte jinde all’onde du mare» . Credevano infatti che il mare fosse contemporaneamente padre e madre dell’universo e creatore della vita sulla terra. C’erano anche dei minori, tutti legati al mare e ai suoi frutti…”. Alla fine della lettura della “Stirpe stravagante” resta in bocca un sapore di mare e una sensazione di appartenenza ad una cultura barese ironica e, spesso, allegramente folcloristica.
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty DA "LA VALLISA" - ANNO XXXII - N. 94 - APRILE 2013 - "PREGÁME A LA BARÉSE" - RECENSIONE DI GRAZIA STELLA ELIA

Messaggio  Vittorio E. Polito Mar Nov 26, 2013 5:25 am

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 La_val10  DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 1_cope10
DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Polito10
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty DA "CONTRAPPUNTI"

Messaggio  Vittorio E. Polito Mar Nov 26, 2013 7:04 pm

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Contra10

DICEMBRE 2013 - PAG. 8

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Carbon10


Ultima modifica di Vittorio E. Polito il Mer Dic 25, 2013 6:44 am - modificato 1 volta.
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty DA "REPUBBLICA BARI" DEL 10 DICEMBRE 2013 PAG. IX

Messaggio  Vittorio E. Polito Gio Dic 12, 2013 3:09 pm

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 La_rep10

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Repubb10

^^^^^^^^^^^^^^^^^
Gentile signora Alessia De Pascale,

leggo su Repubblica di ieri 10 dicembre una sua nota su “L’arte del dialetto” .
Il dialetto barese non è rappresentato solo dai nomi che lei cita nella sua nota. Coloro che scrivono in dialetto barese sono numerosi tra poeti, scrittori e commediografi, i quali a volte  rappresentano le loro opere anche in teatro. Ne cito solo due, i più giovani,  Felice Alloggio e Emanuele Battista, autori di interessanti commedie.
Chi scrive, giornalista pubblicista, è autore anche di due libri sulla baresità: “Baresità e… maresità” (prefazione di Vito Maurogiovanni), e “Baresità, curiosità e,…” (prefazione di Corrado Petrocelli). Inoltre in collaborazione con la signora Rosa Lettini Triggiani ha pubblicato il tascabile “Pregáme a la barése – Preghiamo in dialetto barese”  (presentazione di padre Lorenzo Lorusso, o.p., Priore della Basilica di San Nicola), tutti della Levante Editori. I tre libri sono stati presentati nell’Aula Magna dell’Università di Bari dal Magnifico Rettore Petrocelli e da altri illustri docenti universitari e giornalisti (Giorgio Otranto, Giuseppe Gioia, Nello Mongelli, ecc.).
In ogni caso la invito a visitare il forum del dialetto barese
https://comanacosaellalde.forumattivo.com/
e, se vuole, il mio sito personale
http://www.webalice.it/vittorio.polito/  
E dal momento che verba volant, scripta manent,  ossia carta  cande,
sono disposto ad inviarle in omaggio le mie pubblicazioni ad un indirizzo di suo gradimento.
La mia non è una rivendicazione, ma una piccola precisazione a difesa dei tanti
che in silenzio hanno onorato e onorano la nostra mai troppo amata città.

Vittorio Polito
11 Dicembre 2013



ALESSIA DE PASCALE
Sig. Polito, lei ha assolutamente ragione. Sono molti e tutti validissimi gli autori di testi illustri e meritevoli di attenzione sul nostro bel dialetto. Purtroppo per problemi di spazio in pagina non ho potuto citarne tanti, avendo ahimè solo 50 righe a disposizione. Purtroppo non ero a conoscenza dei suoi lavori, diversamente li avrei citati ben volentieri. Un saluto
11  Dicembre  2013



^^^^^^^^^^^^^^^^^

DA EMANUELE BATTISTA AD ALESSIA DE PASCALE

Buongiorno, sono Emanuele Battista. Qualche giorno fa ho letto il suo articolo che riguardava il teatro a Bari con in particolare un focus sul teatro popolare. Il giornalista Vittorio Polito ha voluto esprimere un suo parere evidenziando alcuni aspetti non del tutto positivi. Concordo con lui per la scarsa originalità dei testi, e la forzatura che viene messa in campo per tradurre classici in dialetto. Questa operazione di traduzione a me non piace perché denota sia una mancanza di creatività di autori baresi e anche perché presentando un lavoro di un autore straniero in dialetto si rischia di rappresentare qualcosa di molto diverso dall'originale che assume i caratteri del banale e demenziale. Personalmente, come autore, preferisco scrivere sempre testi originali che delineano i caratteri della baresità. Anche quest'anno presenterò un mio lavoro inedito con la compagnia Amici del Sipario, dal 25 Gennaio al Teatro Pulcinella. Mi farebbe molto piacere averla ospite. La nuova commedia s'intitola "Ce quarandòtte" (2 atti). Intanto, per conoscere la mia produzione può collegarsi al sito www.emanuelebattista.it
Bari 24 dicembre 2013



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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty LA CUCINA DEL SOTTANO DI MICHELE FANELLI - PROGEDIT

Messaggio  Vittorio E. Polito Mer Dic 18, 2013 9:19 am

http://www.giornaledipuglia.com/2013/12/un-nuovo-libro-di-michele-fanelli-su.html
DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Giorna18

18  DICEMBRE  2013
Un nuovo libro di Michele Fanelli su ricette, usanze e buone creanze baresi
Bari, Libri, Territorio
12/18/2013 09:43:00 AM

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Fanell11

di Vittorio Polito - È stato presentato nella Libreria Roma di Bari il nuovo volume di Michele Fanelli, edito da Progedit, «La cucina del sottano – Ricette, usanze e buone creanze baresi» con disegni di Saverio Romito.

Un volume che l’autore dedica a tutte le donne baresi del passato che attraverso la creatività, dettata dalla povertà, sono state capaci di inventare dei veri capolavori di arte culinaria barese, conditi anche con un po’ di dialetto barese.

Di che si tratta: è una passeggiata culinaria attraverso ricette, aneddoti, leggende e fatterelli che si snocciolano lungo il percorso editoriale con la presentazione di piatti che mani sapienti hanno saputo preparare per noi in momenti in cui le avversità della vita ci hanno costretto ad arrangiarci. Ma le nostre donne non si sono mai perse d’animo e hanno preparato “di tutto e di più”, in momenti critici, ma lo hanno fatto con tanto amore e passione che alla fine hanno prodotto anche piatti eccezionali come la famosa e ormai internazionale tièdde de “rise, patàne e cozze” o la “parmegiane de melengiàne”.

Ma l’estro delle nostre nonne si è scatenato a tal punto che non si sono fermate solo ai primi piatti, ma hanno esteso il ricettario ai piatti terapeutici (riso in bianco con parmigiano per facilitare la digestione, o la fettina di carne al sangue e lenticchie senza pasta per gli anemici); ai piatti delle feste, le cosiddette ‘feste terribele’, ai liquori (il classico ‘resòglie de lemòne o de cafè’); ai dolci delle feste (zèppue, carteddàte, scarcèdde), alla pasta fresca (strascenàte, làneche, tagghiarine), alle conserve, al pane ed alle focacce. Il tutto “condito” con alcune poesie in dialetto barese appropriate ad alcuni argomenti presentati, come ad esempio quella dedicata alla classica ‘brasciola” barese, dello stesso autore, che si riporta in calce. Insomma una strenna per le imminenti festività.

LA BRASCIOLE

di Michele Fanelli

La demeneche sope alla taue
non esiste raggione
ce non ge sta na bella brasciole.
U uaddore iè tande assà
che non vite l’ore de mangià.
Menze alla strade, jinde a le vie
U uaddore iè da Die.
Aqquanne la tine nanze a tè
u prime penzire, vedime a comme iè.
L’appunde che la fercine
l’acchiaminde iè belle e fine.
Che la vocche tutta spalancate
nge da la prima mezzecuate.
Iè tande bone
che sparisce che nu beccone.
Santa brasciole si bona assà
e la demeneche senza de tè non se pote stà.


Ultima modifica di Vittorio E. Polito il Sab Gen 25, 2014 2:59 pm - modificato 1 volta.
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty “La stòrie de Sanda Necòle” di Vito Signorile a fumetti - Ed Gelsorosso

Messaggio  Vittorio E. Polito Ven Dic 20, 2013 12:52 pm

http://www.giornaledipuglia.com/2013/12/una-simpatica-novita-editoriale-la.html

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Giorna20

20  DICEMBRE  2013

Una simpatica novità editoriale: “La stòrie de Sanda Necòle” di Vito Signorile a fumetti


DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Signor11


di Vittorio Polito


Parlare di San Nicola, della storia e delle leggende a lui legate non è mai sufficiente, anche se le pubblicazioni si moltiplicano sempre più.Questa volta è Vito Signorile, direttore artistico del Teatro Abeliano, a proporre a fumetti “La stòrie de Sanda Necòle - La storia di San Nicola”, con disegni di Giuseppe Sansone, progetto di Paolo Azzella e introduzione di Padre Damiano Bova (Gelsorosso Editore, pagg. 16 - € 5).

La novità è che questa volta il fumetto è scritto in dialetto barese con a fronte le corrispondenti nuvolette in lingua per facilitare la lettura e la comprensione del dialetto barese. Una simpatica iniziativa che ha il duplice scopo di far conoscere,  soprattutto ai giovani lettori, la vita di San Nicola tra storia e leggende e il nostro vernacolo.

L’intento di Signorile è stato quello di scrivere per i piccoli per parlare anche ai grandi ed ha fatto certamente opera meritoria, poiché l’iniziativa è finalizzata a far conoscere sempre più la figura del nostro bel San Nicola, un Santo ecumenico molto venerato nel mondo e soprattutto in Russia che è definito “il Santo”.

Una bella storia quella di San Nicola, avvincente e straordinaria, che Signorile e Gelsorosso propongono per piccole strenne natalizie, sia per il modesto prezzo di copertina, ma anche per divulgare con molta semplicità “La stòrie de Sanda Necòle”.

Propongo ai lettori la prima ‘nuvoletta’ in dialetto: «Stève na vòlde nu vècchie e na vècchie e stèvene a ressequà le fave drète o spècchie, stève na scala longa longhe p’ascènne, la uè sendì prime ca pigghie sènne? - C’era una volta un vecchio e una vecchia che rosicchiavano fave dietro lo specchio, c’era una scala lunga lunga per scendere, la vuoi sentire prima che ti addormenti?».


Ultima modifica di Vittorio E. Polito il Sab Gen 25, 2014 2:58 pm - modificato 1 volta.
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty “La stòrie de Sanda Necòle” di Vito Signorile a fumetti - Ed Gelsorosso - Gazzetta Mezzogiorno - Bari

Messaggio  Vittorio E. Polito Dom Dic 22, 2013 10:47 am

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 1_logo10

22 Dicembre 2013 - pag. XXV

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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty PREGÁME A LA BARÉSE di Vittorio Polito e Rosa Lettini Triggiani (Levante Editori) - Ancora una recensione

Messaggio  Vittorio E. Polito Lun Gen 06, 2014 7:21 pm

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 1_cope11 DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Irides10

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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty DA "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO" (BARI) DEL 25 GENNAIO 2014 - PAG. XVIII

Messaggio  Vittorio E. Polito Sab Gen 25, 2014 2:56 pm

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Ce_qua11
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty Da "La Repubblica"

Messaggio  felice.alloggio Dom Gen 26, 2014 8:29 am

Tanto per aprire una cordiale discussione:
L'amico Emanuele Battista nella risposta alla giornalista del quotidiano La Repubblica ha inoltre scritto "...e la forzatura che viene messa in campo per tradurre classici in dialetto. Questa operazione di traduzione a me non piace perché denota sia una mancanza di creatività di autori baresi e anche perché presentando un lavoro di un autore straniero in dialetto si rischia di rappresentare qualcosa di molto diverso dall'originale che assume i caratteri del banale e demenziale. Personalmente, come autore, preferisco scrivere sempre testi originali che delineano i caratteri della baresità..."
 Io non sono assolutamente d'accordo con Emanuele in quanto non si spiegherebbe perché Gaetano Savelli ha tradotto in dialetto barese la Divina Commedia, e molti attori ancora oggi la declamano nelle sale teatrali;  così come non si spiegherebbe perché le commedie di Goldoni, scritte in  dialetto veneziano siano state tradotte in Italiano e nei dialetti regionali da affermati scrittori e commediografi e vengono allestiti spettacoli divertenti e assolutamente validi dal punto di vista della drammaturgia. Per non parlare di Pirandello le cui commedie in dialetto siciliano sono state portate in scena ed interpretate anche da Eduardo De Filippo in Napoletano. Ed infine, per citare scrittori di casa nostra, non si spiegherebbe perché  il docente universitario Vito Carofiglio abbia tradotto Shakespeare in dialetto barese e Vito Signorile ne ha fatto uno spettacolo  molto apprezzato sia dal pubblico che dalla critica. Inoltre proprio in Barivecchia è stata allestito lo spettacolo "Giulietta e Romeo" in dialetto barese che ha avuto successo di pubblico e critica teatrale.
   Bisogna inoltre dire che gli scrittori che si cimentano nella traduzione di opere e classici delle letteratura mondiale, proprio per non cadere nella  facile  tentazione della parodia e della caricatura, svolgono un'operazione di trasposizione letteraria molto difficile perché devono prima pensare ai concetti - dunque studiare tutta l'opera - e poi volgerla in dialetto.
  Infine queste difficili operazioni di trasposizioni dialettali che solo scrittori altamente qualificati possono fare, avvicinano il pubblico ad opere difficili e che mai avrebbero potuto vedere e addirittura capire - vedi soprattutto il lavoro del Savelli sulla Divina Commedia - facendo arrivare la cultura a tutti e non, come avveniva in passato , solamente a poche persone, di solito le più istruite ed economicamente più abbienti.
   In realtà bisogna un po' uscire dal provincialismo che si vede anche nei nostri piccoli teatri in cui da anni si allestiscono sempre le stesse farsette dialettali e non si aprono invece i teatri ad esperienze diverse, innovative e culturalmente più valide.
A voi la parola. Ciao, Felix.
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty RE: "DA LA REPUBBLICA"

Messaggio  Vittorio E. Polito Dom Gen 26, 2014 5:58 pm

RICEVO UNA MAIL DA EMANUELE BATTISTA E POSTO SU COMANACOSAELLALDE. 26.1.2014 - ORE 18.45.

Ciao Vittorio, non riesco a inserire la mia risposta su Comenacoselalde, gentilmente puoi fare un copia e incolla di ciò che sotto scrivo?
Grazie.

Continuo a rimanere sulle mie posizioni e convinzioni.
In letteratura si dice: “tradurre e come tradire”.
E' proprio così, quasi mai due lingue diverse contengono le stesse parole corrispondenti allo stesso significato, perciò la traduzione non sempre è possibile perché non può assicurare lo stesso significato dell’originale.

Quando dici che Eduardo de Filippo ha rappresentato opere di Pirandello dici una sacra santa verità, però il maestro Pirandello volle partecipare al fianco di Eduardo nella trasposizione dal siciliano al napoletano. Eduardo, ricordando quelle giornate passate con Pirandello, dice della meticolosità e scrupolosità che l’autore siciliano mostrò nell’opera di traduzione. La sua maggiore preoccupazione era che il suo messaggio (il teatro di Pirandello è un teatro di coscienza) arrivasse allo spettatore esattamente come egli l’aveva generato. Quindi, mi chiedo, come si può trasformare in dialetto barese opere straniere o anche in lingua italiana del ‘700 conservando l’originalità e la pregnanza dei contenuti? Possiamo limitarci a raccontare il fatterello, la storiella, ma non avere la pretesa di rappresentare il pensiero di un tale autore.

Diventa così un lavoro che si ispira a una certa opera, ma non che la rappresenti fedelmente. Sarebbe bello poter chiedere a Goldoni, Moliere, Shakespeare, Pirandello, De Filippo se sono contenti di ciò che viene presentato a loro nome.

D’altro canto, il nostro capo scuola Vito Maurogiavanni nella sua lunga carriera di commediografo non ha mai fatto un lavoro del genere, i suoi  lavori rimangono nella storia del teatro barese perché sono originali.

Insisto nel dire che piuttosto ricorrere a queste operazioni di traduzione, gli autori baresi devono mettere in campo tutte le risorse che possegono per scrivere opere originali che profumino di baresità, ma soprattutto di originalità. Solo così potremmo costruire nel tempo una nostra scuola di teatro riconosciuta anche oltre i nostri confini territoriali. Non dimentichiamoci che Sergio Rubini nel cinema ha conosciuto il successo a livello internazionale raccontando i fatti della Puglia, di Bari, di Grumo, non ultimo il film “l’uomo nero” con la partecipazione straordinaria di Vito Signorile.

Riflettiamo, guardiamoci intorno, osserviamo ciò che succede nella nostra società, nella nostra città, nella nostra terra e iniziamo a raccontarci, a scrivere, a fare conoscere la baresità.

Emanuele Battista
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty DA "LA REPUBBLICA

Messaggio  felice.alloggio Dom Gen 26, 2014 8:36 pm

Infatti io non ho parlato di traduzione né di travestimento di opere letterarie adatte a parodie ed allestimenti teatrali dialettali, né ancora di trascrizione e traduzione fatte in virtù di rapporti fra termini o sequenze di termini aventi il medesimo significato. Ho voluto dire invece che le versioni dialettali di opere letterarie fatte da questi scrittori derivano dallo spostamento e dalla trasposizione di concetti pensati in dialetto e poi volti, due parametri senza i quali qualsiasi operazione di questo genere non avrebbe senso per il fatto che si perderebbero i concetti e le rime. Per questo motivo tali lavori possono essere eseguiti solo da persone colte e preparate proprio per evitare il rischio paventato da Emanuele Battista. Ed è evidente che se questi lavori vengono eseguiti insieme all'autore - come è il caso sottolineato da Emanuele per Pirandello ed Eduardo - meglio ancora. Per il cinema dialettale - non certo quello di Sergio Rubini citato da Emanuele in cui solo la Mariolina De Fano dice poche frasi dialettali mentre gli altri parlano tutti in Italiano - ma, ad esempio, "L'albero degli zoccoli" di Ermanno Olmi recitato in dialetto bergamasco (sottotitolato in tante lingue nazionali) in cui tutti gli attori sono contadini e gente della campagna bergamasca senza alcuna precedente esperienza di recitazione, è stata fatta la medesima operazione di cui ho parlato precedentemente, e tale operazione l'hanno fatta insieme l'autore e il regista.
Io rimango del parere che queste operazioni vadano prodotte anche perché è un modo semplice e al tempo stesso rivoluzionario per far conoscere a tutti, e non a soli e pochi eletti - i grandi del teatro universale. Non capisco perché i baresi debbano vedere solo i lavori che riguardano la baresità e non invece tutto il teatro universale. Per quale ragione le persone che non possono permettersi di andare al Petruzzelli o al Piccinni non possono vedere nei piccoli teatri le grandi opere del teatro classico trasposte in dialetto? Ma poi io trovo davvero assurdo pensare che si debba parlare ancora e solo di tradizioni popolari baresi e non invece di tradizioni meridionali se non addirittura mediterranee. La zite asscennùte non è solo una tradizione barese perché i fidanzatini che se ne scappano ci sono anche in Spagna e in Grecia. Le superstizioni, le tradizioni matrimoniali, quelle mortuarie, quelle religiose, quelle gastronomiche, la marineria, le barchette, i giochi di strada e tante altre cose che avvengono a Bari, sono una realtà di tutti i Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo.
Ribadisco dunque che bisogna uscire da questo assurdo provincialismo, basti pensare che c'è molta gente che pensa che le sgagliozze e le popizze le friggono solo a Barivecchia e va lì a mangiarle, mentre le potrebbero consumare dappertutto perché in tutta Bari ci sono panifici che le friggono.
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty GAETANO MELE - “S’appìccene penzìere” (PROGEDIT) -

Messaggio  Vittorio E. Polito Lun Gen 27, 2014 6:50 am

http://www.giornaledipuglia.com/2014/01/gaetano-mele-presenta-una-nuova.html#.UuX9FDhd6cw

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Giorna29

26  GENNAIO  2014

Gaetano Mele presenta una nuova raccolta di poesie in dialetto barese


cul, Libri, Territorio
1/26/2014 12:00:00 PM

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Mele_s11

di Vittorio Polito

Gaetano Mele, laureato in giurisprudenza presso l’Università di Bari, ha pubblicato per la Progedit un secondo volume di poesie in dialetto barese  con il titolo  “S’appìccene penzìere” (pag. 73 - € 12). Il precedente volume si intitolava “Parole al vento”.

Com’è noto il dialetto è molto variabile nella pronuncia, nei termini, nei modi di dire e soprattutto nel modo di scriverlo, ma i risultati non cambiano, sorgono solo inutili polemiche su chi si ostina a voler essere il depositario di quello “esatto”, cosa che al momento non esiste, almeno a Bari, e gli autori continuano a scrivere secondo un loro personale modo. Mele, invece, pur condividendo che molti ricorrono ad interpretazioni del tutto personali, ha adottato un metodo di scrittura, frutto di un percorso seminariale che lo ha visto impegnato per alcuni anni. Mele è anche impegnato in un lavoro di ricerca finalizzato alla realizzazione di un Dizionario barese/italiano e italiano/barese.

Il volume si divide in tre parti: ‘La mia gola’, dedicata all’aspetto conviviale; ‘La mia testa’, dedicata ai sentimenti d’amore per la propria città, mentre nella terza sezione ‘La mia testa’, i versi dell’autore si soffermano, a volte in forma ironica, su alcuni aspetti del mondo civile:  migrazione, politica ed economia.

Don Sebastiano Pinto, che firma la prefazione, definisce “interessante “ la raccolta di Mele, in quanto esprime la natura dialogica della persona, consentendo  di mantenere in vita i dialetti, evitando la trasformazione in lingue morte, e recuperando appieno il significato storico e il senso culturale della parlata locale, finalizzato al recupero delle radici e dell’identità della nostra bella Bari e della Puglia.

Non si può che complimentarsi con Gaetano per il suo notevole contributo al dialetto barese attraverso le belle e varie liriche che propone e per i messaggi che lancia.

Per dare un esempio della scrittura dialettale di Gaetano Mele, propongo al lettore il componimento poetico “Le lambiùne du lungomàre” (chiaramente di Bari).

LE LAMBIÙNE DU LUNGOMÀRE
La scernàte stà tòtta pe fernèsce.
U sóle s’ha cherquàte.
La lune se fásce segnóre de la nettàte.
Màsceche ragge e stèdde,
lùcciole ’ngandate,
vònne a lumenà u mare.
L’ònne, allegramènde,
accarezzànne la ripe,
descetéscene da u sènne le lambiùne
c’appecciànnese,
vìgele uardiàne d’u lungomàre,
pare vònne ghedènnese
la chiéte de la nòtte e de la sére.

I lampioni del lungomare
La giornata sta del tutto per finire. / Il sole si è coricato. / La luna diventa signora della nottata. / Magici raggi e stelle, / lucciole incantate, / vanno illuminando il mare. / Le onde, allegramente, / accarezzando la riva, / risvegliano dal sonno i lampioni / che accendendosi, / vigili guardiani del lungomare, / sembra vadano godendosi / la quiete della notte e della sera.
Vittorio E. Polito
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty GAETANO MELE - “S’appìccene penzìere” (PROGEDIT) -

Messaggio  felice.alloggio Lun Gen 27, 2014 1:39 pm

Complimenti e bravo a Chitàne,
anche perché sei stato coerente con quanto "studiato" nel Seminario, quando quest'ultimo, tale si poteva chiamare.
  Leggendo la poesia che Vittorio ha trascritto non posso  non soffermarmi sul verso "lùcciole 'ngandàte" in cui è presente l'aferesi ('gandàte invece di ingandàte). Ricordo oltre due anni fa mentre eravamo in procinto di votare l'utilizzo dell'apostrofino (aferesi) che sicuramente avrebbe avuto il consenso della maggioranza ci fu, immediatamente dopo, la famosa sceneggiata che, protraendosi oltre l'orario consentito,  impedì la votazione.
  Di nuovo auguri, soprattutto per averlo pubblicato senza inopportuni condizionamenti, e dimostrando che anche da soli si può fare molto, bene e meglio. 
   felix
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty DA "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO" DEL 6 APRILE 2014

Messaggio  Vittorio E. Polito Dom Apr 06, 2014 7:11 am

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Il_qua10
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty NOVITA' EDITORIALE DI VITTORIO POLITO

Messaggio  Vittorio E. Polito Dom Apr 06, 2014 9:40 am

http://www.giornaledipuglia.com/2014/04/novita-editoriale-di-vittorio-polito.html
DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 2_gior13

6  APRILE  2014

Novità editoriale di Vittorio Polito: «San Nicola, il dialetto barese e…»

Bari, Territorio
4/06/2014 10:35:00 AM

DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Cover_12

di Vito Ferri - Con la mirabile copertina  della nota artista barese Anna Maria Di Terlizzi «San Nicola a cavallo del gallo Barium», Vittorio Polito, nostro collaboratore, ha pubblicato il suo nuovo volume «San Nicola, il dialetto barese e… - Miracoli, leggende e curiosità» (Levante Editori, pagg. 257 + 32 ill. € 24).

L’autore ancora una volta ha curato un nuovo libro, questa volta dedicato a San Nicola e al dialetto barese che, insieme a tradizioni, storia, folclore, cucina, monumenti, chiese, proverbi, soprannomi e poesie, rientrano in questo importante capitolo della Baresità. San Nicola «che ha illuminato il cuore di milioni di fedeli d’Oriente e d'Occidente» non poteva mancare con i suoi miracoli, leggende e curiosità. Polito con una particolare attenzione ha raccolto poesie, preghiere, poemi e prose scritte in dialetto barese di tutti i tempi, a partire da Francesco Saverio Abbrescia per finire ai giorni nostri.

Polito, con la sua pregressa attività di bibliotecario, è andato anche alla ricerca di qualche chicca, scoprendo il Poemetto in dialetto barese del secolo XVIII: “La leggenda di San Nicola di Bari” di autore Anonimo, che Luigi Sada e Vincenzo Valente hanno curato e pubblicato sul “Bollettino di San Nicola” n. 1-2, 1982, riportandolo integralmente sul suo libro. Non manca neanche un’antica leggenda «La légende du grand Saint Nicolas» (1854)  di Gérard de Nerval, scritto originariamente in 4 lingue (francese, russo, tedesco e olandese), presentato da padre Gerardo Cioffari, noto storico della Basilica di San Nicola, attraverso una ristampa del 1983, aggiungendo altre due lingue: l’inglese, del poeta James Henry Dixon, e l’italiano, nella versione dello scrittore Vito Antonio Melchiorre. Anche il russo è rappresentato con  una poesia, tradotta in barese da Augusto Carbonara.

Numerosi i poeti presenti (circa 50) con numerose poesie e prose e non manca neanche Dante Alighieri che cita nella sua “Commedia” il miracolo delle tre fanciulle beneficiate da San Nicola. È presente Nicola Pende, primo rettore dell’Università di Bari con una poesia dedicata a San Nicola e tradotta dal citato Carbonara.

Anche le curiosità non mancano: «La Palatinità della Basilica di San Nicola», «Significato del nome Nicola», «Che fine fecero i tre ragazzi salvati da San Nicola», «Il Monastero cipriota dei gatti di San Nicola», «San Nicola patrono dei ladri», la commedia di Franz Falanga «Bàre, Sànda Necòle, le marenàre provètte, la chièssjie de Ròme, le rìcche e le poverjìedde». Un inno spagnolo a San Nicola ed altro ancora completano l’interessante novità editoriale che vede protagonista il nostro gran Protettore.

Nella sua stimolante pubblicazione Polito scrive che «Un Santo come Nicola non poteva che dimorare a Bari, dal momento che la nostra città, al di là di curiosità e leggende, nella sua triplice dimensione di città ecumenica, europea e mediterranea, reca nella sua storia i tratti del sovrapporsi di molteplici civiltà e culture: romana, bizantina, longobarda, saracena, normanna, angioina, aragonese, ecc., identificando il suo destino in quello del Santo Vescovo di Mira», proponendo di proclamare San Nicola Patrono e protettore del Mediterraneo e dell’Europa. Una condivisibile proposta.

La presentazione è di padre Lorenzo Lorusso o.p., Priore della Basilica di San Nicola, che, oltre a ringraziare Polito per “questa raccolta particolare”, a proposito del nostro Patrono scrive:  «L’universalità del suo culto si manifesta nella religiosità, nell’arte, nella letteratura, nel teatro, nelle tradizioni popolari, nella simpatica figura di Santa Claus. Le testimonianze di tale universalità sono numerose e costanti. Pertanto, anche il presente volume “San Nicola, il dialetto barese e… - Miracoli leggende curiosità”, si inserisce bene in questo contesto».

È anche il caso di ricordare le attività dell’autrice della bellissima copertina, Anna Maria Di Terlizzi, già docente di discipline plastiche presso gli Istituti d’Arte di Corato e Bari, le cui realizzazioni sono presenti presso Istituzioni pubbliche e religiose (Basilica di San Nicola, Chiesa di Sant’Enrico, Chiesa di Santa Croce e San Rocco di Bari, Cattedrale di Grumo, monumento di San Pasquale in pietra collocato a Bari nell’omonima piazza, bassorilievo in bronzo e realizzazione della cancellata artistica in acciaio della Chiesa di San Pasquale a Bari, monumento all’On. Giuseppe di Vittorio in Gravina di Puglia. Tutte opere che testimoniano la valenza dell’artista che impreziosisce il libro curato da Polito.
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty ATTENTI AI FURBI ED AI BUGIARDI!

Messaggio  Vittorio E. Polito Mer Apr 09, 2014 6:37 pm

C'E' QUALCHE SPROVVEDUTO INDIVIDUO CHE SI PRESENTA ALL'EDITORE LEVANTE DICENDO CHE E' MIO AMICO NEL TENTATIVO DI SCROCCARE COPIA DEL MIO LIBRO "SAN NICOLA, IL DIALETTO BARESE E...".
E' BENE NON PRESENTARSI SENZA MIA PREVENTIVA TELEFONATA, POICHE' E' ABBASTANZA CHIARO CHE SI TRATTA DI UN BUGIARDO E DI UNO SCROCCONE. L'EDITORE E' STATO ALLERTATO. RITENGO NORMALE CHE CHI SI SPACCIA PER MIO AMICO PRIMA DI RICHIEDERE COPIA ALL'EDITORE, DEBBA RIVOLGERSI AL SOTTOSCRITTO.
Vittorio Polito
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty CON "SAN NICOLA, IL DIALETTO BARESE E..." TORNA IN LIBRERIA VITTORIO POLITO

Messaggio  Vittorio E. Polito Gio Apr 10, 2014 2:14 pm

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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 2_gior15

10  APRILE  2014

Con «San Nicola, il dialetto barese e…»
torna in libreria Vittorio Polito


Attualità, Cultura e Spettacoli
4/10/2014 01:00:00 PM
DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Cover_13

di Grazia Stella Elia

Ecco apparire, in splendida edizione, il quarto libro di Vittorio Polito, il giornalista barese, dinamico topo di biblioteca sempre alla ricerca di chicche straordinarie nel vasto panorama di tradizioni, leggende e curiosità di cui è ricca la città di Bari, da lui incondizionatamente amata.
         
È del 2012 «Pregáme a la barése» (Preghiamo nel dialetto barese), la precedente opera realizzata insieme all’ottima attrice – demologa Rosa Lettini Triggiani, mentre del 2008 e 2009 sono gli altri due impegnativi libri «Baresità e… maresità» e  «Baresità, curiosità e…», tutti gratificati dal consenso sia degli addetti ai lavori, che della gente comune.
         
Ma veniamo a questo nuovo libro «San Nicola, il dialetto barese e… Miracoli, leggende, curiosità» (pagg. 257 + 32 ill. - € 24), fresco di stampa ed uscito, come gli altri, con Levante editori, casa editrice che, veterana nella sua attività, ha saputo conferire al volume un tocco di gradevole eleganza.
           
Un impatto meraviglioso ha certamente il lettore con il libro nel momento in cui posa l’occhio sulla copertina e dallo sfondo blu vede arrivargli incontro un San Nicola artisticamente stilizzato che, con fare trionfale, cavalca un candido gallo con bargigli e zampe rosso fuoco, in armonia col mantello e la mitra del Vescovo – Santo.
         
Il merito della copertina va attribuito soprattutto all’artista Anna Maria Di Terlizzi, autrice di moltissime importanti opere, oltre che di questo «San Nicola a cavallo del gallo Barium», che tanta vivacità conferisce appunto alla prima di copertina.
         
A pagina 9 si legge la sintetica, pregnante dedica di Polito alla moglie Rosa, «insostituibile compagna della mia vita» e, a pagina 11, la dedica alla cara, “felice  Bari”, tratta dal «Responsorio a San Nicola». Segue la presentazione di P. Lorenzo Lorusso, Priore della Basilica di San Nicola, il quale sottolinea la presenza agiografica in Oriente e in Occidente del Santo che, col nome Santa Claus, è noto nel mondo come “uomo generoso che porta i doni”.
         
Leggiamo, a pagina 15, quanto Vittorio Polito scrive del gran Santo, il quale «non poteva che dimorare a Bari, […] città ecumenica, europea e mediterranea», che ha visto il “sovrapporsi di molteplici civiltà e culture”.  Secondo Polito sarebbe opportuno che San Nicola fosse proclamato “Patrono e protettore del Mediterraneo e dell’Europa”.
Il seguito è tutto un profluvio di poemi, poesie, prose, preghiere e lettere in dialetto barese: una enorme quantità di scritti riguardanti il tema nicolaiano di autori che vanno da Francesco Saverio Abbrescia fino a scrittori attuali.
Vittorio Polito non è affatto nuovo alle indagini bibliografiche; egli sa bene dove e come cercare le rarità letterarie e pertanto scopre il poemetto «La leggenda di San Nicola di Bari» curato da Luigi Sada e da Vincenzo Valente (mio maestro di dialettologia, a cui devo una profonda, sincera gratitudine) e lo riporta in forma integrale. Non è la sola chicca di questo genere; altre ve ne sono e non meno importanti.

È data l’opportunità di leggere testi poetici di circa cinquanta autori, tra i quali figura perfino Dante Alighieri, che nella sua divina opera parla delle tre fanciulle protette ed aiutate da San Nicola. Tante sono anche le “curiosità” da Polito cercate e riportate, tra cui «La palatinità della Basilica di San Nicola», «San Nicola patrono dei ladri»,«San Nicola e gli ortodossi russi», «Il Monastero cipriota dei gatti di San Nicola», ecc.
           
Ancora una volta, dunque, Vittorio Polito ha rivolto la sua attenzione alla “baresità”, a quell’humus tipicamente barese e dialettale che è linfa vitale proveniente dal dialetto, che forse non sbaglieremmo a chiamare “lingua barese”.
             
Il libro si conclude con «… saldi di ironia…» a cura di Giovanni Cavalli, il quale propone pensieri lapidari, molto allusivi, carichi di humour ed ironici ed aggiunge parecchie pagine che fanno da vetrina ad importanti libri pubblicati dalla propria casa editrice.
             
Al giornalista–scrittore Vittorio Polito le congratulazioni più sincere e l’augurio di impegnare in altri nuovi lavori le sue ancora giovanili energie.

Bari ed i Baresi non mancherebbero di continuare ad essergli grati.
Vittorio E. Polito
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty "SAN NICOLA, IL DIALETTO BARESE E..." - ALCUNI COMMENTI

Messaggio  Vittorio E. Polito Sab Apr 12, 2014 6:02 pm

SAN NICOLA, IL DIALETTO BARESE E… - MIRACOLI, LEGGENDE E CURIOSITÀ  
ALCUNI COMMENTI


Anna Maria Di Terlizzi
sono davvero felice che le copertina faccia da corollario al tuo libro e che la gente l’apprezzi, bravo e grazie.

Armando Santoro
Auguri. Bella presentazione.

Emanuele Battista
Congratulazioni Vittorio,
sono sicuro che sarà un libro che entrerà nella grande bibliografia di Bari.

Luigi Canonico
Carissimo Vittorio, noto con grande piacere che il tuo apporto alla letteratura barese persiste e non subisce arresto di alcuna sorta. Ti fa onore e arricchisce nel contempo gli appassionati della baresità.

Grazia Stella Elia
Ho ricevuto il suo nuovo libro. L'aspetto è molto accattivante, con la
coloratissima copertina e un San Nicola trionfalmente a cavallo di un... gallo.
Bravi tutti: dall’artista Di Terlizzi a Vittorio Polito, ai Levante editori!
Mi appresterò a recensirlo. Augurissimi

Franca Fabris Angelillo
mi piace molto la copertina e sono sicura che il libro sarà  bellissimo e interessante, come del resto sono tutte le cose che sin qui hai pubblicato. Complimenti vivissimi!!!
È una bella recensione (Elia) che conferma la mia personale opinione positiva  ma che soprattutto evidenzia il giusto valore della pubblicazione.

Virgilio Franzel
Caro Vittorio,
sono veramente contento di questa tua nuova fatica letteraria. È bellissima la copertina e penso che, come al solito sarà interessantissimo anche il contenuto. Tanto stai facendo che alla fine mi sentirò barese anche io, nato ad Avellino da una napoletana e da un istriano ma residente a Bari dal ’59! Ti faccio con il cuore gli auguri più caldi che anche questo tuo libro abbia il successo che merita. Io, nel mio piccolo, so quanto faccia piacere sapere che quella specie di figlio, che è un libro partorito dalla nostra testa, renda felice qualcuno anche per un poco.
Complimenti davvero. Stai dando molto a Bari! Un abbraccio.

Grazia Galante
Complimenti! Non vedo l’ora di leggerlo.

Giulia Fracchiolla e Stella Incampo
Auguri e tanti in bocca al lupo.
Sarà un successo come tutti gli altri.

Vito Signorile
Congratulazioni!!!

Cosimo Ventrella
Complimenti per il tuo nuovo lavoro Vittorio e, in bocca al lupo per il successo del libro.

Nicola Simonetti
Carissimo,
grazie del volume che Cavalli mi ha mandato a tuo nome. Lo sto leggendo con molto piacere e gusto. La recensione mi è piaciuta. Ce ne saranno indubbiamente altre anche sulla Gazzetta.
Un abbraccio e complimenti.

Gianfranco Ruggieri
Felice abbinamento con lo stadio a Lui intitolato... complimenti e auguri
Bella anche la recensione.

Felice Alloggio
Ciao Vittorio, complimenti per il tuo nuovo lavoro che leggerò con calma. Ti ringrazio per la poesia su San Nicola che hai inserito nel libro, e quando lo presenterai mi farebbe piacere essere con te.  
Ciao e di nuovo tanti auguri.

Francesco De Martino
Auguri.

Angela Masiello
Caro Vittorio,
ho cominciato a leggere la tua “chicca” è veramente una fonte di notizie sulle tradizioni, folclore, proverbi e altro che ogni barese e non vorrebbe e dovrebbe conoscere.  Un lavoro laborioso ma fatto con la passione che si riscontra in tutte le tue opere.
Ti ringrazio ancora per avermi considerata tra le prime persone a cui hai donato la tua nuova “creatura”.

Angelo Zaccaria
Complimenti Vittorio sei sempre un grande...

Augusto Carbonara
Bravo! Mandami anche le altre recensioni che credo saranno numerose.

Rita Lorusso
Noto con piacere e condivido il pensiero e le parole della giornalista del quotidiano (Elia). In esse non  c'è solo stima ma anche affetto e questo ti fa onore.

Rosanna e Nichiforos Baldacci
Complimenti vivissimi per il tuo nuovo libro che sicuramente riscuoterà successo, come i precedenti.

Giorgio Riccio
La ringrazio molto per avermene data notizia e mi rallegro tanto con lei
per questa sua nuova opera.
Sarà un grande piacere per me, amante delle “due B” (Bari - Bersaglieri)
prenderne delle copie.

Joseph Tusiani
Polito è un lavoratore davvero dinamico che, come vedo, di tutto si occupa.
Quello che scrive della settimana santa di San Marco in Lamis è ammirevole
per accuratezza e scioltezza, e ho notato l'onestà intellettuale con cui cita la
fonte della sua ricerca.

Joseph Tusiani
Gentilissima e cara Signora Di Terlizzi,
il comune amico Gianni Cavalli mi ha gentilmente spedito il volume
curato da Vittorio Polito, SAN NICOLA, il DIALETTO BARESE E....e mi affretto
a complimentarmi con Lei che, con il Suo nome illustre e il Suo vasto e affermato
lavoro di docente di discipline plastiche, ha dato ulteriore prestigio a questa
valida pubblicazione - una vera enciclopedia di cultura "nicolaiana."  Fa impressione
il lunghissimo elenco dei Suoi lavori in più parti d'Italia.  Ad maiora et meliora!

Mario Bellizzi
Ricambio i più sentiti auguri per la Santa Pasqua e la ringrazio per il suo ultimo libro che come sempre è opera pregevole ed encomiabile.

Mario Polito
il tuo libro è arrivato e ti ringrazio tanto.
Oltre ad essere ricco di poesie e preghiere, è molto interessante anche nella parte relativa alle curiosità.
È esteticamente bello con la figura di un San Nicola "geometrico" a cavallo del galletto simbolo della città.
Ancora complimenti ed .... al prossimo!

Giuseppe Capozza
Ho già iniziato a leggere il bel libro su San Nicola. Complimenti al Signor Polito.





Ultima modifica di Vittorio E. Polito il Mer Apr 23, 2014 6:28 am - modificato 4 volte.
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DIALETTO BARESE: RECENSIONI - Pagina 7 Empty RECENSIONE AL LIBRO "San Nicola, il dialetto barese e..." di VITTORIO POLITO

Messaggio  felice.alloggio Dom Apr 13, 2014 8:55 am

RECENSIONE
  Quando si legge un libro ovviamente s’inizia dalla copertina, e sulla copertina leggiamo che l’autore è Vittorio Polito (a cura di), che il titolo del libro è "San Nicola, il dialetto barese e… Miracoli, leggende e curiosità", che l’editore è Levante di Bari, con la presentazione di p. Lorenzo Lorusso o.p.  Poi c’è la figura, il galletto bianco-rosso barese, simbolo della squadra di calcio della Bari, pennuto scelto dai baresi a simboleggiare la loro squadra di calcio, dopo un referendum indetto molti anni or sono dalla Gazzetta del Mezzogiorno e dal Guerin Sportivo. Il galletto è montato e tenuto al passo con la briglia come fosse un destriero dal canuto Vescovo di Mira. Quest’ultimo è disegnato dall’artista Anna Maria Di Terlizzi, vestito di paramenti bianchi e rossi in modo spavaldo e moderno come se, da tifoso barese, si stesse recando allo stadio, con la sacra stola che sembra più una sciarpetta attorno al collo e la testa, ivi compresi mitra e pizzo, che formano la figura geometrica di un rombo simbolo quest’ultimo nelle arti sacre dell’uomo. Che l’autrice del disegno di copertina abbia inteso mescolare sacro e profano è piuttosto evidente, come del resto hanno già fatto i baresi scegliendo il nome di San Nicola  dato al nuovo stadio e come ha fatto recentemente anche l’ex arbitro e l’ex General Manager della Bari Paparesta, stampando l’effige del Santo sulla maglietta dei calciatori.
  Sfogliando il libro poi si abbandona quell’aspetto profano e leggero della sua copertina e tutto diventa storia, letteratura, poesia con il predominio della sacralità. A cominciare dall’introduzione di Padre Lorenzo che riassume il patronato di San Nicola nel Mondo, e continuando con gli scritti di molti autori, storici e poeti i cui contributi talvolta editi, talvolta inediti l’autore ha sapientemente saputo mettere insieme.
  Di quest’ultimo non manca ovviamente il contributo di colto bibliofilo ed esperto giornalista, come ad esempio l’aver saputo scovare e pubblicare sul libro il Poemetto in dialetto barese del secolo XVIII: “La leggenda di San Nicola di Bari” di autore Anonimo, che Luigi Sada e Vincenzo Valente hanno curato e pubblicato sul Bollettino di San Nicola. Una vera chicca che, ahimè, qualcuno ha inteso sminuire affermando su Facebook, link Giornale di Puglia del 6 aprile 2014 quanto segue: “…precisando senza polemica, che il Poemetto in dialetto barese del secolo XVIII: “La leggenda di San Nicola di Bari” di autore Anonimo, che Luigi Sada e Vincenzo Valente hanno curato e pubblicato sul “Bollettino di San Nicola” n. 1-2, 1982" riportandolo integralmente sul suo libro non è, per amor del vero, una chicca poiché di pubblico dominio ed è da sempre consultato da chiunque nella Biblioteca di S. Nicola dei Padri Domenicani della quale è direttore Padre Gerardo Cioffari.” Ovviamente non siamo d’accordo con l’estensore di tale opinione perché il merito c’è tutto per il semplice fatto che tale poemetto ora pubblicato in un libro, sarà da oggi diffuso in molte librerie e sarà presente in tantissime biblioteche nazionali e internazionali. Ma tant’è…
  E di chicche ve ne sono altre, come il contributo di Franz Falanga, “Bàre, Sànda Necòle, le marenàre provètte, le chièssjie de Ròme, le ricche e le poverjìedde” opera di molteplice rappresentazione, sia teatrale che radiofonica che documentaristica, le poesie inedite di Alloggio, Santoro, Vetturi, e i saldi d’ironia di Gianni Cavalli con cui chiude il libro di 257 pagine + illustrazioni, affermando, tra l’altro, in un suo pensiero personale che "… Vittorio Polito ha raccolto più di quello che ha seminato, ma ha avuto il pregio di mettere a disposizione delle future generazioni, su carta, testimonianze valide della nostra storia cittadina. Non possiamo metterci a contare quante gocce di sudore sono state versate, ma dobbiamo essere contenti che il sudore di tutti sia stato asciugato e messo al servizio di coloro che porteranno nelle loro case la gioia e l’orgoglio di sentirsi BARESI. Penso che omnia munda mundis spieghi a sufficienza l’inciso.”
AUGURI E COMPLIMENTI A VITTORIO POLITO
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